Cedro dell’Atlante: il Grande Albero Maestro

Marco si avvicina con una “fettina” di tronco in mano e dice: “Vedi questa linea più scura tra i cerchi annuali? Probabilmente è un fulmine che gli è caduto addosso, all’incirca una 60ina di anni fa”. Siamo sotto all’imponente Cedro dell’Atlante radicato nel chiostro del Rettorato di Perugia. 180 anni stimati, oltre 30 metri di altezza, diametro della chioma 32 metri: un monumento vivente.

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Marco Rinaldi è così, non perde occasione di farti notare qualcosa di nuovo, un dettaglio strabiliante sulla vita degli alberi. Nel modo in cui crescono e si strutturano, è scritta la loro storia e le sfide che hanno dovuto affrontare per essere lì. Questi immobili e quieti esseri, che tendiamo a trattare alla stregua di ornamento, eppure così mirabili da sopravvivere anche alla folgore.

Insieme a lui c’è la squadra del Consorzio Alberi Maestri, a prendersi cura del colosso arboreo. Rimozione di rami secchi, potatura di riforma, anche per riprendere precedenti interventi. Infine, sostituzione dei cablaggi per garantire la tenuta statica di rami più fragili, mantenendo una forma equilibrata della chioma e tutelare la sicurezza degli eventi che hanno luogo in quel cortile.

Da sapere, nel 2020, grazie anche al supporto tecnico di Alberi Maestri, Paolo Fresu, Daniele Boanventura e l’Orchestra da Camera di Perugia hanno tenuto l’unico concerto di Umbria Jazz, sospesi tra i rami del cedro: “Two for tree and orchestra”. Una vera delizia!

Il Consorzio è mosso da questa consapevolezza: gli alberi sono esseri viventi e come tali vanno trattati e tutelati. Per portare avanti questa azione, c’è molto da imparare e i maestri, sono gli alberi stessi.

L’Associazione Alberi Maestri è nata nel 2008 sotto l’impulso di Marco Rinaldi, con lo scopo di tutelare gli alberi e formare i professionisti che vi andranno ad operare: potatura, consolidamento, valutazioni di rischio, lavoro in quota o su piattaforma.

Partendo dagli insegnamenti di Alex Shigo, padre dell’Arboricoltura Moderna, gli studenti di Alberi Maestri imparano a conoscere gli alberi. Il modo di crescere, svilupparsi, curarsi, così da intervenire assecondandone la crescita e la vita, piuttosto che deturparli indegnamente, per motivi legati a vanità e ignoranza.

Molto spesso, un intervento sbagliato, indebolisce o fa ammalare un albero, con effetti rilevabili solo dopo parecchi anni. Si addossa allora la colpa agli “alberi pericolosi” (quando non assassini!) piuttosto che alla mano dell’uomo. E quella armata di motosega e poca conoscenza, è di solito molto dannosa.

Questo tipo di fraintendimento, dà il via a campagne di capitozzature ed abbattimenti, specie nelle città, togliendo così quei benefici che gli alberi ci donano. Aria pulita, climatizzazione, ombreggiatura, riduzione delle isole di calore, rallentamento del vento, solo per citarne alcuni.

I mestieri di arboricoltore e tree-climber, richiedono il connubio di molte capacità e l’acquisizione di molte conoscenze. Biologia, tassonomia, fisiologia, ma anche fisica e competenze sull’utilizzo di corde, nodi, carrucole, paranchi e teleferiche sono parte integrante del loro know-how.

L’arrampicata è un mestiere che comporta diversi rischi. Si lavora in quota, in maniera dinamica, utilizzando attrezzi taglienti, spostando e facendo cadere pesi di diversi quintali. Il climber deve acquisire una capacità di muoversi in chioma, combinando agilità, postura, velocità, sicurezza, scegliendo punti di ancoraggio affidabili e adatti al movimento in pianta. Infine, una dose di “grazia” non dispiace.

Per questo, la formazione AM insiste particolarmente su prassi, norme e dispositivi di sicurezza. Il lavoro sugli alberi è un lavoro di squadra, di feedback continuo tra chi sta in pianta e chi sta a terra.

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Qui sul cedro, vi sono 4 climber in chioma 3 che fanno assistenza da terra. Attrezzatura che sale e scende, si scambiano di continuo informazioni, consigli, pareri sulle osservazioni fatte in corso d’opera. A monte è stato necessario uno studio al fine di individuare con precisione gli interventi da fare. Da lì parte l’organizzazione di tutta l’operazione e della logistica, al fine di essere rapidi ed efficaci.

