Biometano in agricoltura: le prospettive in un incontro al MISE

Si è svolto in questi giorni al Ministero dello Sviluppo economico il primo di una serie incontri incentrati sulla filiera del biometano in ambito agricolo. 

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Un tavolo, quello indetto dal MISE, finalizzato a raccogliere posizioni e idee dei principali stakeholder del settore e nel quale sono state analizzate le prospettive di sviluppo per il biometano in agricoltura e le opportunità che può determinare per le imprese agricole italiane. Si è trattato solo del primo di una serie di incontri inseriti in un articolato percorso, nell’ambito del quale il Governo vuole rafforzare la fondamentale a filiera nazionale delle agroenergie.

Un combustibile strategico il biometano, nell’ambito della SEN (Strategia Energetica Nazionale), anche dopo il completamento del quadro regolatorio di oltre un anno fa con il Decreto del 2 marzo 2018 “Promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti”, che ha dato accesso per la prima al biometano alla rete nazionale del gas naturale, anche con l’obiettivo di sostituire gli attuali biofuel di importazione utilizzati nell’ambito dei trasporti.

Sulla scorta delle indicazioni ricevute nel corso dell’incontro il commento del Sottosegretario al Mise, Davide Crippa, secondo il quale “finalmente il biometano può assumere il ruolo importante che gli spetta, visto il grande contributo che è in grado di offrire a livello ambientale con le opportune garanzie di filiera. Il governo, aveva già evidenziato il fondamentale ruolo del settore agricolo per il raggiungimento del Piano Energia Clima 2030 nel position paper del Ministero delle politiche agricole,  e per questo Crippa ha ribadito come “Dobbiamo valutare con il contributo di tutti, le strade percorribili per cogliere al meglio le opportunità che possono emergere dal biometano”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’atro Sottosegretario Mise Andrea Cioffi, convinto che la filiera del biometano possa trasformare le produzioni e le eccedenze agricole con ricadute importanti nel settore di utilizzo del biometano: sia quello delle macchine agricole alimentate a gas compresso che in tutti quelli in cui questa tecnologia può essere utilizzata al servizio della de carbonizzazione”.

Un aspetto importante a sostegno del settore il fatto che il decreto preveda specifici incentivi da applicare agli impianti di produzione di biometano che entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2022 oltre che a quelli esistenti di biogas, se riconvertiti (parzialmente o totalmente) entro la medesima data. Si tratta di un sussidio economico capace di dare un forte impulso al comparto ed al suo consolidamento. Importanti in questo senso i dati di un Consorzio che ha portato il settore italiano del biogas e del biometano ad eccellere anche oltre confine come il Consorzio Italiano Biogas (CIB), eche evidenziano come, a partire dal 2008, anno di inizio della strutturazione della filiera in Italia, le imprese agricole e industriali coinvolte hanno investito e re-investito circa 7 miliardi nell’economia nazionale, creando migliaia di posti di lavoro. Le stime del CIB ritengono che, in funzione delle tendenze già consolidate, entro il 2030 l’Italia potrà produrre circa 8 miliardi di metri cubi di biometano agricolo.

Un primo incontro, quello voluto dal Mise dai diversi approfondimenti tematici del comparto come, legati all’utilizzo del biometano, come la riconversione degli impianti di produzione di energia elettrica a biogas esistenti, l’utilizzo del combustibile per le macchine agricole e gli impianti di liquefazione, oggi disponibili in scale diverse con i microliquefatori del biometano (bioGNL). L’incontro ha fornito anche la base per i partecipanti che nei successivi proporranno nuovi progetti orientati ad  individuare eventuali criticità e relative soluzioni, per dare nuovi ulteriori impulsi ad un comparto davvero già ricchissimo di innovazioni, come abbiamo avuto modo di vedere anche nella edizione 2019 di Ecofuturo Festival.

La Redazione di Ecquologia 

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