Comuni Rinnovabili 2018 di Legambiente: prosegue il cammino delle rinnovabili nonostante tutto

Puntuale come ogni anno, e presentato a fine novembre durante il Forum Qualenergia di Roma, il Rapporto “Comuni Rinnovabili 2018” di Legambiente fornisce una fotografia precisa delle amministrazioni locali nel percorso verso l’autosufficienza energetica del nostro paese nel segno delle energie energie rinnovabili e della generazione distribuita.

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Sono 100 le storie da raccontare di amministrazioni locali impegnate nella transizione energetica, con oltre 7900 i comuni rinnovabili nel nostro paese, cioè tutte quelle amministrazioni comunali dotate di almeno un impianto alimentato ad energie rinnovabili nel loro territorio. Già 37 di queste amministrazioni hanno già raggiunto la completa autosufficienza energetica grazie alle risorse rinnovabili del loro territorio come sole, vento, acqua e biomasse, a suggellare un percorso ragionato di decarbonizzazione accessibile per tutti i rispettivi cittadini. Tra le amministrazioni 100% green, comuni come Occimiano, in Piemonte, con biogas e fotovoltaico sugli scudi, Primiero San Martino di Castrozza, in Trentino, con la geotermia che evidenzia le sue insospettabili potenzialità anche nei comuni di montagna, o il comune altoatesino di Curon Venosta, nell’Alto Adige, dove il mini-idro arriva a fornire quasi 8,5 MW di potenza. La conferma del fotovoltaico come rinnovabile più diffusa e distribuita, sia per potenzialità della risorsa che per la ampia scalabilità delle soluzioni, si evidenzia in tutte le 37 amministrazioni locali 100% green, con il fronte calore che fa registrare una crescente diffusione grazie alla sempre più varie forme di teleriscaldamento.

Nel dettaglio del rapporto sono ben 7.862 oggi in Italia i comuni in cui sono presenti impianti fotovoltaici, 6.822 quelli con presenza di impianti di solare termico, 1.489 quelli con impianti mini idroelettrici, 1.025 quelli con impianti eolici, 4.130 quelli con impianti da bioenergie e 595 quelli geotermici.

A livello di disgregazione regionale dei dati del rapporto, si evidenzia la Lombardia, con il maggiore numero di impianti a fonte rinnovabile (7.989 MW), grazie sopratutto ad una rinnovabile di lungo corso come l’idroelettrico, ereditata fin dal secolo scorso e con la Puglia, alla quale va il primato per le rinnovabili di “nuova generazione” come fotovoltaico ed eolico (5.056 MW su 5.388 MW totali).

Si tratta di un quadro tracciato che, nonostante i dati positivi, non annuncia certo una strada in discesa, visto che il trend degli ultimi anni ha fatto registrare un brusco calo delle installazioni. Un calo spiegato da Legambiente nel proprio dossier Comuni Rinnovabili 2018, non solo per il taglio degli incentivi, ma anche per le barriere locali: “In molte Regioni italiane è di fatto vietata la realizzazione di nuovi progetti di rinnovabili, visto l’incrocio di burocrazia, limiti posti con il recepimento delle linee guida nazionali e veti dalle soprintendenze (che spesso evidenziano una vera e propria ossessione nei confronti dell’eolico). In questi anni non vi è stata alcuna semplificazione importante per gli interventi di piccola taglia e mancano ancora riferimenti chiari di integrazione nei territori per gli impianti più grandi e complessi. Questi ritardi sono anche la causa di paure e limiti che arrivano dai territori, troppo spesso non considerati all’interno dei processi decisionali”.

Un quadro del genere ha determinato anche un calo nel corso del 2017 anche del contributo della produzione da rinnovabili rispetto ai consumi, con le emissioni di CO2 che sono tornate ad aumentare, richiedendo un cambio di registro che passi attraverso  un rilancio degli investimenti, fondamentali per raggiungere, non più soltanto gli obiettivi comunitari stabiliti a fronte dell’Accordo di Parigi sul Clima, ma più ambiziosi obiettivi in grado di scongiurare le drammatiche conseguenze sociali ed economiche di un aumento della temperatura oltre i 2 gradi. Si tratterebbe di obiettivi tecnicamente raggiungibili, come ha dimostrato la recente ricerca realizzata da Elemens per Legambiente, presentata sempre al Forum Energia di Qualenergia, secondo la quale, diminuendo al 2030 le emissioni del 55%, sarebbero conseguiti benefici pari a 5,5 miliardi di euro all’anno, a fronte di un evitato consumo di combustibili ed un minor gettito fiscale, che potrebbe determinare la creazione di 2,7 milioni di posti di lavoro, con una riduzione delle importazioni di combustibili fossili e dei consumi energetici e senza considerare i costi indiretti sulla salute.

A margine della presentazione del nuovo Rapporto “Comuni Rinnovabili 2018” anche il commento della Responsabile Energia di Legambiente Katiuscia Eroe, secondo la quale In Italia entro il 2030, dobbiamo riuscire almeno a triplicare i 20 GW installati di impianti solari e realizzare investimenti capaci di ridurre drasticamente consumi energetici e emissioni di CO2. Obiettivi realizzabili, come dimostrano i risultati già raggiunti dalle storie che premiamo oggi. Storie di pionieri che hanno scelto di puntare a un modello 100% rinnovabile costruito con risorse locali. Un modello che si può allargare a tutta l’Italia, dai condomini ai distretti produttivi, grazie alla nuova direttiva sulle fonti rinnovabili che finalmente consentirà anche in Italia di premiare chi si autoproduce l’energia e di aprire alle comunità energetiche. Ci aspettiamo quindi che il Governo recepisca subito queste nuove regole per permettere alle famiglie e alle imprese di ridurre la spesa energetica diminuendo le emissioni climalteranti”.

 La Redazione di Ecquologia

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