Rifiuti: ecco le proposte dei Medici per l’Ambiente

La percezione che abbiamo, noi che viviamo a Napoli e che abbiamo assistito e supportato la candidatura di de Magistris, è quella che vi sia stata effettivamente una svolta nella politica. A Napoli, più che a Milano, le elezioni hanno avuto un valore eccezionale perchè con il voto sono state cacciate dalla porta principale, col voto, le lobbies bipartisan di affaristi che, riunendo in un mortale abbraccio di interessi i partiti sia di destra che di sinistra, avvelenano da decenni la città. E di questo ne sono consapevoli, più degli stessi cittadini napoletani, queste lobbies di affari che con le ecomafie fatturano circa venti miliardi di euro all’anno, con le emergenze rifiuti fatturano non meno di 2 miliardi di euro di sprechi, e con il solo inceneritore di Napoli est, inutile oltre che dannoso, rischiano di perdere un altro affare da oltre un miliardo di euro.


Un nuovo gruppo dirigente, però, non si forma dalla sera alla mattina. Anche certe scelte gestionali dettate dalla ragion di Stato e dalla conoscenza della macchina burocratica (ad esempio la conferma di Fortini alla ASIA) contribuiranno a rallentare, e non poco, un processo di rinnovamento che è comunque in corso. Alla Regione il Governatore Caldoro (non) governa quasi con tutti gli stessi Dirigenti e Consulenti dell’ex Governatore Bassolino, dall’Ambiente alla Sanità agli organi di monitoraggio e controllo. Ancora nessuno, se non noi tecnici delle Assise di Palazzo Marigliano e Medici dell’Isde Medici per Ambiente, afferma con chiarezza che il vero problema non sono le discariche per rifiuti urbani ma la totale assenza in Campania di discariche a norma per rifiuti industriali e tossici.

Quello di cui nessuno parla, infatti, né ovviamente i politici locali ma anche gli stessi Comitati contro le discariche, è che, per potere avviare seriamente una strategia di rifiuti zero urbani, come in Veneto, patria dell’ormai famosissima Vedelago, non possiamo esimerci dal tracciare e dal fare funzionare a norma un certo e ben controllato numero di discariche e impianti di trattamento per rifiuti industriali (in Veneto ben 68 discariche; in Campania Zero). Se de Magistris avesse successo, “scasserebbe” pure questo sistema di tacito e redditizio non trattamento dei rifiuti industriali. Era facilmente ipotizzabile quindi che la questione rifiuti, all’indomani del successo di de Magistris, si sarebbe aggravata, al di là delle parole e delle promesse fatte.

A mio parere, dunque, si deve: a) Costituire con urgenza una task force non politica composta al 75% da tecnici, riconosciuti e indipendenti (geologi, ingegneri, giuristi, medici, ecc) e al 25% di designati dai Comitati cittadini che, di supporto all’amministrazione comunale, aiutino l’amministrazione a tracciare linee guida operative; b) Emanare ordinanze sindacali per la riduzione della produzione dei rifiuti e controlli e verifiche per la riduzione dei rifiuti non urbani, commerciali e industriali. Coinvolgere i medici di Napoli e provincia in una grande campagna di responsabilizzazione civica che abbia per obiettivo l’abbattimento della produzione di rifiuti del 50%.

E’ l’iniziativa che Isde Italia presenterà oggi ai vertici dell’Ordine dei medici del capoluogo campano in occasione del IV Corso sulle patologie ambientali, promosso da Fnomceo e dallo stesso Isde; c) Immediata separazione e raccolta quotidiana del rifiuto umido con allontanamento dello stesso dall’area cittadina a qualunque costo per evitare i rischi sanitari (circa 90mila tonnellate/anno) con immediata partenza degli impianti di compostaggio; d) obbligare Governo e Regione a dedicare una linea di Acerra (circa 800 tonnellate al giorno) almeno temporaneamente alle sole esigenze immediate di Napoli; e) Identificare siti di trasferenza temporanea nei confini comunali e obbligare la Regione a identificare siti temporanei regionali; f) Avviare tutti i processi virtuosi di recupero e riciclo; g) Affidare alla task force di tecnici e cittadini una precisa e costante ricognizione e monitoraggio dei flussi. Che il Sindaco ci consenta di indossare le armature: abbiamo da difendere non già i nostri interessi, ma la nostra dignità e le nostre vite.

*Assise di Palazzo Marigliano

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