Settore orafo: il percorso virtuoso delle aziende che si certificano

“Le certificazioni nel settore orafo. Esperienze imprenditoriali a confronto”. Testimonianze dal workshop organizzato a Vicenza dalla Sezione Orafa ed Argentiera di Confindustria Vicenza, presieduta da Massimo Lucchetta, in collaborazione con Federorafi

La domanda è stata rivolta da Stefano de Pascale, Direttore Confindustria Federorafi, a quattro imprenditori del settore orafo. «Perché avete scelto un percorso di certificazione per le vostre aziende?». Hanno risposto Maria Cristina Squarcialupi, Presidente Unoaerre Industries Spa e Vice Presidente Federorafi con delega alla “Sostenibilità”, Damiano Zito di Progold Spa, Vice Presidente Federorafi con delega a “Innovazione e Standardizzazione”, Paolo Bettinardi di Better Silver Spa e Giampietro Zonta di D’Orica Srl.

Hanno spiegato in modo pratico, attraverso le proprie testimonianze, approcci e difficoltà ma anche valore etico e percorso virtuoso di un’azienda del settore orafo che decide di certificarsi. Il settore orafo non è la cenerentola in materia di certificazioni.

Si parte dalla legge numero 305 del 5 febbraio 1934, “Disciplina dei titoli dei metalli preziosi”. Nel 1991 è nato Consorzio Emagold per aiutare le imprese ad affrontare le novità dell’ISO 9000. Dal 2003, obbligo di favorire solo il flusso di diamanti “non insanguinati”. Nel 2005, nascita del Responsible Jewellery Council che ha introdotto una disciplina per i temi di sostenibilità e tracciabilità dell’oro e delle materie prime trattate. Altro snodo importante nel 2010 con il Dodd-Frank Act. Obbliga a certificare che tutti i prodotti messi sul mercato italiano non contengano materiale proveniente da zone di guerra

Nel 2013 è entrata in vigore la norma sul rilascio del nichel – realizzare prodotti nichel free oppure conformi alle nuove norme sul rilascio del nichel. E nel 2017 è nato il Regolamento UE sui minerali. Obbliga a mettere a punto una due diligence per evitare che l’oro provenga da zone dove ha alimentato conflitti. Entro ottobre, infine, le aziende del settore orafo italiano potranno aderire alla Convenzione di Vienna. Occhio alle ulteriori evoluzioni delle normative europee, che oggi sono direttive europee. La prima entrerà in vigore a gennaio 2024 (report della sostenibilità). E l’altra, nel 2026, sarà la direttiva sulla due diligence lungo la filiera in termini di sostenibilità.

Esaurito il quadro normativo, spazio alle testimonianze…

D’Orica Srl, 25 dipendenti, 36 milioni di fatturato, è l’unica azienda orafa al mondo certificata B-Corp. «Ci sono le società profit, no profit ma c’è anche una terza strada. È quella delle società benefit, cioè che fanno profitto nel rispetto della sostenibilitàSi va dal notaio, si cambia lo statuto e si dichiara che l’azienda lavori nel rispetto delle persone e dell’ambiente. La B-Corp è la certificazione che attesta che ciò che un’azienda dichiara nell’atto notarile lo metta effettivamente in pratica». Spiega Giampietro Zonta di D’Orica.

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Riguarda la diretta dell’evento Le certificazioni nel settore orafo: Esperienze imprenditoriali a confronto – LINK VIDEO – leggi anche D’Orica, l’impresa (Er)etica festeggia 30 anni – LINK

Per conoscere meglio D’Orica: L’opificio che recupera anche l’oro.. blu

Redazione

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