Autoconsumo collettivo ed energy communities: al via una rivoluzione per l’Italia

“Un grande successo, innanzi tutto della nostra petizione lanciata già tre anni fa e che aveva superato in poco tempo le trentamila firme (qui la pagina dedicata su Change.org), segnando la ripresa di iniziativa del mondo delle rinnovabili. Il nostro coordinamento fa della proposta sull’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche l’asse forte della propria iniziativa” ha dichiarato Fabio Roggiolani, membro del Coordinamento FREE – Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, salutando con favore la notizia tanto attesa dell’approvazione da parte delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di un emendamento espressamente dedicato all’autoconsumo da fonti rinnovabili

Nella foto l’evento del 25 ottobre 2018 presso il Senato della Repubblica quando avvenne a la consegna delle oltre 33mila firme della petizione per chiedere la vera liberalizzazione dal basso dell’energia – qui il Video integrale

Nel dettaglio, come spiega bene il sito Rinnovabili.itla modifica al Dl Milleproroghe appena votata, anticipa il recepimento della nuova direttiva comunitaria sulle rinnovabili RED II che introduce misure specifiche per consentire alle famiglie, alle comunità e alle imprese di trasformarsi in produttori di energia pulita. Misure che offrono la possibilità agli edifici residenziali di installare un singolo sistema fotovoltaico e alimentare diversi appartamenti o ai cittadini di creare comunità energetiche locali autosufficienti. Una vera e propria rivoluzione. 

Nello specifico la proposta emendativa 42.013 permette ai consumatori di energia elettrica di associarsi per divenire prosumer che agiscono collettivamente, a patto che questa attività non costituisca l’attività commerciale o professionale principale. I nuovi energy citizens devono però rispettare alcune condizioni: 

. Devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW, entrati in esercizio successivamente alla data di entrata in vigore del dl Milleproroghe;

Devono condividere l’energia prodotta utilizzando la rete di distribuzione esistente. L’energia condivisa è pari al minimo, in ciascun periodo orario, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti a fonti rinnovabili e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei clienti finali associati;

. L’energia deve essere condivisa per l’autoconsumo istantaneo, che può avvenire anche attraverso sistemi di accumulo;

 Nel caso di comunità energetiche rinnovabili i punti di prelievo dei consumatori e i punti di immissione degli impianti di cui sono ubicati su reti elettriche di bassa tensione sottese, alla data di creazione dell’associazione, alla medesima cabina di trasformazione MT/BT;

. Nel caso di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, gli stessi devono trovarsi nello stesso edificio o condominio.

Il presidente della X Commissione del Senato Gianni Girotto, promotore dell’iniziativa legislativa, come riportato da qualenergia.it, parla di “una vera e propria rivoluzione nelle modalità di produzione e consumo dell’energia rinnovabile”. Sul lato dei privati – spiega il senatore pentastellato in una nota – pensiamo solo al fatto che in Italia vi sono 20 milioni di cittadini che vivono dentro 1,2 mln di condomini piuttosti vecchi, che sprecano più della metà dell’energia acquistata per scaldarli d’inverno e rinfrescarli d’estate. Ora, grazie alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici e alla possibilità finalmente di autoconsumare l’energia, in un colpo solo possiamo, dimezzare il costo delle bollette per i condòmini (ed abbassarle per tutti gli italiani), diminuire considerevolmente il fabbisogno nazionale di energia, creare moltissimo lavoro per le nostre micro e Pmi, rientrare dell’investimento delle spese in 3 anni, far emergere il “nero” e pertanto creare i presupposti per diminuire le tasse a tutti. Sul lato delle imprese vi saranno ugualmente grandi opportunità di risparmio permesse dalle suddette nuove configurazioni, e vogliamo sottolinearlo con particolare risalto per le micro e piccole imprese, che, come i cittadini, potranno costituire delle Comunità energetiche, condividendone costi e benefici.

“Finalmente sarà possibile produrre e scambiare l’energia pulita – gli fa eco Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – nei condomini e tra imprese, tra edifici pubblici e attività commerciali. In questo modo si apre la strada per progetti locali di impianti solari in autoproduzione ma anche per scambiare localmente l’energia in eccesso, con riduzione di sprechi e vantaggi tanto ambientali quanto economici per imprese, famiglie e comunità. Merito per l’iniziativa – prosegue Zanchini – va dato anche al senatore Girotto che ha portato avanti la nostra proposta coinvolgendo il Ministero dello Sviluppo economico. E teniamo a mettere in evidenza l’ampio consenso parlamentare che si è creato intorno a questa idea, che ha visto l’adesione del Pd e un identico emendamento è stato presentato dalla Lega e da Italia Viva. A dimostrazione che sulle innovazioni ambientali oggi si può costruire un ampio consenso con l’obiettivo di promuovere interventi virtuosi”.

L’emendamento, sottolinea dal canto suo Girotto, “è il risultato di un grande lavoro di preparazione, condivisione, e di grande partecipazione, tenuto con i gruppi politici parlamentari, il Ministro dello Sviluppo Economico e gli stakeholders di settore. Tale lavoro era iniziato presso la Commissione industria appena insediata, tramite un apposito affare assegnato sull’autoconsumo, e proseguito con la preparazione dell’emendamento appena approvato”.

Scarica il testo dell’emendamento sull’autoconsumo collettivo e sulle comunità energetiche Redazione Ecquologia

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