I vulcani per illuminare e riscaldare la città. Intanto la società d’illuminazione vanta crediti per 40 milioni


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Sfruttare il calore del sottosuolo nell’area flegrea per riscaldare grandi condomini, scuole, chiese e piscine. E’ il progetto pilota del Comune di Napoli che partirà nella zona di Fuorigrotta in tempi brevi, approvato oggi con una delibera di giunta. Nello specifico si tratta di realizzare un impianto di geotermia in superficie per estrarre il calore con temperature sui 150 gradi a circa 500 metri di profondità.


Una tecnica che a Napoli – città con un alto potenziale geotermico – a volte viene utilizzata anche in modo abusivo, in particolare ad Agnano. Il sistema (di tipo ibrido perchè prevede l’apporto anche di fonte solare e biomasse) oltre a costituire una fonte di alimentazione termica potrebbe anche fornire elettricità. Con un risparmio – secondo i tecnici – del 70% rispetto all’attuale uso del metano e del gasolio.

L’operazione ha un costo di 22 milioni e mezzo di euro per il 30% coperto da fondi della Comunità europea e per la restante parte da privati. Il bando scadrà il 9 novembre ma già esiste una compagine formata da: Graziella Green Power s.p.a, TRS spa, Consorzio delle Tecnologie, Toscogeo srl cui si aggiungono – come prevede la Comunità europea – i centri universitari (patrecipano l’Università Parthenope Federico II, l’Osservatorio Vesuviano, l’INO-CNR). Ma non esistono rischi per la falda? “No – ha spiegato il consigliere e promotore Antonio Luongo – perchè parliamo di pofondità minime, in più il fluido geotermico una volta utilizzato verrà reiniettato per evitare alterazioni dell’equilibrio termodinamico”. “Si tratta di una soluzione – ha continuato – per il problema della produzione energetica con un modello di bassissimo impatto ambientale, costi minori e di grande impatto economico anche a livello occupazionale”. Il solo impianto di Fuorigrotta dovrebbe creare sui 150 posti di lavoro, con figure di bassa-media e alta scolarizzazione.

Una delibera che arriva 24 ore dopo lo scoppio della protesta della società consortile Ati Citelum che fornisce l’illuminazione alla città e vanta un credito di 40 milioni di euro dal Comune di Napoli. Oggi l’incontro con alcuni rappresentanti sindacali – preoccupati per il futuro dei lavoratori – e gli assessori Salvatore Palma (Bilancio) e Anna Donati (Decoro urbano). L’amministrazione si è impeganata a pagare per il momento un milione e 350mila euro. Nei giorni seguenti verrà fissata una riunione con i tecnici dell’azienda.

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