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Porto della Spezia, le motivazioni della condanna di Forcieri

Porto della Spezia, le motivazioni della sentenza su Forcieri. “Cercava un posto di lavoro al figlio del revisore dei conti”. L’ex presidente dell’Authority è stato ritenuto responsabile di reati gravi quali corruzione e turbativa d’asta.

Oltre 280 pagine per motivare le condanne nel processo, concluso il 15 luglio scorso, sulla porto-connection svelata dalla Guardia di Finanza che, nel 2016, scandagliò l’ultimo anno della gestione del presidente Lorenzo Forcieri e del segretario generale Davide Santini, disarcionandoli dai ruoli apicali. Il primo, convinto di dimostrare la sua innocenza, aveva deciso di difendersi, l’altro aveva patteggiato la pena.

Forcieri
L’ex presidente dell’Autorità Portuale Lorenzo Forcieri

Il ‘mattone’ giudiziario è stato depositato il 14 settembre dai giudici del Tribunale.

Si aprono ora i termini (45 giorni) per la presentazione degli appelli dell’ex numero uno dello scalo spezzino condannato a 5 anni di reclusione. E degli imputati minori, chiamati in causa nei vari profili accusatori che spaziano dalla corruzione alla turbativa d’asta fino alla rivelazione di segreti d’ufficio. Tranne che nel caso di Giacomo Erario (assolto) tutte le prospettazioni del pm Luca Monteverde, tessitore dell’inchiesta, hanno fatto centro facendosi ancoraggio ai verdetti ‘calibrati’ sulla portata delle responsabilità, dedotte dai giudici, nella consumazione dei reati da parte delle figure-satellite.

L’argomentare del presidente estensore Fabrizio Garofalo è preceduto da un cappello sui criteri di valutazione delle prove. Suona così. I contenuti delle intercettazioni telefoniche e dei discorsi captati dalle microspie, insieme ai verbali degli interrogatori di garanzia resi nell’immediatezza dell’esecuzione delle misure cautelari, hanno prevalso sulle narrazioni rese dagli imputati nel corso del processo per difendersi. Questione di genuinità del discorrere e di rilievi maturati durante le udienze. “Le versioni dei fatti prospettate a distanza da essi non di rado sono state connotate da profili di illogicità e inverosimiglianza”.

Non era quello il metodo invocato dagli avvocati difensori nell’analisi degli elementi di prova. Ma ora possono rilanciare attraverso le impugnazioni: per loro un altro tour de force, in tempi stretti. Proprio le parole in libertà arrivate all’orecchio dei finanzieri rispetto alle ricostruzioni postume hanno fatto anche la differenza sul piano del quantum della pena inflitta a Forcieri.

Il pm aveva chiesto 4 anni e tre mesi di reclusione. Il collegio ha alzato il tiro con l’aggiunta di altri nove mesi.

“Sorprendente, illogico. Il processo ha semmai dimostrato una gestione oculata dei fondi pubblici, la linearità delle azioni”. Queste le espressioni di primo acchito del collegio difensivo di Forcieri. I giudici hanno effettuato un’analisi chirurgica dei fatti. Le rappresentazioni sulla crescita del porto spezzino compulsata da Forcieri sono rimaste sullo sfondo. Dall’esame del materiale, è scaturita la lettura ‘corruttiva’ nel patto stretto con l’allora revisore dei conti dell’Autorità portuale Massimo Vigogna. condannato a 4 anni. A questi Forcieri, visto che lo avvisava su possibili controlli e gli passava informazioni sul segretario generale, aveva promesso l’assunzione del figlio in un’azienda che ha in concessione uno dei terminal del porto della Spezia.

fonte articolo: La Nazione

Redazione

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