I COLORI DALLA NATURA: “Progetti di colore spendibili e scalabili”

In questo articolo un colloquio di Marco benedetti con Alice Garau Aroffu di Jana Officinae  (nella foto di copertina Alice mentre svolge una lezione ai bambini della scuola elementare dell’Isola di Capraia)

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Se si parla di sostenibilità, di “tradizioni innovative”, di processi di trasformazione eco-compatibili, di piante e natura, allora non si può che riferirsi alla “Chimica verde”. Essa non è solo riservata alle industrie ma anche alle filiere agricole, nel senso più olistico del termine.

In passato, fin dai tempi antichi, la tintura di fibre naturali e tessuti avveniva sfruttando le proprietà coloranti di alcune piante o parti di esse ed erbe. In Italia, da alcuni anni, è in corso una vera e propria riscoperta della possibilità di tingere i tessuti attingendo direttamente dal mondo vegetale senza l’impiego di materie chimiche, talvolta impattanti la salute delle persone e forse ancora di più dell’ambiente.

 Piante spontanee in Italia: Robbia per estrarre il rosso dalle radici e l’asparago selvatico per il verde

La tintura con le erbe invece offre certo un approccio più olistico, stimola una percezione più immediata del rapporto con la natura – provoca anche stupore –  ed è certamente più sostenibile, sia per chi la pratica che per l’ambiente, e permette di ottenere tessuti e filati di colorazioni e sfumature differenti, a seconda di quanto utilizzato nel corso del procedimento.

Alcune tinture  naturali applicate a tessuti di diversa natura

E con un po’ di studio e applicazione è alla portata di quanti possono o vogliono coltivare le piante tintorie, estrarne i colori, aggiungerei la fantasia e realizzare le proprie creazioni, destinate magari ad un mercato come quello turistico che ama l’Italia proprio per i tesori che la terra è in grado di produrre e l’uomo di valorizzare.

Abbigliamento realizzato nel laboratorio artigianale di Jana Officinae

Questo è l’angolo di un settore così importante per l’economia  Italiana come il tessile e rappresenta un’importante alternativa, non solo industriale, ma artigianale.

Quando la passione per la Natura genera nuova economia

“Infatti  – sostiene Alice Garau  Aroffu fondatrice di Jana Officinae e socia di Chimica Verde Bionet –  l’attivazione di filiere dedicate alla coltivazione e all’utilizzo delle piante tintorie è in primis alla portata di tutti coloro che abbiano dimestichezza con terra e zappa e un pò di senso pratico”  e oltretutto può costituire  una fonte di guadagno per quelle aziende agricole che potendo sfruttare dei terreni marginali, si dedicano alla coltivazione di piante tintorie con passione e visione del prodotto finale da offrire al turismo sostenibile.  Spesso sono piante semplici e senza troppe pretese.

Nell’importante realtà agrituristica italiana – sottolinea Alice – le piante tintorie possono essere una nuova fonte di guadagno, utile per coprire i periodi dell’anno a bassa affluenza turistica” Le piante tintorie possono essere coltivate e trasformate per estrarne i colori, ma anche per creare in una dimensione artigianale, linee di prodotti dove fantasia e applicazione possono fare la differenza: dalla biancheria per le camere personalizzata dalle tinture estratte dalle piante autoprodotte, ai gadget (maglie, sciarpe, ecc) che possono essere venduti all’interno della struttura stessa.  Rimarca la fondatrice di Jana Officinae “ Da non trascurare anche la parte didattica e ludica che viaggia di pari passo con il mondo delle piante tintorie: si possono attivare laboratori di “coloreria selvatica” per offrire agli utenti e gli ospiti un’esperienza multisensoriale, immersi nella natura e che tratti di natura. …”

Apprendimento alla portata di tutti

“Il procedimento di tintura naturale dei tessuti avviene solitamente mediante l’infusione delle erbe tintorie – dice Alice. In questo modo possono rilasciare le sostanze coloranti in grado di modificare la tonalità dei propri filati o tessuti. A seconda del rapporto tra la quantità di tintura vegetale impiegata e quantità di tessuto o di filato, si potranno ottenere colorazioni di diversa intensità.

Tra le piante tintorie utilizzate per la colorazione naturale e vegetale dei tessuti vi sono in particolare il guado, per il colore indaco, la robbia, per le tonalità del rosso, la camomilla, per il giallo. Vi è inoltre l’ortica, dalle cui radici è possibile ottenere una colorazione giallo-dorata e dalle cui foglie si ottiene una tintura nelle tonalità del verde, e poi lo spinacio, il carciofo, la calendula ecc.

“Tutte piante – sostiene Alice Garau – che si trovano anche spontanee in molte aree della Penisola”

 Il turismo e l’economia tessile artigianale

La coltivazione e la trasformazione di piante tintorie finalizzate alla produzione di estratti di colore vegetali per il tessile, potrebbe consentire anche di trovare spazi commerciali su un mercato già a grande vocazione turistica come quello italiano, ma anche solo regionale, sia come azienda poli-funzionale e sostenibile, sia come privati a livello di hobby.

La coltivazione di piante tintorie avrà infine il vantaggio di sfruttare e riqualificare aree rurali marginali, oggi abbandonate, contribuendo alla loro sopravvivenza socioeconomica.

I colori naturali sono dunque un mondo che fa ponte con la storia e la cultura rurale dell’autoproduzione dell’essenziale, passando dall’alchimia tra gli elementi e la storia del nostro paese.

Basta pensare al  Medioevo: i tintori erano specializzati ognuno nel suo tipo di colore, chi si occupava di rossi non poteva occuparsi di gialli ed esistevano leggi apposite che regolavano la sapienza tintoria che, in tempi antichi hanno reso grande il nostro Paese, detentore di sapienti ed eccellenze di bottega.

Tutto questo si è perduto con l’arrivo della chimica industriale e petrolchimica – conclude Alice Garau – Essa ha uniformato i colori del mondo standardizzando le sfumature, costringendo il mondo dei colori in una uniformità priva di patos e di aspettativa: quella per cui invece definisce ogni pianta un capolavoro a sé stante.

Chi è Alice Garau Aroffu.

Libera ricercatrice, studentessa della Facoltà di chimica farmaceutica dell’Università di Bologna. Socia attiva di Chimica verde Bionet.

Ideatrice del progetto e titolare di JANA OFFICINAE. Sempre alla ricerca di nuove ricette di tintura naturale e stampa botanica a contato (ecoprinting), è ideatrice e  docente di workshop e corsi formativi in materia. Organizza infine  laboratori per le scuole di ogni ordine e grado sulle piante ed i loro usi. Sarda di origine, si è trasferita nell’entroterra romagnolo ai piedi dell’Appennino dove coltiva per passione e segue personalmente le colture delle piante tintorie da cui estrae le colorazioni naturali, con le quali realizza i suoi capi e creazioni.

Per informazioni e iscrizioni ai workshop: +39 3384439631 Jana.officinae@gmail.com

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