Geotermia: potenziale da 30.000 posti di lavoro in Italia

Durante il convegno “Speciale Geotermia: il futuro a emissioni zero è già qui”, organizzato da Legambiente e Kyoto Club e svoltosi ieri mattina a Roma, alla presenza, tra gli altri, del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del direttore generale del MISE, Franco Terlizzese, si è parlato di geotermia, un’energia definita rinnovabile se valutata nel breve periodo. L’Italia in questo settore ha dalla sua un know-how prezioso: il primo generatore geotermico venne messo in funzione nel 1904 a Larderello in Toscana.


Da allora lo sfruttamento di energia geotermica ha avuto un certo sviluppo, ma siamo ancora fermi a percentuali irrisorie nel panorama globale delle fonti energetiche. Secondo i dati del Centro comune di ricerca della Commissione Europea, sintetizzati dall’Arpat, la quota di mercato nell’Unione Europea è ferma a uno 0,2% che però è previsto in continua crescita.

In Italia attualmente vengono prodotti 6.000 GWh di energia da impianti di vecchia generazione che vengono definiti ad “alta entalpia” in base alla profondità raggiunta nel suolo e alla differenza di gradiente geotermico. A questa cifra si aggiungono 500 MWh di energia generata da media entalpia.

Il futuro sembra essere proprio la media e bassa entalpia. A sostenerlo è anche Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente alla Camera:

“La sfida di un futuro rinnovabile non può fare a meno della geotermia. Tecnologie più evolute, trasparenza, certezza delle procedure e dei tempi, impianti di piccole e medie dimensioni diffusi sono una componente essenziale di questa sfida.”

Una sfida che potrebbe portare a 30.000 nuovi posti di lavoro. Quelli attuali sono 3.000, ma se fossero messi in gioco i 400 milioni di euro di investimenti privati che sono previsti sulla spinta delle esperienze di successo, si potrebbe arrivare appunto a decuplicarli. La geotermia sembra quindi una grossa fetta del futuro della Green Economy, per lo meno nazionale.

Ecco che al convegno sono state invitate 10 realtà, per altrettanti progetti pilota a media entalpia di piccola taglia, che è previsto trascineranno, come “best practises”, l’innovazione italiana in questo settore. Diego Righini, di ITW LKW Geotermia Italia, azienda tra le 10, che realizzerà un impianto sperimentale da 5 MW a Castel Giorgio (Terni), commenta così:

“Siamo entusiasti di poter contribuire, attraverso questo progetto sperimentale, allo sviluppo della “nuova” geotermia, che il governo ha recentemente riconosciuto come fonte strategica di interesse nazionale. Pensiamo che un movimento di “industrializzazione ecologica” possa prendere le mosse da qui.”

Serve però a tal proposito una razionalizzazione normativa. Come afferma Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club:

“un quadro normativo semplificato e favorevole allo sviluppo di una economia energetica sostenibile”

Il messaggio di Legambiente è invece quello di puntare sul confronto tra tecnologie e territori, ma anche sulla trasparenza delle procedure, per tutelare gli interessi delle comunità e spingere per un’accelerazione di questo importante settore.

VIA | Greenstyle

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