Abbadia in Amiata. Sulla geotermia una scelta di campo per gli ecologisti

Il dibattito sul progetto di una nuova centrale geotermica nel territorio del comune amiatino di Abbadia San Salvatore arriva anche nelle cronache nazionali e come Ecquologia, da sempre in prima linea per la piena affermazione delle rinnovabili e per una nuova geotermia 2.0, non possiamo che dire di nuovo la nostra.

Intanto partiamo dai dati e descriviamo il progetto “Val di Paglia” in località Voltole (Comune di Abbadia S. Salvatore), “Realizzazione di un impianto geotermico di tipo binario con tecnologia ORC (Organic Rankine Cycle) e potenza di design pari a 9,999 MW, consultabile da tutti sul sito della Regione Toscana: procedimento coordinato e provvedimento unico

Si tratta di una centrale che porta finalmente l’innovazione di tecnologie, adeguate per i fluidi rinvenuti e per il tipo di serbatoio geotermico, che permetteranno di esercire l’impianto garantendo la totale reiniezione dei fluidi, inclusi i gas naturalmente presenti nelle formazioni geologiche di provenienza, nonché emissioni di processo nulle e praticamente nessun consumo di acqua industriale e potabile. Tutt’altra cosa quindi rispetto alle centrali geotermiche di Enel che prevedono l’emissione in continuo di gas incondensabili in atmosfera, seppur oggetto di parziale abbattimento.

Venendo alla pietra dello “scandalo”, ovvero l’impatto paesaggistico. Chiariamo subito che stiamo parlando di un piccolo impianto, che occupa poco più di 2 ettari localizzato in un’area industriale nella valle del Paglia e che è progettato con criteri estetici molto elevati che lo inserirebbero molto bene nel paesaggio.

Foto dell’impianto geotermico nel suo inserimento all’interno della zona industriale in Val di Paglia, ripreso dalla documentazione presentata in Regione Toscana

Infine non dimentichiamo che il progetto permetterebbe, in un’area con grandi problemi economici, il teleriscaldamento per il territorio e l’insediamento di attività produttive legate alla filiera del calore come il riciclo del legno per la produzione di pallet e la coltivazione idroponica .

Davanti a un progetto simile ci sembrerebbe naturale che tutti gli ecologisti, una volta verificati seriamente tutti gli aspetti progettuali, siano in prima linea per sostenerlo, dimostrando finalmente che anche in Amiata si può fare una geotermia sostenibile dopo i decenni delle megacentrali Enel. Ed infatti sono molte le voci qualificate che sostengono nell’andare avanti con il progetto il Sindaco di Abbadia Fabrizio Tondi (un Sindaco che ricordiamo è uno storico oppositore della geotermia inquinante made in Enel). Sono a favore, tra i tanti, Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto club, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, Fabio Roggiolani del Coordinamento Free, così come non arrivano preclusioni ideologiche da Legambiente Toscana nella persona del Presidente Fausto Ferruzza.

I contrari? La solita Italia Nostra che da anni, in nome di un distorto concetto di paesaggio, è diventata la peggior nemica delle rinnovabili, contraria all’eolico, al fotovoltaico ed ovviamente alla geotermia. Per loro i pannelli fotovoltaici non si possono mettere nelle città storiche o a terra nei campi, le pale eoliche sono brutte. Proprio quell’Italia Nostra che in passato fece togliere i filobus perché i fili non facevano vedere i monumenti e così poi abbiamo annerito di smog da gasolio le città. Poi se l’energia la prendiamo importando energia nucleare o petrolio a loro non importa. Ed intanto i disastri dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti noi.. Stesso ragionamento per alcuni comitati locali che non capiscano che opponendosi alle innovazioni tecnologiche ormai mature in campo geotermico fanno solo il gioco di ENEL, che infatti continua indisturbata con le sue centrali di vecchia generazione e che tanto danno hanno fatto al territorio amiatino..

Una parola infine per i vari Oliviero Toscani e Asor Rosa, che, nel loro essere tuttologi senza immaginiamo saper nulla di geotermia, parlano di sfregio ambientale. Lo sfregio ambientale è non coltivare la bellezza delle rinnovabili, nel non essere in prima linea nella transizione ecologica, nell’attaccare un piccolo impianto in una zona industriale e magari non dire nulla sulla trasformazione di luoghi come la Val d’Orcia o il Chianti “museificati” e falsificati dove la popolazione locale sta diminuendo, le attività commerciali sono tutte volte al turismo, i ristoranti stanno sostituendo i veri piatti della tradizione con proposte più internazionali, i souvenir “di artigianato locale” nei negozi rischiano di essere stati fabbricati in Cina, le terme diventano luoghi privati per ricchi e i vecchi poderi resort e centri benessere.

Foto dell’articolo del Corriere della Sera

Precedenti articolo sulla vicenda: 

Il Sindaco di Abbadia San Salvatore applaudito al forum Qualenergia per aver scelto la geotermia a impatto zero!

Innovare è difficile: le strane opposizioni alla prima centrale geotermica ad impatto zero

Redazione Ecquologia

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