Sta per finire il 2022

Sta per finire il 2022.. E andiamo ancora a tutto petrolio. Riflessioni di Mauro Romanelli presidente dell’associazione Ecolobby.

Sta per finire il 2022. E anche quest’anno, allo scoccare del 31 Dicembre, avremo incenerito in tutto il Mondo circa 16 Miliardi di tonnellate di carbone, gas e petrolio (Fonte Agenzia Internazionale dell’Energia, Iea).

Sedici miliardi di tonnellate. Quasi sette volte tutti i rifiuti urbani prodotti nel Mondo, sempre in un anno (circa 2,4 miliardi di tonnellate, fonte Banca Mondiale).

Immaginate che tutti i rifiuti che produciamo, vengano mandati tutti, tutti senza riciclarne un milligrammo, all’inceneritore. Moltiplicateli per sette, e avrete un’idea della quantità di idrocarburi che bruciamo.

Sedici miliardi di tonnellate. Ottantamila volte (OTTANTAMILA VOLTE) la quantità di “terre rare”, litio, cobalto, ecc., che estraiamo, sempre in un anno (200mila tonnellate, dati ancora di Banca Mondiale), e di cui invece si parla molto di più, chissà come mai. Forse perché una parte – ma solo una parte – si usa per auto elettriche ed energia rinnovabile, su cui si deve gettare fango.

Sedici miliardi di tonnellate.

Sedici miliardi di tonnellate di idrocarburi che erano da milioni di anni sotto terra, anche quest’anno sono finiti in atmosfera, nelle acque, e nei terreni. Principalmente sotto forma di anidride carbonica, facendoci fare un altro passo verso la catastrofe climatica e la sesta estinzione di massa. Poi sotto forma anche di ossido di carbonio, incombusti e particolato fine, per allietarci, come antipasto rispetto alla catastrofe definitiva, con allergie, malattie cardiovascolari, ictus. E infine sotto forma di benzene, ossidi di zolfo e di azoto, regalandoci qualche altro milioncino di nuovi tumori.

Sedici miliardi di tonnellate.

Senza contare le cisterne pulite in mare, le terre di scavo delle trivellazioni, le fuoriuscite di gas dalla rete e dai siti estrattivi, gli incidenti, i danni del fracking, e varie altre amenità. E le decine di guerre, tra cui quella Russo-ucraina, per il controllo di pozzi, oleodotti, porti, siti strategici.

Un altro anno dominato dall’economia folle della combustione fossile, che ha fatto nel 2022 profitti ed extraprofitti come non mai, speculando sugli scenari di guerra. Che ha ricevuto, in nome della crisi, sussidi e sgravi fiscali più di sempre. E che, come non mai, ha moltiplicato gli sforzi – direttamente, e attraverso opinionisti compiacenti, nonché diversi inconsapevoli e utili idioti – per convincerci che le auto elettriche sono una chiavica, che i pannelli solari rubano territorio all’agricoltura, che i centri storici ne verrebbero deturpati, che l’eolico sui crinali è uno scempio, che quello in mare è “un’aggressione all’identità della Sardegna e della Sicilia”, e consimili genialità.

Il miglior augurio che possa farvi per il 2023, è che per prima cosa riusciate a liberarvi mentalmente delle bugie con cui ci ha intossicati questo sistema distruttivo, che possiate decidere di appoggiare politicamente e di unirvi a chi si batte per la svolta delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. E poi che anche personalmente e praticamente possiate avviare la vostra emancipazione dal sistema degli idrocarburi fossili. Anche se non è facile, lo so, e non lo è per nessuno.

Spero, di cuore, che ognuno di noi, nell’anno che si appropinqua, riuscirà a fare qualche piccolo grande passo nella giusta direzione.

Mauro Romanelli – Presidente di Ecolobby

Leggi anche COP27: il paradosso delle emissioni

Redazione

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