Cites, i governi votano contro le sanzioni sul commercio dell’Avorio.

“Siamo estremamente delusi dalla mancanza di decisioni e azioni urgenti e puntuali decise da parte dei governi per accelerare il processo di sanzioni contro quegli Stati che da anni non sono riusciti ad agire con fermezza per ridurre il commercio illegale di avorio nel proprio Paese”.


Così Massimiliano Rocco, responsabile Specie e Traffic del Wwf Italia, commenta all’Adnkronos il voto contrario, espresso oggi dai governi riuniti al tavolo della Conferenza Internazionale sul commercio di specie minacciate di estinzione (Cites), alle sanzioni commerciali immediate nei confronti dei Paesi che non hanno affrontato il commercio di avorio.

Nonostante vi sia stata una discussione all’inizio della Cites su possibili sanzioni commerciali nei confronti dei Paesi che non riescono o non si impegnano seriamente a regolare i loro mercati d’avorio, i governi riuniti non hanno approvato quelle sanzioni proposte nei confronti di trasgressori come Camerun, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, Gabon, Mozambico, Nigeria e Uganda.

“Non ci fermeremo – aggiunge Rocco – e monitoreremo che il Comitato permanente della Cites induca questi governi a rendere conto di quello che faranno nel prossimo anno”. I governi hanno chiesto ai Paesi trasgressori di individuare azioni e scadenze per garantire un progresso nella lotta al commercio illegale di avorio prima dell’estate 2014, rinviando di mesi quello che per il Wwf doveva essere deciso oggi.

In base alle norme del trattato, gli Stati membri della Cites possono raccomandare che le parti blocchino i rapporti commerciali con i paesi inadempienti nei confronti della tutela delle 35mila specie coperte dalla convenzione, dalle orchidee alle pelli coccodrillo. Ci sono state, pero’, diverse altre misure adottate dai governi per contribuire a contenere il commercio illegale di avorio, tra cui la creazione di una task force esecutiva sull’avorio, che consentirà una migliore applicazione del diritto per la collaborazione tra i paesi; migliori tecniche giuridiche basate sul Dna per identificare l’origine di avorio confiscato; la conferma della necessità di campagne di riduzione della domanda su avorio.

FONTE | nelcuore.it

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