Drena: la nuova pavimentazione ecologica drenante alternativa all’asfalto, dagli innumerevoli vantaggi ambientali

Ecofuturo 2015 giunto alla sua seconda edizione, si è confermato un grande punto d’incontro per costruttori di ponti e di sinergie, mettendo insieme tante bellissime ecotecnologie “made in Italy”, fondamentali per recuperare la sostenibilità perduta, consolidando le pratiche virtuose orientate all’economia circolare (vedi post “L’economia circolare e il riciclaggio: grandi benefici per l’Europa ma soprattutto per l’Italia).


Questa volta voglio dar conto di una innovazione tutta “made in Tuscany”, che affronta uno dei temi simbolo della modernità che è stata la “strada”, come pista di materiale bituminoso basato sugli idrocarburi che, a partire da alcuni decenni fa, ha tracciato in lungo ed in largo l’Italia, accorciando le distanze in un paese da sempre eccessivamente sbilanciato sulla strada a livello di trasporti, ma lasciando dietro se numerosi ed impattanti “effetti collaterali”.
Si tratta di una nuova rivoluzionaria pavimentazione drenante non basata su idrocarburi. che si pone come alternativa agli asfalti bituminosi ed anche ai cosiddetti “asfalti drenanti”, messa a punto dall’incontro ideale tra una grande azienda toscana nelle costruzioni stradali come il Gruppo Granchi di Pomarance (PI) (link sito), e la Saver di Massarosa (LU)(link sito), primaria azienda nazionale nei prodotti innovativi per l’edilizia e le infrastrutture. Da questo incontro di grandi competenze nei rispettivi settori è nato “Drena”, un sistema di pavimentazione drenante ed oserei dire “respirante”, capace di dare risposte diversificate ed attualissime, legate per esempio a due temi cruciali legati ai cambiamenti climatici indotti dalle sempre più insostenibili attività antropiche e di un problema come l’inquinamento atmosferico con particolare riferimento ai grandi centri urbani. Prestazioni quelle del nuovo materiale, legate alla permeabilità, cioè dalla capacità da parte di rocce o di terreni inconsolidati di essere attraversati dai fluidi. Da prove di laboratorio il coefficiente di permeabilità del nuovo DRENA-TCE è compreso tra 2 e 6 *10-3 quindi simile a terreno con ghiaia sciolta e molto più permeabile di un terreno naturale vegetale che presenta un coefficiente k compreso tra 10-4 e 10-6. Una caratteristica Come sappiamo, in un paese assediato progressivamente dalla impermeabilizzazione dei suoli e profondamente dissestato idrogeologicamente come il nostro (vedi post “Dissesto idrogeologico: oltre 10.000 sfollati in Italia nel 2014 secondo il CNR“), le innumerevoli piste di asfalto rappresentano un acceleratore incredibile per eventi meteorici sempre più violenti e concentrati, nel contesto di un progressivo abbandono di aree boschive, forestali ed agricole collinari in genere, non più adeguatamente presidiate dall’uomo. Disporre quindi di una alternativa all’asfalto bituminoso, come Drena, capace di garantire la massima drenabilità, rappresenta davvero uno strumento molto potente per le nuove pianificazioni e per i rifacimenti. Il nuovo prodotto è costituito da un legante da miscelare ad inerti selezionati per la realizzazione di massetti in calcestruzzo drenante, permeabili all’acqua e con un contenuto di spazi vuoti superiori al 30%, con impiego di pozzolana come previsto da norma NS 670 125° per la prevenzione da danni da idrossido di calcio e maggior resistenza ai Sali, presenti nel periodo invernale per le attività antigelo. Il nuovo prodotto dispone di una serie rilevante di caratteristiche essendo:

  • altamente drenante;
  • disponendo di una elevata superficie di drenaggio;
  • non essendo infiammabile;
  • non rilasciando sostanze dannose;
  • non alterando la composizione chimica dell’acqua;
  • essendo indipendente da impiantistica centralizzata ma realizzabile con inerti reperiti in loco (inerti a km 0), caratteristica che ne rende possibile la realizzazione in luoghi diversi e anche remoti.

