L’Unione Europea finanzia le corride in Spagna

Ogni anno l’Unione Europea finanzia le corride in Spagna con circa 130 milioni di fondi pubblici. La denuncia è arrivata questa mattina da Bruxelles dove alcuni eurodeputati spagnoli hanno chiesto ufficialmente alla Commissione Europea di interrompere il drenaggio di risorse verso questo settore.


Stando alle testimonianze e ai dati raccolti, il settore delle corride sembra essere gravemente in crisi e pare continui a stare in piedi proprio grazie ai fondi dell’UE.“Il fatto è che le corride non potrebbero essere finanziate con fondi europei”, dice Raul Romeva i Rueda, deputato europeo ed esponente di Iniziativa per la Catalogna verde“Gli allevatori usano però un escamotage: i contributi vanno all’allevamento dei tori in generale, ma in realtà si tratta dei tori da combattimento. E così, di fatto, si sostengono le feste e gli altri eventi minori dove si pratica la corrida”“Il paradosso – continua Romeva i Rueda – è che da un lato l’Ue promuove e sostiene economicamente iniziative volte a contrastare le torture nel mondo animale, dall’altro si ritrova a mantenere in vita la tauromachia”.Ovviamente la denuncia degli eurodeputati fonda le sue basi su ragioni principalmente economiche; i fondi destinati alle corride sono a perdere, e in questo periodo storico non permettono alcun ritorno.
La domanda giusta da porsi non dovrebbe essere ‘se è lecito finanziare le corride in Spagna con dei fondi pubblici’ ma ‘è etico sostenere questa attività?’. Ogni anno, nella sola penisola iberica, vengono promosse oltre 13.000 feste popolari. I tori uccisi sono circa 30.000; circa 80 individui muoiono ogni giorno per mano di una crudele tradizione. Sebbene l’opinione pubblica si sia rivelata contraria alla corrida (da un recente sondaggio, 4 giovani su 5 vorrebbero che fosse bandita), in governo spagnolo continua strenuamente  a voler sostenere il settore, stanziando finanziamenti importanti.
Auspichiamo che l’esempio della Catalogna, che dal 2012 ha bandito questa pratica, venga seguito presto anche nel resto del paese. Ci piacerebbe ancora di più se a scrivere la parola FINE sulla corrida, non fossero le ragioni economiche, bensì quelle etiche.
Via | Animal equality Italia

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