Microplastiche in mare: tessuti sintetici e non solo

La grande problematica delle microplastiche in mare presenta grandi impatti, ad iniziare dalla fauna marina.

Si tratta di fibre di nylon, poliestere, cellulosa del cotone rilasciati in acqua durante il lavaggio. Il 94% delle microplastiche in mare proviene dal lavaggio di fibre sintetiche come Pet e nylon ma anche dall’attrito pneumatici e asfalto, che forma particelle di gomma portate nei fiumi e in mare dalle piogge che lavano le strade, e dalle vernici.

Tutte queste matrici insieme, aumentano le emissioni di metano, inibendo il sequestro della CO2 da parte degli oceani.

È questa l’analisi del Galway-Mayo Institute of Technology, commissionata dalla ong Seas at Risk. Da questo nuovo studio escono assolti invece i detersivi monodose per lavatrici e lavastoviglie (in capsule o tabs), prodotti per l’igiene domestica ampiamente usati dai consumatori per la loro utilità e praticità. Al riguardo Altroconsumo ha realizzato un’inchiesta orientata a scoprire quante microplastiche si disperdono attraverso l’utilizzo di pastiglie per il lavaggio di vestiti e stoviglie.


Questa specifica indagine si colloca nell’ambito del progetto Clean, finanziato dal Consumer Programme dell’Unione europea e realizzato con i partner portoghese DecoProteste, spagnolo Ocu e belga Test-Achats in Belgio facenti parte del network Euroconsumers, finalizzato alla promozione di una maggiore informazione dei consumatori relativamente all’utilizzo dei detersivi ed alla adozione di comportamenti più consapevoli e sostenibili da parte sia dei cittadini che dei produttori.
Nella sua indagine, Altroconsumo ha selezionato 39 detersivi in capsule e tabs (20 per lavatrice e 19 per lavastoviglie) appartenenti ai brand più conosciuti e diffusi sui mercati, appartenenti ai partner del progetto Italia, Belgio, Spagna, e Portogallo.

Attraverso l’esecuzione di test di lavaggio si è cercato di capire le modalità con le quali questo tipo di prodotti impattano sull’ambiente, in termini di rilascio di microplastiche, a seguito dello scioglimento dei microfilm in cui sono contenuti i detersivi.

I risultati dei test sulle pastiglie per lavastoviglie sono molto confortanti, dal momento che che nessuno dei 19 prodotti analizzati ha rilasciato residui di microplastiche nelle acque dei lavaggi.

Passando all’analisi dei prodotti per lavatrici invece, è stata rilevata la presenza di microplastiche nell’acqua di lavaggio, ma è stato dimostrato che il rilascio delle sostanze stesse non dipende dai microfilm delle tabs ma direttamente dal PET (polietilene-tereftalato) presente nelle coperte in poliestere utilizzate nelle prove, e che, anche in questo caso, gli involucri delle pastiglie si sono sciolti completamente. Per escludere eventuali apporti di microplastiche da parte dell’acqua di rete utilizzata, degli elettrodomestici utilizzati o degli stessi oggetti lavati, sono stati effettuati cicli di lavaggio mirati per quantificare anche questi specifici contributi. Considerando il rilascio di microfibre da parte delle stesse coperte lavate (43 microfibre da un lavaggio), risulta che solo due capsule su 20 hanno contribuito al rilascio di microplastiche nell’acqua di lavaggio. Se un contributo al rilascio di microfibre da parte del detersivo c’è, questo sembra dipendere più dall’interazione tra prodotto e tessuti o dalla sua stessa composizione, che dalla sua forma in caps, che era comune a tutti i prodotti del test.

Emerge, quindi, che l’utilizzo dei detersivi monodose per tessuti e stoviglie non sembra impattare significativamente sull’inquinamento da microplastiche delle acque. Nonostante questo, Altroconsumo ritiene necessario un intervento dell’industria tessile, oltre che dei cittadini, per diminuire il rilascio di microplastiche da parte dei tessuti che, secondo l’IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura – corrisponde al 35% delle microplastiche ritrovate negli oceani.

Sulla specifica indagine il commento di Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo, secondo il quale, “la salvaguardia del nostro Pianeta è e deve essere un’assoluta priorità di ogni individuo, ma affinché ciascuno possa fare la propria parte è necessario sviluppare una maggiore coscienza e conoscenza in tema di impatto ambientale a partire dai prodotti che si utilizzano nella propria quotidianità. Lo scopo del progetto Clean, in linea anche con gli impegni del Manifesto green promosso da Altroconsumo, è proprio quello di diffondere e promuovere comportamenti più consapevoli e sostenibili sia fra i cittadini che fra le aziende. Attraverso questa ricerca scientifica, intrapresa dalle organizzazioni della rete Euroconsumers, siamo lieti di poter dare un contributo concreto e fare più informazione sull’impatto ambientale di oggetti quotidiani, come i detersivi e le loro prestazioni”.

La Redazione di Ecquologia

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