Un carbone attivo superfine per decontaminare l’acqua dai pesticidi

Una problematica sempre più pressante quella della possibile presenza di pesticidi nell’acqua potabile. Servono quindi risposte in grado di ridurre il rischio di contaminazione e i relativi problemi potenziali per la nostra salute. Vediamo insieme questa nuovo studio che viene dall’Australia.

L’aumento del 62% dell’ utilizzo di pesticidi a livello mondiale negli ultimi 20 anni ha fatto crescere il timore che molte di queste sostanze chimiche possano finire nei nostri corsi d’acqua, causando malattie tumorali.

Il carbone attivo in polvere (PAC) viene attualmente utilizzato per rimuovere i pesticidi organici dall’acqua potabile. Tuttavia il processo è costoso, richiede tempo e non è efficace al 100%.

Il professor Jinming Duan, ricercatore in materia di risorse idriche dell’Università dell’Australia Meridionale, ha collaborato con il suo ex studente di dottorato, il dottor Wei Li dell’Università di Architettura e Tecnologia di Xi’an, e con colleghi cinesi in una serie di esperimenti per migliorare il processo.

I ricercatori hanno scoperto che riducendo le particelle di PAC dalle attuali dimensioni commerciali di 38 μm (un milionesimo di metro) a 6 μm, è necessario fino al 75% di polvere in meno per rimuovere sei pesticidi comuni. Si ottiene così un significativo risparmio nel trattamento delle acque.

A 6 μm, le particelle di PAC sono ancora abbastanza grandi da poter essere filtrate dopo il processo di adsorbimento, garantendo che non finiscano nell’acqua potabile dopo la rimozione dei pesticidi tossici.

Secondo il Prof. Duan, nei prossimi decenni si prevede un aumento degli inquinanti nei corsi d’acqua a causa della crescita della popolazione mondiale e dello sviluppo industriale. “È quindi fondamentale sviluppare processi di trattamento efficaci dal punto di vista dei costi per garantire la sicurezza dei nostri corsi d’acqua”.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Chemosphere.

“I pesticidi non possono essere rimossi con i processi tradizionali di trattamento delle acque, come la flocculazione, la sedimentazione e la filtrazione. Il carbone attivo in polvere fa il suo lavoro, ma i metodi esistenti hanno dei limiti. Il nostro studio ha individuato come rendere questo processo più efficiente”.

Secondo il dipartimento di ricerca Statista, nel 2021 sono stati applicati circa 3,54 milioni di tonnellate di pesticidi alle colture agricole di tutto il mondo.

Preoccupante è il fatto che, nonostante gli sforzi per aumentarne l’efficienza, si stima che solo il 10% dei pesticidi raggiunga i parassiti bersaglio. Inoltre la maggior parte delle sostanze chimiche rimane sulle superfici delle piante o entri nell’ambiente, compresi il suolo, i corsi d’acqua e l’atmosfera.

Studi tossicologici hanno suggerito che l’esposizione a lungo termine a bassi livelli di pesticidi – principalmente attraverso la dieta o l’acqua potabile – potrebbe aumentare il rischio di cancro e altre malattie. “Per questo motivo è importante ridurne i livelli al minimo possibile”, spiega il Prof. Duan.

I ricercatori sperano anche di esplorare il modo in cui il carbone attivo superfine potrebbe essere utilizzato per rimuovere le sostanze polifluoroalchiliche tossiche (PFAS) e i composti perfluorurati (PFC) presenti in molti prodotti di consumo, che sono stati collegati a impatti negativi sulla salute.**

Per approfondire: “The effectiveness and feasibility of ball-milled powdered activated carbon (BPAC) for removal of organic pesticides in conventional drinking water treatment process” pubblicato su Chemosphere. DOI: 10.1016/j.chemosphere.2024.142229

Fonte articolo: University of South Australia

** NDR: Su questo tema vogliamo ricordare l’eccellenza italiana dei Naturizzatori® Sidea che uniscono filtri a carbone attivo con uno specifico studio dei flussi dell’acqua, un avanzato filtraggio ed una camera di disinfezione a raggi UV. Un sistema capace di rendere batteriologicamente pura anche un’acqua assimilabile, per carica batterica, ad una delle peggiori acque di scarico, eliminando anche sostanze come i Pfas.

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Redazione

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