Le rinnovabili diffuse stacchino la spina dalla rete

E’ da tempo che noi addetti del settore e tutti gli appassionati dell’infinito mondo delle Fonti di Energia Rinnovabile, ci sentiamo colpevolizzati da illustri esponenti dell’infinita pletora di “esperti” di reti elettriche e trasmissione dell’energia attraverso le infrastrutture a questo deputate .



L’argomento del “corpus delicti” sembra essere banalmente spiegabile con quel dispregiativo funzionamento a “nuvola di Fantozzi” che le rinnovabili diffuse seguirebbero per ragioni legate all’andamento del clima locale (Sole, Vento e Piogge) provocando sbilanciamenti “insostenibili” alle nostre “poco smart”, reti elettriche.

Di fatto queste considerazioni teoriche divenute in breve tempo, prima e ancora dopo il referendum sul nucleare, delle vere e proprie propagande negative sui mass media e nell’immagginario collettivo, hanno provocato prese di posizione da parte di alcuni dipartimenti interministeriali così responsabilmente impegnati a porre rimedio a cotanto “disturbo elettronico” .

Impartiti da alcuni dipartimenti universitari vicini certamente alla multinazionale ENEL che gestisce la stragrande maggioranza delle reti di prossimità, sono nate dunque, diverse attività di ricerca che in modo autorevole scovassero, amplificassero e proponessero soluzioni per contrastare gli effetti di sbilanciamento operati sulla rete dalla produzione diffusa di energia rinnovabile.

Rinunciando,così, a considerare che all’aumentare della numerosità delle installazioni diffuse, l’effetto dello sbilanciamento diventa irrisorio fino ad annullarsi in una immensa e felice produzione pulita,diffusa e costituita da una dominante elettrica regolabile sulle smart grid, rinunciando a considerare il benefico apporto di produzione decentralizzata di energia direttamente utile e calata nei fabbisogni effettivi delle utenze, non si è rinunciato a “punire in modo esemplare” le dannose e reazionarie rinnovabili diffuse.

Tra i più autorevoli provvedimenti , ricordiamo il “titolo II art 11 comma 3 IV conto energia” detto anche decreto Romani, in cui sarebbe stato obbligatorio dal Gennaio 2013 l’immissione nel mercato italiano di inverter CC/CA dotati di dispositivi di auto comando, di dispositivi per l’assorbimento dell’energia reattiva e di protezioni di interfaccia quasi intelligenti e capaci di “autolimitare” a uso e consumo del distributore di rete locale, la potenza di energia immissibile in rete (si dice che un emendamento per l’introduzione dell’obbligo ulteriore di servire da parte dell’inverter anche tazzine di caffè a basso costo, sia stato solo all’ultimo minuto, estromesso dal testo definitivo del testo poi emanato).

Non certo un premio alle “acchiappanuvole fantozziane rinnovabili” è altresì riconoscibile nella progressiva riduzione del riconoscimento ai produttori rinnovabili diffusi, della componente di rimborso ex Tabella 4 del Testo Integrato Scambio (TIS) redatto dall’AEEG a partire dalla delibera ARG/elt 107/09 fino a ARG/elt 196/11, 204/11 e le più recenti, 175/2012/R/EEL e 213/2012/R/EEL.

Niente possono, in fatti, il rimasuglio del Cus applicabile all’energia scambiata con la rete rispetto al dimezzamento in pochissimi anni, della quota di rimborso sullo sbilanciamento di cui alla tabella 4 dell’ultima versione del TIS, di fatto passata da più del 10 % al 5 %.

Se di fatto il mercato del fotovoltaico italiano ha cancellato da solo l’applicazione delle clausole del IV conto energia mangiando le pur ridotte quote di incentivi economici stabilite prima del tempo e annientando in in un sol colpo i suoi effetti nefasti come il sogno di tanti illustri in ENEL e nei dipartimenti universitari ad essa collegati che avrebbero desiderato vedere la proliferazione di tentativi anomali di installazioni di impianti da 3 kW dotati di inverter da potenze anche doppie, ridicolizzando e colpendo a morte un settore trainante dell’economia italiana, dall’altro restano le progressive riduzioni di riconoscimento dei rimborsi sull’E s e dei saldi annuali del CEI nel meccanismo dello Scambio Sul Posto.

Il V conto energia pone, ora, un bivio ai prossimi produttori di energia da rinnovabili diffuse : se vuoi l’incentivo devi rinunciare allo scambio sul posto riducendo al lumicino e ai soli occhi veramente esperti, la possibilità di leggere bene che economicamente ed ecologicamente conviene evitare l’accesso agli incentivi delle tariffe onnicomprensive. Di fatto esse rappresentano delle vere e proprie “bucce di banana” rispetto alla ghiotta possibilità di auto consumare l’energia nei gangli del regime dello scambio sul posto e di massimizzare l’apporto economico ed energetico dell’autoconsumo.

E’,forse, giunto il momento di STACCARE TUTTI I NOSTRI CLIENTI vecchi e nuovi dalla rete elettrica connettendoli alla loro rete di produzione interna fatta di abitazioni riqualificate energeticamente dotate di appendici impiantistiche domotizzate che vadano solo ad energia elettrica rinnovabile massimizzandone gli apporti orari sia diurni che notturni.

Un importante e definitivo apporto in questo, sarà rappresentato dall’acquisto di kit rinnovabili che non prevedano solo la produzione ma anche la rottamazione di auto a combustibili fossili sostituite da opportune auto, motocicli e bici a trazione elettrica o ibrida che hanno il grande vantaggio di poter aumentare considerevolmente le percentuali di autoconsumo dell’energia prodotta dall’utenza senza più “gravare” sugli “esosi” esborsi economici prelevati dalle bollette nella componente A3 per sostenere gli oneri di sistema.

In esclusiva per Ecquologia.com

Francesco Girardi

Ing. Per l’Ambiente e il Territorio ed Energy Manager

Greenergy s.a.s.

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