Confartigianato: nuovo decreto sulle fonti rinnovabili, a rischio 57 mila impiantisti

lavoratore pannelli solari fotovoltaici

Nuovo appello di Confartigianato per modificare il decreto sulle fonti rinnovabili: secondo Anna Alfano, presidente regionale di Confartigianato Energie a rischio l’attività di 57 mila impiantisti dal primo agosto.
Principale accusato il decreto legislativo 28/2011, che recepisce una direttiva europea e impone, quale requisito per poter effettuare interventi di installazione nel settore delle rinnovabili, percorsi di qualificazione professionale per i responsabili tecnici delle aziende (titolari e dipendenti).


Ma, sostiene Confartigianato, mentre per i laureati e i diplomati agli istituti tecnici la legge non prevede obblighi di formazione, e per i diplomati di scuola professionale impone un corso di 80 ore, non c’è alcun riferimento a titolari e dipendenti in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro.

A questi imprenditori, dice Alfano, si nega sia il riconoscimento delle competenze acquisite sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento professionale. Per la legge è come se non esistessero. «Si tratta di una disposizione assurda, inaccettabile e discriminatoria – denuncia il responsabile sindacale di Confartigianato, Nicola Carozza – che impedisce di lavorare a migliaia di imprenditori che da anni svolgono con competenza la propria attività». «Soprattutto in questo momento di crisi – aggiunge Giorgio Tavoni, vicepresidente di Confartigianato Energie – una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori del settore installazione impianti. Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l’occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili».

Confartigianato è intervenuta direttamente scrivendo al ministero dello Sviluppo economico per sollecitare la modifica della legge«che – sottolinea Alfano – presenta profili di incostituzionalità poichè crea una barriera ingiustificata all’attività imprenditoriale, finendo per estromettere dal mercato migliaia di aziende. Chiediamo che nel decreto legislativo vengano salvaguardati i diritti acquisiti degli installatori di impianti, non laureati o diplomati, che operano da anni sul mercato. Siamo pronti a far sentire la nostra voce in tutte le sedi istituzionali per difendere il diritto dei nostri imprenditori a lavorare».

FONTE | Liguria Business Journal

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