Scarti di pomodoro: dopo il biogas anche una cella a combustibile

Il pomodoro rappresenta davvero un alimento essenziale alla base di molte tradizioni alimentari, tra le quali una delle massime espressioni è costituita dalla nostra “dieta Mediterranea”, oramai riconosciuto come elemento di longevità.

Una filiera importantissima proprio nel nostro paese, quella del pomodoro, che da qualche hanno ci sta svelando anche le sue diverse vocazioni energetiche attraverso la utilizzazione dei suoi scarti. Infatti, nel sempre più vasto contesto delle energie rinnovabili, la forma di agrienergia che si sta affermando maggiormente nel nostro paese (che è il terzo produttore al mondo dopo Cina e Germania), è quella legata alla produzione di biogas e biometano, a partire da matrici agricole dirette ed agroalimentari. Ed è proprio nel vasto contesto delle matrici degli scarti da industri agroalimentare sono anche le buccette di pomodoro ad avere un ruolo importante nella cosiddetta “ricetta in ingresso” ai biodigestori per la produzione di biogas. Ma questo grande simbolo della nostra alimentazione sta mostrando un altro grande lato delle sue potenzialità anche come scarto, anche relativamente alle grandi quantità che marcescenti, rimanendo magari nei campi, sono precursori della dispersione in atmosfera di un potentissimo climaterante, se lasciato allo stato libero come il metano (potere alterante circa 30 volte superiore alla CO2).
Ed è proprio in questa direzione che si sta muovendo uno studio realizzato da un team diricercatori di tre università americane, secondo il quale sarà possibile ottenere energia elettrica utilizzando i pomodori marciti o danneggiati nelle fasi di coltivazione e di raccolta. Dallo studio è nato un progetto pilota condotto dagli stessi scienziati della South Dakota School of Mines & Technology, della Princeton University e della Florida Gulf Coast University e presentato recentemente nel corso dell’ultimo meeting dell’American Chemical Society, che ha portato alla realizzazione di una cella a combustibile biologica capace di utilizzare gli scarti della produzione dei pomodori in Florida.
Uno stato non certo casuale quello della Florida, dove ogni anno vengono buttate ben 396.000 tonnellate di pomodori. Si tratta come dicevo di rifiuti che, se conferiti in discarica, darebbero origine a quel potente climalterante che è il metano libero (vedi post “Quel gas in fuga che fa tanto male al clima“), mentre se finiscono nelle acque creano gravi problemi per il loro trattamento. L’utilizzo del nuovo sistema messo a punto, una volta portato su scala industriale, consentirebbe di risolvere questa grande problematica ambientale, riuscendo nel contempo a trasformare un rifiuto in un’opportunità per la produzione di energia rinnovabile. La cella elettrochimica realizzata dagli scienziati americani utilizza i batteri per ossidare la materia organica dei pomodori di scarto, con un processo che determina il rilascio di elettroni, i quali vengono poi catturati nella cella trasformandosi quindi in una risorsa di elettricità. Nel corso della ricerca è stato scoperto inoltre che i pigmenti naturali di licopene dei pomodori, costituiscono degli eccellenti mediatori per favorire la creazione di cariche elettriche. Lo sviluppo attuale della ricerca vede una energia prodotta dalla cella a combustibile relativamente bassa, dal momento che da 10 milligrammi di pomodori si producono 0,3 watt di elettricità, ma i ricercatori confidano che una volta portata la tecnologia su scala industriale attraverso un maggiore impegno di ricerca, sarà possibile incrementare la produzione di molti ordini di grandezza.

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