Un’alleanza per unificare i sistemi di ricarica e pagamento delle auto elettriche

l mondo della mobilità elettrica è in continuo movimento sia sul fronte dei veicoli elettrici, sia si quello delle infrastrutture di ricarica, ambito nel quale anche il nostro paese si sta dotando de Piano Nazionale Infrastrutture di Ricarica Elettriche (PNIRE)


(vedi post “Infrastruttura nazionale colonnine di ricarica per le auto elettriche: ecco il Piano Nazionale”).

E’ proprio sul fronte delle infrastrutture di ricarica che si assiste a grandi manovre per rendere possibile l’interoperabilità di standard e piattaforme, con una lotta sulla standardizzazione mondiale dei connettori già in corso da tempo (vedi post “Mobilità elettrica: lotta sulla standardizzazione dei connettori tra continenti”). Interessante, in questa direzione, come si sta muovendo la Open Charge Alliance, secondo la quale il connettore non è tutto, anche dal momenti che dopo che nelle tre più importanti aree di produzione e vendita di auto elettriche (Stati Uniti, Europa, Giappone/Asia Orientale) si saranno consolidati degli standard fisici ed elettrotecnici per la connessione all’infrastruttura di ricarica, rimarranno comunque da affrontare e superare aspetto legati all’articolazione delle piattaforme software di gestione e pagamento dei sistemi di ricarica, ivi compresi i problemi di identificazione del proprietario, i sistemi di prenotazione, fatturazione e così via.

A tutto questo va poi aggiunta la gestione della articolazione tariffaria, operazione fondamentale per determinare il costo dell’operazione per l’utente. Fino ad oggi infatti, ogni gestore di reti di ricarica a teso a sviluppare un proprio sistema proprietario con identificazione basata su transponder o smartcard appoggiandosi a forme diverse di registrazione obbligatoria al servizio.

Ogni sistema, preso singolarmente, funziona anche perfettamente incontrando la soddisfazione dell’utenza, ma con l’aspetto che, finchè non verrà superata, l’attuale eterogeneità dei sistemi, la non interoperabilità degli stessi, costituirà un ostacolo sia oggettivo che psicologico all’accettazione del paradigma di uso e ricarica dell’auto elettrica, compromettendo seriamente le prospettive di un definitivo sviluppo del settore e dell’intero mercato.

Open Charge Alliance, fondata in Germania e sviluppatasi inizialmente in Europa, ma recentemente sbarcata anche negli Usa, si propone oggi come organizzazione seriamente impegnata a risolvere il determinante problema. A seguire lo schema di una configurazione di infrastruttura di ricarica basata sui principi OCPP

Epyon-OCPP

Primo atto di questo piano di azioni, da parte dell’Open Charge Point Protocol (OCPP), è stata la proposta di un protocollo per la unificazione di funzionamento dei punti di ricarica, evitando essenzialmente di riscoprire la classica “acqua calda”. Una delle peculiarità di maggiore interesse della nuova proposta OCPP è costituta dalla gestione centralizzata della rete dei punti di ricarica anche di gestori diversi fino al caso di inconveniente tecnico, o addirittura della estinzione aziendale di uno dei gestori.

Tra le altre azioni in ponte della proposta OCPP, anche la generazione di statistiche normalizzate, l’emissione di notifiche automatiche in caso di guasti, malfunzionamenti o altri eventi rilevanti occorsi all’infrastruttura, il supporto alla manutenzione proattiva dei sistemi in campo. Una azione davvero interessante e ricca di contenuti quella implementata nell’ambito dei gruppi di lavoro del consorzio OCPP, che si riuniscono trimestralmente per discutere l’evoluzione dello standard, giunto oggi alla versione 1.5 (link alle specifiche della versione). L’accesso alle specifiche, come si può vedere, è gratuito ed assolutamente in linea con lo spirito “Open” dell’iniziativa.

Sauro Secci

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