Lo scopo del gioco è tornare a casa interi, evitare fatiche inutili, e non fare danni né agli alberi, né a tutto ciò che vi sta intorno. Spazio per i protagonismi ed ego ipertrofici ce n’è poco. Gli alberi indicano la via dell’umiltà e della cooperazione.

“Un albero vuole diventare foresta” ripete spesso Marco Rinaldi. All’opposto dell’homo oeconomicus odierno che pensa solo al proprio profitto, gli alberi tendono a richiamare altri alberi. E non solo; erbe, arbusti, muschi, animali, insetti, funghi, batteri interagiscono continuamente con loro.

E’ ormai noto che nella loro immobilità, gli alberi siano capaci di connettersi e scambiare con quasi tutti i regni del creato. In effetti, lo studio degli alberi sconfina con quello di molte altre specie naturali. Bastano poche parole con Valentin Lobis, arboricoltore veterano che opera in tutta Europa, per avere una panoramica su funghi, uccelli, insetti xilofagi ed animali che possono sostenere o minacciare la salute degli alberi.

Il discorso può diventare quasi esoterico parlando con Malcolm Chaffer, anche lui arboricoltore di grande esperienza e sostenitore dell’associazione. “I rami di molti alberi si sviluppano secondo la serie di Fibonacci, se riesci a riconoscere il pattern, puoi fare pochi tagli azzeccati, mantenendo l’armonia della chioma”. Il genere di affermazione che ti forza ad osservare ogni chioma e ramificazione alla ricerca dell’armonia cosmica che gli alberi esprimono, ognuno a modo suo.

Cosi, l’albero diventa un magnifico portale d’ingresso sulla conoscenza delle complesse interazioni eco-sistemiche.

Il rispetto dell’ecologia viene applicata anche nel quotidiano: AM ha adottato e promuove l’utilizzo di attrezzi manuali o a batteria. Approfittando dei recenti miglioramenti di queste attrezzature, si evitano le emissioni ed il rumore generati dai motori a scoppio. Si limita l’uso delle piattaforme di lavoro, se non dove l’accesso su fune è troppo rischioso per via delle condizioni della pianta.

Il materiale risultante del taglio viene cippato per diventare terriccio o venduto come legna da ardere. Ma l’uso più nobile che se ne fa è la “stavolatura”. Grazie ad una segheria mobile, i tronchi più grossi diventano legna da opera, utilizzabile per finalità varie.

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Alberi Maestri Consorzio si è costituito ad inizio 2023, riunendo una dozzina tra tree-climber ed arboricoltori di maggiore esperienza, che si sono incontrati durante la vita dell’associazione. La rete di collaboratori esterni copre l’intera penisola ed alcuni “rami”, arrivano fino in Australia!

Gli scopi del Consorzio sono la formazione di personale con competenze giuste per lavorare in sicurezza per la tutela del patrimonio arboreo, nonché poter rispondere ad interventi delicati, come questo del Cedro perugino, o in altri parchi e luoghi di pregio, applicando al meglio le competenze che l’arboricoltura moderna può fornire.

L’associazione si occupa anche di organizzare eventi divulgativi, come Alberi di Maggio che si ripete ogni anno ad Assisi e che, tramite attività ludiche ed educativi, fa scoprire il mondo degli alberi a grandi e piccini, nel tentativo di diffondere una cultura dendrofila.

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La giornata lavorativa sta volgendo al termine, i climber tornano a terra. Con una fettuccia metrica si misura la circonferenza del tronco: 5,10m! Nel 2010 erano 4,60m. 50cm in 13 anni, mica male! La notizia suscita esclamazioni di sorpresa e di piacere. Anche a fine giornata, malgrado la stanchezza, passione ed entusiasmo per gli alberi sono ancora freschi nel cuore dei Consorziati!

Il monumento vive e continua a crescere e noi gli auguriamo lunga vita. Cosi come ci auguriamo che molte generazioni di arboricoltori e non, possano imparare nel silenzio della sua chioma crescente, la grande lezione di una convivenza sempre più armoniosa tra alberi e umani.

Nicolò Tacconi

Info: www.alberimaestri.com

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Redazione

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