Botanica e pensiero sistemico: Leonardo da Vinci ci spiega anche il metodo necessario per raggiungere una crescita sostenibile

Una interessante mostra è stata inaugurata nei locali che si affacciano nel grande Chiostro del complesso monumentale di Santa Maria Novella a Firenze: “La botanica di Leonardo“.

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Pensata e animata da Aboca di Arezzo con il contributo del Comune di Firenze, Mus.e e molti professionisti, nell’anno dedicato a Leonardo da Vinci, essa offre ai visitatori un modo di avvicinarci al rapporto tra Uomo e Natura stupefacente per la sua modernità e geniale per la semplicità con cui oggi ci rende illuminati di aspetti del nostro quotidiano in cui siamo coinvolti anche nostro malgrado,  a cui non abbiamo fino ad oggi prestato attenzione ma solo accettato supinamente, senza riflettere: siamo anche noi parte del gioco e quindi autori non passivi dell’evoluzione del Pianeta; ne siamo un membro a cui nonostante tutto, non possiamo fuggirne via. Che fisica e matematica fossero collegate lo sapevamo dalla scuola, ma che anche un albero storto o un fiore bellissimo fossero frutto di un rapporto stretto con la matematica e quindi con la logica è più complesso da capire per molti di noi. La logica che è saldata alla bellezza, al fatto estetico ancora meno. Eppure il nesso c’è e l’allestimento realizzato in Santa Maria Novella ce lo spiega, abbinando anche le nuove competenze tecnologiche e scientifiche  con la filosofia e la dialettica. Su un pannello esposto  alla mostra si può leggere ciò che Leonardo ha sintetizzato egregiamente nel pensiero sistemico che fa capire anche come tutte le arti che lui stesso ha esplorato sono parte di un tutt’uno: “…la pittura con la filosofia e sottile speculazione considera tutte le qualità delle forme: aire e siti, piante, animali, erbe, fiori le quali sono cinte d’ombra e lume.  E veramente questa è scienti et legittima figliola della natura, perchè la pittura è partorita da essa natura” Codice Urb. List 1270, f4v”.

Il sottotitolo della mostra è: per una nuova scienza tra arte e natura. Credo si possa anche declinare con “per una ri-scoperta scienza tra arte e natura”, dove l’uomo è sempre stato presente ma non coscientemente, altrimenti non avrebbe ridotto il Pianeta allo stato di collasso che abbiamo ingenerato con i nostri comportamenti.

L’uomo è una riproduzione di un meccanismo di spostamento delle risorse naturali da un elemento ad un altro, dall’esterno del nostro corpo, all’interno di esso ingenerando delle conseguenze che si spiegano con la scienza, in particolare con la fisica/matematica ma che a noi esseri umani aggiunge un capitolo che forse in altre forma di vita non è presente: il discernimento. Nei secoli nonostante gli avvertimenti della Natura in particolare negli ultimi 200 anni, abbiamo rallentato il processo di ascolto della Natura; abbiamo provato a cambiare questa interdipendenza con la sola ragione del singolo, più che dell’insieme (della massa) alterando il sistema e perdendone il contatto quotidiano. Abbiamo ricevuto messaggi chiari, visibili da tutti grazie ai media e nonostante il ritardo forse stiamo oggi re-imparando ad ascoltarli prendendone coscienza, con iniziative come questa mostra, e con la volontà delle nuove generazioni che questi cambiamenti li stanno intuendo o affrontando loro malgrado.

In questo, su tutti, il concetto di visone sistematica proposto per es. dallo schema circolare dell’economia. Essa non è  fortunatamente solo un fatto di marketing, destinato a bruciarsi come è stato per parole come “green economy” e prima come “ecologico”  che gli esperti di comunicazione hanno fatto proprio senza dirci la verità,  senza uno Stato politico che le ha codificate, perchè l’economia circolare è  comunque parte di una visione sistemica in cui ogni elemento sottratto ad un punto del Pianeta, si ritrova per forza in un altro punto, non cambiando cioè la quantità e la sostanza ma cambiandone il posto e la destinazione e dicendoci che comunque esso prima o poi deve tornare dove è partito nel Pianeta. Dipende da come torna che però si lega la vita dell’uomo al Pianeta.

Quando la materia si consuma, cioè si gestisce in modo inefficiente e semplificandone il risultato si elimina dal contesto per es cambiandone la destinazione fisica, il sistema si altera, non in un punto ma in tutto l’insieme dei punti. Come nel caso in cui per es. si bruciano materiali solidi come i cosiddetti rifiuti urbani trasformandoli in gas inutile alla vita come la conosciamo: i  rifiuti sono inefficienze di sistema che disconosciamo per misero interesse  culturale –  li “trasformiamo” nei termovalorizzatori in inutile gas,  bruciamo le foreste con la biodiversità elaborata in millenni dal Pianeta, creiamo città dove la struttura dell’ecosistema non le può sostenere – allora per forza il sistema si altera, non risponde più all’equilibrio generato dalla Natura. Purtroppo questo avviene nonostante sia stato spiegato bene dallo stesso  uomo (come Leonardo). Ergendosi a  “architetti del sistema” le cosiddette Potenze (politiche ed economiche) si scontrano fatalmente e indubbiamente con un sistema assai più grande e più forte di noi, come l’Universo. Operando così, il risultato – ci dicono gli scienziati, i filosofi e gli artisti che sanno interpretare questo insieme da angoli diversi – non può essere che scontato. Già rendersene conto è dunque una necessità non un optional.

Marco Benedetti
Email: m.benedetticonsulting@gmail.com 

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