Porti. Nel Recovery previsti 270 milioni per la riconversione verde. Dragaggi sostenibili: Fincantieri in prima linea con gli ecodraggi.

Porti: inizia la riconversione con rinnovabili ed ecodragaggi

Autorità portuali in campo per assicurarsi i 270 milioni di euro contenuti nel Recovery Plan. Fondi destinati a progetti di taglio delle emissioni di C02 e degli altri inquinanti connessi alla combustione di fossili nel porti e nelle città portuali. Un ulteriore tassello che si affianca al già consistente pacchetto di risorse individuato dal PNRR e dal Fondo complementare (in totale 3,8 miliardi di euro) per un restyling profondo dei porti della penisola.

Un cambio di marcia che passa anche attraverso l’atteso piano nazionale dei dragaggi sostenibili. Piano previsto dal decreto Semplificazioni bis per il quale si attende l’avvio del tavolo da parte del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili con gli attori coinvolti.

I porti verdi

La chiusura del cerchio è avvenuta nelle scorse settimane. Il ministero di Roberto Cingolani ha firmato il 9 dicembre un protocollo d’intesa con l’Ispra per il ripristino dei fondali e degli habitat marini. Ora ha avviato la fase di selezione dei progetti affidata a una commissione ad hoc che dovrà portare avanti l’istruttoria tecnica e amministrativa delle proposte. Sono esclusi gli interventi che prevedono l’uso di combustibili fossili, gas naturale liquefatto o compresso (Gnl o Gnc) inclusi, sia nei mezzi ibridi che nelle infrastrutture di stoccaggio e distribuzione.

Per spingere la riconversione in chiave green dei porti, l’avviso pubblico del ministero fissa una chiara ripartizione delle risorse. Stabilendo che prioritariamente siano assegnate a progetti per la realizzazione d’impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Incluse le diverse tecnologie di accumulo e/o di produzione di idrogeno. A questi va una dote pari a 70 milioni. Fondi anche per l’acquisto di mezzi di trasporto elettrici o a idrogeno o per l’elettrificazione del parco esistente. 62 milioni accessibili sia alle autorità portuali sia a concessionari/terminalisti.

Il piano dragaggi sostenibili

Il restyling profondo del porti promosso grazie al PNRR è strettamente legato al piano nazionale dei dragaggi sostenibili previsto dal decreto Semplificazioni bis per consentire lo sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali al cambiamento climatico, oltre che la manutenzione degli invasi e dei bacini idrici. Il Dl stabilisce che il piano dovrà tener conto della programmazione delle Autorità portuali e delle Regioni. E che dovrà essere adottato con decreto del Mite, di concerto con il ministero della Cultura dopo il via libera della Conferenza Unificata.

Ora il “boccino” è nelle mani del ministero presieduto da Enrico Giovannini. Sarà lui a convocare il tavolo con tutti gli addetti ai lavori. Si dovrà definire il fabbisogno complessivo di escavo dei porti italiani (attualmente stimato, per difetto, in circa 70 milioni di metri cubi). Un tavolo quindi propedeutico alla messa a punto di una strategia complessiva. Trattasi quindi di un piano cruciale per il futuro dei porti italiani, la cui esigenza di ampliamento della propria capacità ricettiva deve ora conciliarsi con il ricorso a tecnologie in grado di mlnlmlzzare l’impatto sull’ecosistema marino.

L’impegno di Fincantieri

Va detto anche che l’Italia sconta una situazione di sostanziale stallo degli affidamenti per dragaggi portuali dovuta spesso anche all’inadeguatezza delle
tecnologie tradizionali
rispetto alle normative ambientali. Tra i gruppi più attivi su questo fronte figura Fincantieri che ha creato una società ad hoc (Fincantieri Dragaggi Ecologici – Fincantieri DECO) dalla partnership con Decomar.

La tecnologia nata da questo asse, che mette a frutto l’expertise dell’azienda di Massa, da tempo sugli ecodragaggi, è totalmente made in ltaly ed brevettata in oltre 30 nazioni. Consente di eseguire la bonifica e il dragaggio del fondali marino-costieri, portuali, fluviali e dei bacini idrici in modo sostenibile. Tale tecnologia permette, infatti, di asportare i sedimenti senza contatto con il fondale con un sistema a circuito chiuso ambientalmente neutro. Questo riduce i fanghi da gestire e impedisce la dispersione all’esterno degli elementi inquinanti. Senza contare che la nave-draga ecologica garantisce contestualmente la classificazione e disidratazione dei sedimenti . Sedimenti che, separati da corpi estranei, possono essere poi riutilizzati in un’ottica di economia circolare. Un circolo virtuoso che Fincantieri Deco utilizzerà a Ravenna dove si è aggiudicata un appalto pubblico europeo per i lavori di dragaggio.

Porti. PNRR e Dragaggi sostenibili
fonte articolo: Il Sole 24 Ore edizione 10 dicembre 2021
L’Ecodragaggio Decomar

Redazione

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