Ue e la nuova normativa sui sementi, l’altra faccia della medaglia.

L’Unione Europea sta mettendo a punto nuove norme per il commercio dei semi, o meglio del materiale riproduttivo vegetale: ecco l’intero dossier (via Ecowiki) ed ecco la sintesi che ne fa Vogliaditerra: il Contadino, oltre ad essere saggio, è sempre ben informato ma, essendo forestiero, ha un suo modo particolare di usare l’italiano


Questa legge ovviamente rimpiazzerà e unificherà qualcosa come dodice normative già esistenti: l’idea che non puoi vendere su grande scala seme non certificata su germinabilità e purezza non è mica nata oggi. Ovviamente favorisce i grandi che hanno i mezzi per farlo, ma se tu passi i tuoi semi di pomodoro a un altro amico non siete fuorilegge e puoi anche venderlo su piccola scala

Il testo completo della proposta di regolamento è qui in versione italiana. Per chi non avesse tempo e voglia di leggersi tutto, riprendo i punti salienti delle FAQ (disponibili solo in inglese) su registrazione delle sementi e piccoli produttori, attingendo anche dalla traduzione offerta dal già citato Ecowiki.

I giardinieri e i contadini che usano semi e piante per il proprio consumo non sottostanno a queste regole. La proposta offre la scelta ai contadini tra usare semi certificati o non certificati (standard). La scelta dipende dalle necessità e dalle preferenze di ogni coltivatore. I semi certificati offrono migliori garanzie di qualità mentre quelli standard di solito hanno prezzo più bassi.

Lo scambio di semi o altro materiale per la riproduzione delle piante tra non professionisti resta al di fuori degli scopi della legge. Ciò che viene venduto da non professionisti o da micro imprese per mercati di nicchia è esente dall’obbligo di registrazione. Le imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro possono vendere le loro varietà di piante di nicchia senza obbligo di registrazione

FONTE | Il journal

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