Finestre fotovoltaiche: costituito nuovo spin-off presso l’Università di Milano Bicocca

Proprio un anno fa avevamo dato conto di una interessante linea di ricerca in corso presso l’Università Milano Bicocca, finalizzata a fornire una formidabile arma in più a progettisti ed architetti per l’integrazione della produzione di energia solare nelle abitazioni, attraverso finestre fotovoltaico, capaci di dare un formidabile aiuto al bilancio energetico delle stesse (vedi post “Smart Windows”: anche le finestre divengono fotovoltaiche grazie alle nano particelle).

Quella linea di ricerca si è trasformata in questi giorni in uno spin-off, all’interno dello stesso ateneo milanese, dal’evocativo nome di “Glass to Power” (link sito) , con l’obiettivo di industrializzare un prodotto innovativo basato sulla tecnologia dei Concentratori Solari Luminescenti (LSC). In tale tecnologia la luce solare viene convertita dai nanocristalli in raggi infrarossi riflessi all’interno del pannello. I fotoni raggiungono le celle fotovoltaiche al silicio, collocate ai bordi del pannello e vengono convertiti in elettricità. I pannelli solari non compromettono l’estetica dell’edificio vista la loro semitrasparenza essendo realizzati in plexiglass, con un livello di trasparenza del 70-80%. Nelle lastre in plastica sono inglobati dei cromofori, materiali otticamente attivi. La colorazione neutra, i costi contenuti, la stabilità, l’utilizzo di materiali eco-friendly e le grandi dimensioni sono solo alcuni dei principali punti di forza della tecnologia.
Interessante anche l’efficienza effettiva delle sottili strisce di celle solari integrate nel vetro, pari al 5-7%., con i costi di produzione che si aggirano ad oggi sui 60 dollari al metro quadrato.

Il nuovo spin-off si propone come obiettivo principale quello di valorizzare una serie di brevetti realizzati dal team scientifico di Milano-Bicocca su una serie di nuove classi di nanomateriali, per creare i presupposti alla produzione di finestre e vetrate in grado di generare potenze fino ad oltre 50 W per metro quadro, senza il minimo estetico sugli edifici in cui verranno installate e per questo nel segno della massima integrazione.
Il comunicato stampa dell’ateneo, scaricabile in cale al post, riferisce testualmente che “si tratta di lastre di plastica nelle quali sono incorporate speciali nanoparticelle che catturano e concentrano la luce solare, trasformando così comuni finestre in pannelli solari semitrasparenti in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di un edificio”.
I nuovi Concentratori Solari Luminescenti (LSC) sono tecnologicamente costituiti da lastre semitrasparenti di materiali plastici drogati con cromofori i quali, a seguito dell’assorbimento della luce solare, riemettono fotoni a lunghezza d’onda maggiore. I brevetti realizzati dal team scientifico di Milano-Bicocca migliorano in maniera determinate per il mercato, le prestazioni della tecnologia LSC, utilizzando come cromofori Quantum Dot (QD) colloidali ingegnerizzati,nei quali diversi elementi della nanostruttura provvedono indipendentemente all’assorbimento e all’emissione della luce conseguendo il pieno disaccoppiamento dei due processi. Attraverso la utilizzazione di materiali non tossici o nocivi, si ottengono lastre in plexiglas incolori, perfettamente integrabili nell’edifico dal punto di vista architettonico.
Si tratta della prima volta che una applicazione tecnologica interamente Made in Italy, quella della tecnologia LSC da parte della Università Milano Bicocca appunto, che è stata recentemente selezionata come finalista degli R&D100 Awards 2016, evento considerato dalla comunità scientifica internazionale come una sorta di Oscar dell’innovazione tecnologica. Come evidenzia Sergio Brovelli, docente di Fisica Sperimentale del Dipartimento di Scienza dei Materiali e uno degli inventori della tecnologia ed uno degli inventori, “in un’ottica di salvaguardia ambientale e di riduzione dei rischi di riscaldamento globale, la Comunità Europea prevede che entro il 2020 tutti i nuovi edifici dovranno essere degli Zero Energy Buildings, ovvero sostanzialmente autonomi da un punto di vista energetico. Direttive analoghe sono in fase di elaborazione anche in USA e in Asia. La nostra tecnologia è l’unica che permette di realizzare finestre fotovoltaiche di grandi dimensioni e colorazione neutra, perfettamente integrabili architettonicamente anche nei contesti urbani senza impattare l’estetica o la vivibilità degli edifici”.

In un’ottica di salvaguardia ambientale e di riduzione dei rischi di riscaldamento globale la Comunità Europea prevede che entro il 2020 tutti i nuovi edifici dovranno essere degli Zero Energy Buildings, ovvero sostanzialmente autonomi da un punto di vista energetico. Una serie di Direttive analoghe sono in fase di elaborazione anche negli USA e in Asia.

Sauro Secci

Articoli correlati