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Il MAXXI di Roma si sposa con le Rinnovabili

A più di 10 anni dall’apertura del museo progettato da Zaha Hadid, il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, intende raccogliere la sfida dell’innovazione. Il tutto nel segno della sostenibilità e delle tecnologie più avanzate. L’istituzione culturale vuole affrontare il “mondo nuovo” all’indomani delle grandi crisi ambientali, finanziarie e sociosanitarie. Lo farà attraverso il Masterplan Grande MAXXI. Un insieme di azioni organiche e integrate per progettare il MAXXI dei prossimi decenni, sia negli spazi che nella strategia di innovazione culturale.

IL PROGETTO DEL GRANDE MAXXI

Una completa trasformazione dell’area espositiva che raddoppia negli spazi e compie una completa trasformazione green della struttura e dell’area attigua. Questo sarà il grande Maxxi. Un grande progetto di rigenerazione urbana. Un nuovo edificio sostenibile e ad alta tecnologia. Un hub di ricerca per il dialogo tra architettura, arte, scienza e intelligenza artificiale. Un centro d’eccellenza per il restauro del contemporaneo. Ed inoltre spazi per le attività di formazione, depositi innovativi e accessibili al pubblico. «Sceglieremo il progetto entro il 10 giugno. Al vincitore sarà affidata la progettazione esecutiva e i primi cinque progetti saranno esposti al Maxxi». Questo l’annuncio della presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri.

MAXXI
Grande MAXXI, la planimetria

SOSTENIBILITÀ E TECNOLOGIA

L’edificio ospiterà un centro d’eccellenza per il restauro ed un hub polifunzionale che rafforzerà la vocazione formativa del Maxxi. Un crocevia tra arte, architettura, scienza e intelligenza artificiale. Ad esso si affiancherà una galleria green all’aperto con interventi di artisti, paesaggisti e inserti di orti urbani. L’edificio originale, invece, con i fondi del ministero della Cultura, raggiungerà la carbon neutrality. Lo farà con 3mila mq delle copertura del museo e degli edifici del demanio adiacenti trasformati in comunità energetica da vetri fotovoltaici, tegole fotovoltaiche e film fotovoltaico. Il progetto si inserisce nel quartiere Flaminio in cui, anche con l’aiuto dello studio Renzo Piano, verranno realizzati interventi di rigenerazione che uniscano gli spazi esistenti con la futura Città della scienza.

«Il programma prevede una serie di azioni integrate che riguardano sia l’edificio originario sia l’area attigua al museo, un buco urbanistico che finalmente riempiremo. Costruiremo un nuovo edificio su due livelli con un tetto verde abitabile che crescerà in questa area attigua». Ha spiegato la Melandri. Il nuovo Maxxi si candida a diventare un piccolo laboratorio del fotovoltaico sugli edifici storici. Con il gas che verrà sostituito con pompe di calore. Un terzo dell’energia di fabbisogno verrà prodotta dal museo, il resto da una comunità energetica condivisa con gli edifici della Difesa vicini. L’edificio, inoltre, sarà dotato di un sistema domotico, e il restyling a led dell’illuminazione verrà realizzato in partnership con Enel.

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Redazione

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