Deserto fra Iran e Afganistan

L’acqua della discordia: il conflitto idrico tra Iran e Afghanistan

L’acqua della discordia. Il conflitto idrico tra Iran e Afghanistan è poco noto. Articolo a cura di Erika Mattio.

Da mesi l’Iran è al centro della scena geopolitica, suscitando critiche e condanne. Donne che corrono coi capelli al vento e strade ricolme di braccia alzate contro la Teocrazia. Lo stesso è avvenuto in Afghanistan dall’agosto 2021. Un golpe che ha visto la brutalità di talebani mostrare i loro Kalashnikov ad una popolazione stremata, in un Paese senza più libertà né istruzione. In questo ribollire di tensioni, il clima e l’acqua gridano ancora più forte la loro rivoluzione. Mentre il popolo manifesta, l’acqua del fiume Helmand, che segna il confine fra l’Iran e l’Afghanistan, sembra essere scomparsa. Fra accuse reciproche, il confine è diventato una polveriera e l’Helmand un capillare ormai stanco di pulsare. L’acqua potrebbe essere la causa di una nuova rivoluzione, la siccità l’inizio di una nuova guerra

Quando l’acqua era di tutti

Durante il periodo dello Scià Reza Pahlavi, in un Iran gemellato con l’Europa e un Afghanistan in cui le donne passeggiavano in minigonna, l’acqua era già un elemento di discordia. Nel 1973, infatti, i due Paesi siglarono il trattato di Hirmand, in cui il governo afgano garantiva una quantità di acqua di 820 metri cubi l’anno all’Iran. Le aride regioni iraniane del Sistan e del Baluchistan vedono in questo fiume l’unica risorsa per i raccolti, l’elettricità e la sussistenza degli abitanti. Circa dieci anni fa, il governo talebano ha dato avvio alla costruzione della diga “Kamal Khan”. Questo è stato un mezzo di contrattazione. In cambio dell’acqua, l’Iran avrebbe dovuto fornire carburante. A ogni negazione l’Afghanistan chiudeva il rubinetto, in un palleggio fra acqua e petrolio. Fra i manifestanti iraniani che ogni giorno danno la vita in memoria di Masha Amini e l’inasprimento delle relazioni fra Teheran e Kabul, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha inviato un nucleo di soldati al confine. Una tragedia che, se non verrà arginata, sarà l’inizio di una guerra causata dai cambiamenti climatici…. Continua a leggere l’articolo su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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