Bioeconomia: nasce un Istituto dedicato in seno al CNR

Da una fusione dell’Istituto di biometeorologia (Cnr-Ibimet) e dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Cnr-Ivalsa), è nato ufficialmente l’Istituto di Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, denominato CNR-Ibe, con sede a Firenze come le due isitutuzioni che ne hanno determinato l’origine.

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Si tratta di una scelta che, oltre a essere stata determinata da criteri di efficientamento del sistema, è anche frutto di una scommessa su uno dei settori considerati come strategici per il futuro, come quello dell’economia circolare, che fa registrare un livello crescente di finanziamenti, sia a livello nazionale che europeo.

Entrando nel merito delle competenze della nuova area del CNR per la bioeconomia,, sono previste linee di ricerca comprendenti una serie di attività nello sviluppo di soluzioni per la valorizzazione della biodiversità e per il consolidamento di processi di resilienza, sostenibilità, efficienza e capacità di mitigazione e adattamento ai cambiamenti globali, sia nelle filiere della produzione primaria (agricoltura, foreste, pesca) e della filiera foresta-legno, oltre che nell’ambito dell’industria chimica, delle biotecnologie, dell’energia, del settore manifatturiero e di quello edile, che utilizzano bio-risorse rinnovabili, sia per la produzione di cibo, che di materiali ed energia.

Una evoluzione importante quella in seno al CNR, anche a fronte del prossimo programma quadro 2021-2017 della Commissione Europea (Horizon Europe-FP9), Bioeconomy Strategy della Commissione Europea , che prevede investimenti per 10 miliardi di euro, rispetto ai 3,85 miliardi del periodo 2014-2020.

Al riguardo, inoltre, il prossimo Programma nazionale della ricerca 2020-2025 prevede una apposita area strategica Bioeconomy, food and blue growth, come ha precisato il Presidente CNR Massimo Inguscio, “con l’Istituto di bioeconomia del Cnr che riveste un ruolo strategico, creando sinergie scientifiche e gestionali grazie a una massa critica di 195 persone con eccellenti competenze multidisciplinari all’avanguardia su: produttività degli agro-ecosistemi, salvaguardia della biodiversità vegetale, utilizzo sostenibile del legno, gestione e raccolta delle biomasse, agricoltura di precisione, modellistica meteorologica e climatologica, servizi climatici, analisi della sostenibilità ambientale e dei processi produttivi, valorizzazione dei servizi ecosistemici. Il Cnr-Ibe sarà anche impegnato nelle attività di formazione, comunicazione, divulgazione, engagement, didattica e sensibilizzazione sociale e nelle scuole sulle relazioni fondamentali tra ambiente, tecnologie, sicurezza alimentare, rischi e società in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e impegni presi da 200 nazioni negli storici Accordi di Parigi nel 2015”.

Numeri importanti quelli della Bioeconomia europea, che vale oggi intorno ai 2.300 miliardi di euro ogni anno, con una generazione di posti di lavoro di oltre 18 milioni. Sono nel nostro paese, gli addetti del comparto sono oggi quasi 2 milioni, per un fatturato di 330 miliardi di euro annui, ripartiti in 52 miliardi relativi alla produzione agricola, con 800 mila occupati, e 140 alla produzione industriale alimentare, con quasi 400 mila occupati.

Il nostro paese è oggi la terza nazione del settore in Europa, dopo Germania e Francia, collocandosi in seconda posizione come presenza nei progetti europei su Bioeconomy-Food e Blue Growth (Horizon2020 e Public Private Partnership BBI JU).

A seguire un breve filmato che da conto della firma del protocollo d’intesa tra il Presidente del CNR Massimo Inguscio e il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Sauro Secci

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