Non meno rilevanti anche i campi di impiego, capaci di moltiplicarne anche i vantaggi ambientali legati alla mitigazione dell’inquinamento atmosferico, autentica piaga di questo ultimo secolo oltre che acustico (vedi post “Milano 2015: la qualità dell’aria, gli sforamenti di PM10 e l’epigenetica nell’anno di EXPO”). DRENAinfatti è indicato oltre che come validissima alternativa a tratti asfaltati esistenti anche in forma di substrato, per la realizzazione di tutte quelle opere oggi lasciate a terra battuta. Per realizzare strati altamente drenanti e al tempo stesso solidi, compatti, funzionali. Una caratteristica che aiuta a superare, pur rispettandoli, i vincoli idrogeologici e paesaggistici del territorio. Al prodotto infatti possono essere aggiunti pigmenti inorganici per permettere una maggiore armonia cromatica con il paesaggio ed anche una mitigazione per esempio nei tratti stradali urbani della cosiddetta “Isola di Calore Urbano”, conosciuta dai ricercatori come UHI (Urban Heat Island) (figura seguente a sinistra), tema di grande rilevanza per climatologi e modellisti atmosferici per lo studio dello sviluppo di inquinanti secondari come l’ozono, che si sviluppano per interazione tra l’alta temperatura dell’aria nei centri urbani ed inquinanti primari come gli ossidi di azoto, rilasciati normalmente dal traffico urbano e che ha visto due anni fa proprio a Firenze un convegno di rilevanza mondiale (vedi post “Convegno internazionale sulla meteorologia applicata in ambito urbano a Firenze: si parla di UHI (Urban Heat Island) ed inquinamento urbano“).

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Un tema, quello delle strade urbane che tentano di scrollarsi dall’ingombrante colore nero dell’asfalto, di cui ho parlato recentemente in un altro post del mio blog (vedi post “Riscaldamento in aree urbane: ritornano le “strade bianche” per ridurre le temperature“) che si ispira, tra l’altro a cosa si sta facendo nell’ambito dell’efficienza energetcia degli edifici agendo sulla colorazione della copertura dei tetti.
Gli utilizzi possono oramai essere davvero ad ampio raggio andando dalla viabilità interna a quella extraurbana ed autostradale, spaziando tra:

  • viali;
  • piazzali;
  • piste ciclabili;
  • strade collinari;
  • strade bianche;
  • strade sterrate;
  • strade urbane;
  • strade extraurbane;
  • tratti autostradali;
  • sottofondi;
  • campi da calcio/calcetto dal momento che il prodotto è stato testato rispetto a quanto previsto dal regolamento F.I.G.C. – L.N.D. 2011, rispondendo pienamente ai requisiti per l’impiego nel sistema in erba artificiale utilizzato per la realizzazione di campi di calcio utilizzati per i campionati F.I.G.C., L.N.D. ed SGS certificato del 16/10/2011

Ma rimanendo alla qualità dell’aria ed alla grande piaga dell’inquinamento atmosferico in ambito urbano, la principale peculiarità di Drena è legata, in virtù della sua superficie aperta, al suo elevatissimo potere captante e direi “catturante”, delle micidiali polveri fini ed ultrafini (PM10, PM2,5, etc.), limitandone fortemente l’aerodispersione in atmosfera e conseguentemente gli impatti sulla salute umana per l’inalazione nell’apparato respiratorio e da questo in quello circolatorio (vedi figure seguenti).

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Effetti-tossici-polveri-fini

I vantaggi ambientali si spingono inoltre anche verso l’inquinamento acustico, elemento di grane rilevanza proprio nei centri urbani, con un materiale che riesce a mitigare fortemente la rumorosità indotta dal rollaggio dei pneumatici.

A seguire la bellissima presentazione di approfondimento su Drena ad Ecofuturo 2015, con Rossano Granchi (Gruppo Granchi)Paolo Cinquini (Saver), il coordinamento di Fabio Roggiolani e la presenza della Senatrice Loredana De Petris ed una mia riflessione condivisa proprio sul tema del riscaldamento dell’isola urbana di cui ho fatto cenno nel post.

A seguire l’intervista di Michele Dotti ai protagonisti del nuovo prodotto, Rossano Granchi e Paolo Cinquini.

Sauro Secci

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