La geotermia da riscoprire per meglio sfruttare le sue potenzialità

Nel parlare di fonti energetiche rinnovabili, quella che affiora subito alla mente è il fotovoltaico, forse perché, considerata la mole di annunci pubblicitari ai quali tutti siamo stati sottoposti, addetti ai lavori e non, è entrata a far parte delle conoscenze di massa, come in un certo qual modo l’eolico non fosse altro perché una wind farm non passa inosservato


Prendendo spunto da uno studio della Commissione europea leggi che, in merito allo sviluppo delle rinnovabili, l’obiettivo al 2020 è fissato a 20,6%. In sostanza il quadro che emerge da queste stime della Commissione europea, sulla base dei piani nazionali per le energie rinnovabili dei 27 Stati membri presenta l’eolico come la fonte rinnovabile che primeggia su tutte, mentre per il riscaldamento continuerà il dominio delle biomasse.

Inoltre, sempre secondo le previsioni di Bruxelles, la produzione di fonti verdi nell’UE dovrebbe aumentare ad un ritmo del 6% l’anno, passando dai 99 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (TEP) del 2005 ai 245 milioni di tonnellate nel 2020.

Sulla base delle proiezioni degli Stati membri, la quota di rinnovabili nell’elettricità crescerà dal 19,4% del 2010 al 34% nel 2020, per riscaldamento e raffreddamento passerà dal 12,5% al 21,5% e nei trasporti dal 5% all’11%. Ovviamente, è impensabile che l’obiettivo del 20,6% entro il 2020 possa essere raggiunto attraverso le sole fonti rinnovabili fin qui menzionate, anche perché bisogna ricordare che il mondo delle rinnovabili è fatto di varie fonti, tra le quali negli ultimi tempi, si fa strada anche la geotermia.

In effetti, in Italia lo sfruttamento dell’energia geotermica ha avuto inizio oltre un secolo fa, consegnando in tal modo al nostro Paese una indiscussa leadership tecnologica a livello mondiale. Tutto ciò è accaduto a seguito delle esperienze maturate nel noto distretto geotermico del Larderello in Toscana, grazie al quale l’Italia è oggi il primo Paese d’Europa per potenza geotermica installata e tra i primi a livello mondiale.

Localmente il contributo fornito da questa fonte energetica è stato molto importante e qualcosa ne sanno i cittadini della Toscana che negli ultimi decenni ne hanno giovato, ma come sempre c’è il risvolto della medaglia, rappresentato da una tecnologia che inizialmente non è stata in grado di sfruttare le enormi potenzialità dell’energia geotermica creando in alcuni casi problemi di coabitazione con le comunità locali e non solo, penso ad esempio alle emissioni di idrogeno solforato, il composto responsabile del caratteristico sgradevole odore delle emissioni geotermiche.

Fortunatamente negli ultimi anni l’innovazione tecnologica ha fatto molti progressi aprendo nuovi orizzonti per questa fonte versatile e sicura, il che potrebbe dare un importante contributo alla copertura della domanda energetica nazionale. Infatti, dati più recenti forniti dal CNR sulle potenzialità geotermiche italiane (progetto “Atlante geotermico”) che fanno riferimento alle nuove tecnologie le quali consentono di sfruttare le risorse di media e bassa entalpia,  presentano un panorama di grande rilievo per la fonte geotermica, soprattutto nelle Regioni meridionali, sia per la generazione elettrica, sia per altri usi energetici.

Secondo gli esperti del CNR entro il 2050 un maggiore sviluppo della geotermia potrebbe garantire al nostro Paese risparmi per 10 miliardi di euro sulla bolletta energetica annuale. Passando ad una panoramica sugli aspetti tecnici, bisogna innanzitutto dire che esistono due “geotermie”, quella classica, relativa allo sfruttamento di anomalie geologiche o vulcanologiche, e quella a “bassa entalpia”, relativa allo sfruttamento del sottosuolo come serbatoio termico dal quale estrarre calore durante la stagione invernale ed al quale cederlo durante la stagione estiva.

Il primo tipo di geotermia, riguarda la produzione di energia elettrica come ad esempio avviene nella zona del Lardarello, e le acque termali (Aqui Terme in Piemonte, Abano Terme in provincia di Padova, Lazise e Caldiero in provincia di Veorna, Ferrara in Emilia ecc.) utilizzate ai fini del riscaldamento. Al contrario la geotermia a bassa entalpia, è quella “geotermia” con la quale qualsiasi edificio, in qualsiasi luogo della terra, può riscaldarsi e raffrescarsi, invece di usare la classica caldaia d’inverno ed il gruppo frigo d’estate.

