L’assurda guerra di Salvini alle biciclette ed ai monopattini elettrici
L’assurda guerra scatenata dal ministro Salvini alle biciclette ed ai monopattini elettrici necessita una doverosa risposta. Perché certamente servono regole di sicurezza per ogni mezzo di trasporto, ma la strada da seguire è comunque quella che nelle città promuove la micromobilità ed il trasporto pubblico.
Nel 2022 in Italia c’è stata una vera e propria strage di pedoni. Lo confermano i dati sugli incidenti stradali forniti dall’Osservatorio pedoni dell’Asaps, l’Associazione sostenitori Polstrada. Nell’anno appena trascorso è stato registrato quasi un morto al giorno: ben 307 le vittime della strada. Un bilancio che si dimostra più grave del 2021, quando i morti erano stati 271. Dati che impressionano, ma che non comprendono i decessi avvenuti in ospedale a distanza di qualche ora. In totale nel 2022, sulle strade italiane, sono stati segnalati 1.362 incidenti mortali con un totale di 1.489 decessi. In aumento rispettivamente del 7,8% e dell’11,1% rispetto al 2021.
Dati che fanno capire che la mobilità va cambiata, pensando anche al tempo perso nel traffico e ai livelli record di inquinamento
I livelli di traffico e inquinamento atmosferico che interessano la maggior parte delle città del mondo stanno spingendo, negli ultimi anni, a una vera e propria rivoluzione nel modo di spostarsi. La necessità di cambiare il nostro approccio alla mobilità urbana diventa evidente se si considerano alcuni dati allarmanti. Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento atmosferico provoca ogni anno 7 milioni di morti premature in tutto il mondo. Ed il 99% della popolazione globale respira un’aria che non rispetta gli standard qualitativi considerati sicuri dall’OMS. Inoltre, si verificano circa 1,35 milioni di morti in incidenti stradali ogni anno a livello mondiale, con una concentrazione maggiore nei Paesi a medio e basso reddito.
Perché la micromobilità va sostenuta e incoraggiata nelle nostre città
La micromobilità si configura come una delle soluzioni a questa situazione critica. Secondo la Federal Highway Administration degli Stati Uniti, la micromobilità è definita come l’utilizzo di “mezzi di trasporto di piccole dimensioni, a bassa velocità, a propulsione umana o elettrica”. Questo concetto abbraccia una vasta gamma di opzioni, tra cui biciclette, e-bike, monopattini (elettrici e non), skateboard, segway, hoverboard e monowheel.
L’adozione della micromobilità come alternativa alla tradizionale mobilità urbana può portare a numerosi benefici. Innanzitutto, questi mezzi occupano meno spazio rispetto alle automobili e possono facilmente muoversi nel traffico congestionato, contribuendo a ridurre l’ingorgo stradale. Inoltre, la micromobilità rappresenta un’opzione sostenibile, in quanto i veicoli elettrici non emettono gas nocivi durante il loro utilizzo. Ciò aiuta a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre l’impatto ambientale.
Dal punto di vista della salute pubblica, l’adozione della micromobilità può anche contribuire a ridurre i tassi di mortalità legati all’inquinamento atmosferico e agli incidenti stradali. Promuovendo l’uso di mezzi di trasporto più sicuri e non inquinanti, è possibile migliorare la qualità della vita nelle città e ridurre i rischi per la salute dei cittadini.
È importante che le autorità locali e gli urbanisti adottino politiche e infrastrutture che favoriscano l’implementazione della micromobilità. Ciò può includere la creazione di piste ciclabili protette, lo sviluppo di stazioni di ricarica per veicoli elettrici e la promozione di campagne di sensibilizzazione per educare i cittadini sull’importanza della micromobilità e dei suoi vantaggi.
In conclusione, la situazione critica dei livelli di traffico e inquinamento atmosferico nelle città di tutto il mondo richiede un cambiamento nel modo in cui ci spostiamo. E la micromobilità urbana si configura come una soluzione promettente ed in forte crescita.
Tornando agli interventi sull’infrastruttura servono:
- la creazione di piste ciclabili e spazi pedonali
- la regolamentazione, con l’implementazione di limiti di velocità più bassi per le auto (come le Zone 30 nel centro città)
- la definizione di regole stradali specifiche per monopattini, biciclette e simili
- incentivi all’acquisto di questi mezzi
- promozione della micromobilità in modalità sharing
- incoraggiamento del bike-to-work e altre misure che stimolino i cittadini a preferire mezzi di mobilità leggera rispetto a quelli più impattanti.
Molti paesi e metropoli del mondo si stanno muovendo in questa direzione, seppur con qualche difficoltà. Parigi, ad esempio, si è posta l’obiettivo di diventare una città completamente ciclabile entro il 2024, con tutti i principali servizi raggiungibili in 15 minuti a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici elettrici. In Italia, nel 2021, sono state vendute circa 2 milioni di biciclette ed e-bike, dati simili al 2020 ma in netto aumento rispetto al 2019, grazie anche agli incentivi statali per l’acquisto di mezzi di micromobilità. Oslo ha eliminato praticamente le auto dal centro città da alcuni anni.
Molti stati e città hanno integrato monopattini elettrici e altri mezzi leggeri nel codice della strada. I migliori esempi combinano i mezzi di micromobilità e la sharing mobility con i trasporti pubblici, consentendo il trasporto di monopattini e biciclette sui treni urbani e interurbani e creando parcheggi per biciclette vicino alle stazioni.
I benefici di una città basata sulla micromobilità sono molteplici:
- riduzione dell’impatto ambientale e della crisi climatica
- miglioramento della salute grazie a uno stile di vita meno sedentario (con conseguente diminuzione delle patologie)
- meno incidenti
- vantaggi economici derivanti da una maggiore vivibilità urbana
- benefici sociali.
Articolo di Duccio Braccaloni
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