Il valore delle biomasse nella EU: opportunità per imprese agro-industriali. Focus su ENABLING

Ospitiamo in questo articolo le riflessioni di Matteo Monni vicepresidente di Itabia (Italian biomass association), sul ruolo delle biomasse nella visione circolare del sistema energetico italiano.

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Il dato di partenza: la disponibilità teorica della biomassa nella EU si aggira intorno a 347 milioni di tonnellate annue – 25 milioni solo  in Italia “ un vero e proprio giacimento di molecole sintetizzate dalla natura dalle innumerevoli applicazioni industriali” sintetizza Monni.   

Per tanto tempo il 2020 ha rappresentato la data di riferimento per il raggiungimento importanti traguardi per lo sviluppo sostenibile e la tutela del nostro Pianeta. Entro tale data, infatti,  ci eravamo impegnati a raggiungere il target fatidico del 20% di riduzione delle emissioni climalteranti, di risparmio energetico e di utilizzo delle FER” – scrive Matteo Monni vicepresidente di Itabia – Associazione italiana delle biomasse. ”In Italia abbiamo addirittura superato il nostro obiettivo (17%) della percentuale di rinnovabili sui consumi finali lordi di energia con due anni di anticipo. Secondo i dati consolidati, già nel 2018, il contributo delle FER ha superato nel nostro Paese il 18%. In tale percorso, non proprio lineare, la bioenergia svetta su tutte le altre fonti attestandosi da sola su circa 11 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) il 50% di tutta l’energia verde”.

La Biomassa  è uno strumento per la de-carbonizzazione?

Per fronteggiare i cambiamenti climatici, – scrive Matteo Monni – l’impegno verso una radicale decarbonazzazione dell’economia andrà spinto ben oltre, valorizzando al massimo l’uso della biomassa, sia per fini energetici, sia come materia prima preziosa nella sfera della bioeconomia circolare.

Temi che rientrano pienamente nella strategia del Green Deal per l’Unione Europea e i suoi cittadini. La Commissione con questo documento inquadra i principi guida che ispireranno le politiche dell’Unione Europea per un’uscita dal fossile in chiave dinamica, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva.

Tra i tanti temi trattati, il Green Deal sottolinea la necessità di “mobilitare l’industria” e tutte le catene del valore associate – sottolinea Monni –  per una transizione dei sistemi produttivi dall’approccio lineare del passato ad uno moderno e “circolare”.

Secondo la Commissione una trasformazione di questa portata richiederà almeno 25 anni (un’intera generazione).

Ne consegue – evidenzia il vicepresidente di Itabia – che la neutralità climatica nel 2050, le decisioni e le azioni conseguenti dovranno essere immediate”.

Il 20% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE viene ancora da l’industria europea. 

In questo quadro si inserisce il Progetto ENABLING “Enhance New Approaches in Biobased Local Innovation Networks for Growth”, coordinato da FEDERUNACOMA e ITABIA a cui partecipano 16 partner in rappresentanza di 13 Paesi diversi, nell’ambito dei progetti H2020.

Stimolare il mercato dei “bioprodotti” da risorse rinnovabili

“Questo può avvenire  – sottolinea Matteo Monni – agevolando il contatto tra il settore agricolo (produttore di biomasse) e quello industriale (trasformatore)”

Enabling in numeri

La valorizzazione di materie prime di origine biologica – residuali o appositamente coltivate – sono state oggetto di azioni mirate per la crescita della bioeconomia: la chimica verde, il tessile, l’automotive, la nutraceutica, la bioedilizia, ecc. “azioni – riporta Monni di Itabia – atte a stimare il potenziale nazionale e locale dei residui di biomassa per l’industria dei prodotti biobased (BBP).

In Italia l’attenzione è stata limitata ai residui di 27 colture agricole erbacee e 23 arboree, oltre a quelle derivanti dal settore della trasformazione industriale di frutta e ortaggi (olio, vino, conserve, succhi, ecc.). I dati nazionali – ndr: nella tabella sono aggregati su tre macro aree – sono stati calcolati con un livello di dettaglio a livello provinciale al fine di fornire informazioni utili alla nascita di filiere in ambito locale.   

ENABLING  infine fornisce anche strumenti per agevolare il concretizzarsi di iniziative di carattere imprenditoriale.

Per il  supporto operativo,  alle imprese produttrici di biomassa e all’industria BBP è attivo il sito www.enabling-project.com: fornisce informazioni sulle opportunità di mercato, l’innovazione e le tecnologie, i documenti scientifici, le leggi UE e nazionali ecc. Inoltre, per orientare le imprese nelle loro scelte, si è provveduto a realizzare una consistente raccolta di pubblicazioni inerenti la bioeconomia circolare. Nel complesso questa biblioteca, si compone di circa 180 testi.

La piattaforma BiomassTrade completa l’offerta Enabling: il luogo virtuale dove i produttori di biomassa e le imprese interessate alla loro trasformazione possono entrare in contatto e stabilire degli accordi di fornitura privatamente. La piattaforma consente, senza alcun onere di intermediazione o responsabilità per Enabling, di cercare od offrire biomasse residuali, prodotti a base biologica e servizi nei diversi settori della bioeconomia. La piattaforma opera a livello UE ma fqciita anche la filiera corta.

Infine la piattaforma individua e divulga le buone pratiche della biobased industry. In tale ottica il progetto prevede l’elaborazione di 130 schede descrittive di casi di studio virtuosi (20 per l’Italia), e la realizzazione di 5 brevi documentari che descrivano filiere produttive della bioeconomia con un forte legame tra agricoltura e industria. Ad oggi i partner del progetto hanno già selezionato quasi 100 buone pratiche, di volta in volta vengono caricate su un’apposita sezione del sito web, “The Best Practices Atlas”. Infine – conclude Matteo Monni di Italia – per fornire modelli di riferimento a cui ispirarsi, sono stati girati e caricati sul sito di ENABLING tre brevi documentari molto interessati su imprese siciliane specializzate nella valorizzazione industriale di specifici scarti di origine agricola.

Tutte le attività  verranno mostrate e dibattute in occasione della conferenza finale del Progetto, che si terrà a Bologna nell’ambito della Fiera EIMA International 2020. 

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ITABIA – Italian Biomass Association, è un’Associazione di tipo scientifico, indipendente e senza fini di lucro – Ppera dal 1985 per aggregare esperienze, promuovere ricerca e sviluppo, orientare e supportare la programmazione, assistere la nascita di iniziative territoriali nel settore della bioenergia. L’associazione promuove lo sviluppo della produzione, del recupero, del riciclo, della trasformazione e dell’utilizzo produttivo delle biomasse nelle innumerevoli applicazioni che riguardano tale risorsa. In 35 anni di attività, ITABIA ha operato nella definizione di metodologie mirate a massimizzare le ricadute positive sull’ambiente e sulla società derivanti dalla valorizzazione delle biomasse nell’ambito di filiere sostenibili legate al territorio.

Nella foto Matteo Monni e Sofia Mannelli presidente di Chimica Verde a San Cono centro italiano per la produzione di Fico D’india – Italia è il terzo produttore mondiale e viene coltivato prevalentemente in Sicilia su una superficie di circa 9000 ettari

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