Quindi un sistema geotermico è applicabile senza vincoli di sorta in qualsiasi Regione d’Italia e contesto territoriale ossia al mare, in montagna, in pianura, in collina, in riva al lago, in città, in campagna. Tuttavia, è importante conoscere le caratteristiche del sottosuolo che si intende utilizzare come fonte di calore perché particolari tipi di terreno, oppure la presenza o meno di acque sotterranee o di vincoli idrogeologici, determinano la fattibilità tecnica di un impianto geotermico. Nello specifico, la geotermia a bassa entalpia è considerata quella con maggiori potenzialità di sviluppo, anche se il limite della tecnologia consiste nel fatto che è economicamente appetibile solo in presenza di terminali a bassa temperatura come gli impianti a pavimento, parete, soffitto che lavorano a 30-35°C e pertanto sono definiti a bassa temperatura. L’installazione di un impianto geotermico, conviene in occasione di nuove costruzioni e ristrutturazioni complete, oppure per la sostituzione di una caldaia a gasolio o a GPL.

I componenti fondamentali dell’impianto geotermico sono:

– SISTEMA DI CAPTAZIONE DEL CALORE (sonda geotermica): tubature in polietilene che fungono da scambiatori di calore, sfruttando l’energia termica presente nel sottosuolo o nell’acqua. Tali tubature possono essere interrate verticalmente nel terreno a grandi profondità (sonde geotermiche verticali), oppure orizzontalmente a 1-2 metri di profondità (sonde o collettori orizzontali).

– POMPA DI CALORE GEOTERMICA: installata all’interno degli edifici, consente di trasferire calore dal terreno o dall’acqua all’ambiente interno, fase di riscaldamento, e di invertire il ciclo nella fase di raffrescamento.

 SISTEMA DI ACCUMOLO E DISTRIBUZIONE DEL CALORE : gli impianti geotermici lavorano, in condizioni ottimali, con terminali di riscaldamento/raffrescamento funzionanti a basse temperature (30-50°C), come ad esempio i pannelli radianti, i quali rappresentano la migliore soluzione impiantistica mentre il serbatoio di accumulo per l’acqua calda risulta indispensabile per immagazzinare il calore e quindi distribuirlo all’edificio sia per il riscaldamento sia per gli usi sanitari, quando vi è richiesta.

Un impianto geotermico per riscaldare un’abitazione e produrre acqua calda sanitaria ha costi lievemente superiori a quelli di un buon impianto tradizionale a gas metano, GPL o gasolio, ma è possibile fruire della Detrazione fiscale del 55% avendo, inoltre, l’ulteriore vantaggio di poter rinfrescare i locali durante l’estate.

Pertanto, sfruttando un’energia costante e gratuita, quella accumulata dal sottosuolo (temperatura intorno ai 16°C sia d’estate che d’inverno), una pompa di calore è in grado di restituire all’interno della casa quattro volte il calore estratto dal terreno. Il risparmio totale effettivo ottenuto, rispetto agli altri sistemi di riscaldamento, è di almeno il 60% con un rientro dall’investimento valutato in circa 10 anni.

Un impianto geotermico non necessita praticamente di nessuna manutenzione specifica. Non c’è combustione, e quindi non ci sono residui o canne fumarie da pulire ed essendo l’impianto di riscaldamento all’interno della casa a circuito chiuso, la pressione dell’acqua rimane costante.

Quindi ciò detto, dato che la vita media di un impianto geotermico è stimata per lo più su alcuni singoli componenti che sull’intero impianto, nel dettaglio:

– Le pompe di calore geotermiche hanno una vita utile di almeno 15-20 anni (per le taglie domestiche la durata è inferiore);

– Le sonde geotermiche funzionano senza problemi per molte decine d’anni (secondo alcune fonti fino a 80-100 anni);

– I pannelli radianti hanno una vita stimata in circa 20-30 anni.

La scelta di questa soluzione tecnica ha i suoi indubbi vantaggi, perché l’unico elemento che potrebbe guastarsi è la pompa di calore, un componente tecnico relativamente poco costoso e che sfrutta tecnologie ben collaudate. Oltre a tutto questo, occorre precisare che la geotermia pur essendo spesso considerata come una fonte di energia alternativa rinnovabile, pulita e sostenibile rispetto a quelle convenzionali, nelle regioni ad alto potenziale geotermico devono essere considerati anche gli aspetti sociali ed economici.

FONTE: mindexploit.it

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