“Smart Mobility Report 2021”: record auto elettriche

Smart Mobility Report 2021 dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. L’evoluzione del mercato della “smart mobility” in Italia e nel mondo.

Smart Mobility 2021 – Scarica il Report

Oggi in Italia circolano 200.000 auto elettriche

Quasi il doppio di quelle che si contavano nel 2020. 60.000 immatricolate proprio lo scorso anno, quasi il triplo (+251%) rispetto al 2019 e costituenti il 4,3% delle immatricolazioni totali. Solo tra gennaio e settembre 2021 se ne sono aggiunte 100.000, con una crescita notevole, soprattutto se rapportata alle performance non brillanti del mercato dell’automotive.

Forte la concentrazione di nuovi veicoli elettrici al Nord, con il 67%, seguito dal Centro (26%) e dal Sud (7%). Con una distribuzione regionale molto eterogenea che ricalca abbastanza fedelmente la situazione infrastrutturale di ricarica ad accesso pubblico e degli incentivi locali all’acquisto o all’utilizzo.

Pur essendoci elementi per parlare di boom, si tratta ancora di una goccia nel mare. Questo, per esempio, guardando ai 6 milioni di veicoli elettrici previsti nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima al 2030. 

Se si considerano anche biciclette (+44% sul 2019), motocicli (+210%) e bus (+49%), i mezzi elettrici immatricolati in Italia nel 2020 sono cresciuti del 61%. Rappresentando tuttavia appena l’1% del parco circolante nazionale.  

Nel 2020 sono stati immatricolati a livello globale quasi 3,2 milioni di veicoli elettrici (autovetture e veicoli commerciali leggeri). Pari al 43% in più rispetto all’anno precedente ed al 4,2% delle immatricolazioni totali. Arrivando così a 10 milioni di unità. Si tratta di una crescita significativa. Soprattutto a fronte di un mercato dell’automotive che, anche a causa della pandemia, ha subito una contrazione del 15% tra il 2019 e il 2020.

In testa troviamo l’Europa con quasi 1,4 milioni di veicoli immatricolati nel 2020 (+137% sul 2019), con il sorpasso sulla Cina (1,3 milioni, +12%). Seguono gli Stati Uniti (330.000, +4%).

Il nuovo report del Politecnico di Milano cerca di individuare gli elementi alla base della crescita degli ultimi mesi

  • il potenziamento degli incentivi all’acquisto (all’ormai consolidato Ecobonus si sono aggiunti i bonus per le immatricolazioni tra agosto e dicembre 2020 e tra gennaio e dicembre 2021, contenuti rispettivamente nel Decreto Rilancio e nella Legge di Bilancio);
  • l’ulteriore incremento dei modelli elettrificati offerti dalle case automobilistiche, che puntano decisamente su questo mercato (a luglio erano 116 i veicoli plug-in, un terzo in più del 2020, di cui 71 PHEV e 45 BEV: dal 2015 sono quasi sestuplicati, con un’accelerazione nell’ultimo triennio, e oggi coprono pur non in modo omogeneo tutti i segmenti e le fasce di prezzo);
  • il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico, che a luglio 2021 contava circa 21.500 punti di ricarica (+34% rispetto a un anno prima), in particolare concentrati in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Lazio e Veneto.

Relativamente alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici

A fine 2020 erano oltre 1.300.000 i punti di ricarica ad accesso pubblico disponibili a livello mondiale. Con un incremento del 51% rispetto al 2019, il 70% di tipo “normal charge” (922.000, +54%) con i restanti 380.000 di tipo “fast charge” (+46%). E’ la Cina a continuare a dominare in entrambi i tipi di ricarica, con una quota di mercato pari rispettivamente al 50% e all’80%. In Europa invece i punti erano oltre 285.000 (+35%), l’87% “normal charge”, con un incremento dei “fast charge” del 57%.

Incrementi che hanno interessato anche l’Italia, con circa 21.500 punti di ricarica pubblici e privati ad accesso pubblico (+34%) a luglio 2021. Purtroppo distribuiti in modo molto disomogeneo con un grande divario tra Nord e Sud. In particolare, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Lazio e Veneto hanno oltre 1.500 punti di ricarica. Sicilia, Puglia, Liguria, Sardegna e Abruzzo hanno tra 500 e 1.000 punti di ricarica. Tutte le altre regioni con meno di 500 punti. Si tratta di installazioni collocate prevalentemente in ambito urbano (55-60%), su strada o in parcheggi pubblici. Relativamente alla potenza, oltre il 90% è di tipo “normal charge” (12.000). Ma entrambe le tipologie registrano un tasso di crescita tra il 42 e il 46%.

Ad essere ancora pochissimi invece i punti di ricarica “ultra-fast”, anche se la situazione dovrebbe cambiare nei prossimi anni. Relativamente poi ai punti di ricarica privati, nel mondo sono oltre 9,5 milioni, dei quali il 74% “domestici” (7 milioni) e il rimanente 26% aziendali. Cioè 7,3 volte il numero di quelli pubblici e privati ad accesso pubblico e di poco inferiori al numero di veicoli elettrici circolanti. In Italia, nel 2020 erano oltre 24.000, più che triplicati rispetto al 2019, oltre il 75% wallbox e il restante 25% colonnine. Di questi circa il 50-55% è collocato al Nord, ed il 30-35% al Centro. La parte residuale al Sud.

Gli aspetti previsionali da oggi al 2030

Attesa una forte crescita dei veicoli elettrici già entro il 2025. Ancora più accentuata tra il 2025 e il 2030. Con una forbice che va dai 4 agli 8 milioni di mezzi circolanti elettrici in funzione delle iniziative incentivanti che saranno messe in campo.

Anche le previsioni relative all’infrastruttura di ricarica, considerando solamente i punti di ricarica pubblici e privati ad uso pubblico, si differenziano nei tre scenari. Al 2025, variando tra le 48.000 unità nel primo scenario alle 61.000 del terzo. Mentre al 2030 si va da un minimo di 57.000 ad un massimo di 83.000 unità.

Relativamente invece alla ricarica privata, essa continuerà a costituire un asset fondamentale per la diffusione della mobilità elettrica in Italia. Con una crescita che sarà molto sostenuta tra il 2025 ed il 2030. Arrivando a cifre comprese tra 2,2 milioni di unità del primo scenario a oltre 3,2 milioni del secondo. E 4 milioni del terzo. Con un giro di affari notevole. Dai circa 35 miliardi di euro al 2025 dello scenario “inerziale” ai 64 miliardi di euro di quello full-decarbonization.

Redazione

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