Fondo di transizione energetica UE: esclusi gas e nucleare

Uno degli strumenti comunitari di riferimento per la transizione energetica, il fondo di transizione europeo, dovrebbe escludere dai finanziamenti nucleare e gas naturale.

E’ questo l’orientamento dei rappresentati dell’UE-27 sul regolamento del “Just Transition Fund”, il fondo europeo per la transizione energetica. Gli ambasciatori UE hanno approvato lo scorso 24 giugno la posizione parziale del Consiglio per i negoziati con il Parlamento europeo su uno degli elementi più delicati e fondamentali per il Green Deal europeo. 

Si tratta di un fondo fortemente voluto dalla Commissione di Ursula von Der Leyen, che costituisce una solida base finanziaria per la decarbonizzazione dei sistemi energetici a livello comunitario e che, a regime, metterà a disposizione 40 miliardi di euro per sostenere la riqualificazione di tutte quelle aree europee ancora troppo legate economicamente legate a carbone, lignite, torba e scisto bituminoso. Obiettivo dello strumento è la riduzione dei costi socioeconomici per quelle comunità meno predisposte ad affrontare la decarbonizzazione. Trenta dei quaranta miliardi proverranno dal nuovo Recovery Fund mentre la restante quota dal budget europeo 2021-27.

Una proposta, quella di incentivare la transizione che ha da subito determinato una spaccatura tra i più fedeli delle rinnovabili e coloro che avrebbero voluto includere nel perimetro del sostegno anche nucleare e gas naturale, come la Polonia,  la quale ha deciso di puntare sull’energia nucleare per sostituire il carbone, combustibile dal quale è fortemente dipendente.

Fortunatamente, almeno per ora l’auspicio polacco sembra scongiurato, con i rappresentanti degli Stati membri che hanno concordato che il fondo di transizione non debba supportare “la dismissione o la costruzione di centrali nucleari” né “investimenti relativi alla produzione, lavorazione, distribuzione, stoccaggio o combustione di combustibili fossili”. Fuori dal perimetro dello strumento rimangano anche tutti i prodotti e i processi legati al tabacco.

Nella decisione il perimetro dello strumento è stato però esteso a investimenti in PMI e start-up, ricerca e innovazione, trasferimento di tecnologie avanzate e decarbonizzazione dei trasporti locali come anche eventuali attività nel settore dell’istruzione e dell’inclusione sociale.

Sulla decisione il commento di Marko Pavić, ministro croato dello sviluppo regionale e presidente di turno del Consiglio, secondo il quale Il Just Transition Fund è una parte fondamentale del Green Deal europeo ed è indispensabile per il suo successo. Avrà un ruolo chiave nel garantire che affronteremo insieme i cambiamenti climatici come un’Unione, in uno spirito di solidarietà tra Stati membri e regioni, in modo che nessuno rimanga indietro”.

La Redazione di Ecquologia

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