Capire la temperatura di bulbo umido e perché è così pericolosa

Temperatura di bulbo umido: un limite all’adattamento del corpo umano. Quando la temperatura di bulbo umido supera i 30 °C , il nostro corpo perde la capacità di abbassare la sua temperatura attraverso la sudorazione. (…..)

Troppo caldo, per tutti

Il caldo estremo non colpisce tutti allo stesso modo. A farne maggiormente le spese sono le persone fragili per anzianità e problemi di salute. Alcune persone poi sono più esposte ai rischi legati a condizioni di caldo estremo per il tipo di occupazione svolta (lavori pesanti e all’aperto) e la mancanza di mezzi sufficienti per adattarsi (beni e servizi che permettono di raffreddare il proprio ambiente come i condizionatori).

Esiste tuttavia una condizione particolarmente preoccupante in cui, superata una certa soglia di caldo e umidità, la temperatura diventa insopportabile per l’essere umano causando il decesso dell’individuo in poche ore, a prescindere dal suo stato di salute. 

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La temperatura di bulbo umido è un indice che mira a determinare i valori di temperatura e umidità dati i quali l’aria è così satura di vapore acqueo da impedire l’evaporazione dell’acqua da un corpo bagnato. In altre parole, è un indicatore della soglia di temperatura umida alla quale il sudore, prodotto dal corpo umano per raffreddarsi, non riesce più a evaporare.

Quando la temperatura di bulbo umido supera i 30°C, il nostro corpo perde la capacità di abbassare la sua temperatura attraverso la sudorazione. Quando si verificano queste condizioni, la temperatura corporea aumenta di un grado ogni 45 minuti circa, conducendo l’individuo a morte certa nel giro di 4/6 ore. Poco importa se abbiamo una salute di ferro o disponiamo di acqua da bere in abbondanza.

Il grafico qui sotto permette di riassumere schematicamente le diverse combinazioni di umidità e temperatura che possono dare luogo a condizioni di temperatura umida mortali per l’essere umano. 

bulbo umido

La ricerca più recente tende a fissare i valori mortali di temperatura di bulbo umido a 31°C, sulla base di nuovi dati empirici, venendo ad aggiornare i risultati di uno studio del 2010 che fissava questo valore a 35°C. Il rischio che condizioni letali di temperatura umida si verifichino sarebbe quindi stato sottostimato. Una temperatura di 31°C combinata a un’umidità del 100%, così come una temperatura di 38°C associata a un’umidità del 60%, segnerebbe il limite ambientale di sopportazione del corpo umano. Questo vale per le persone in buona salute. Livelli meno importanti di temperatura di bulbo umido possono comunque rallentare il meccanismo di raffreddamento del corpo (e in questo senso rappresentare un rischio mortale) di persone più fragili ed esposte.

Gli “hotspot” delle temperature di bulbo umido: una condizione sempre più diffusa

I luoghi interessati dalla temperatura di bulbo umido stanno aumentando sotto l’effetto del riscaldamento globale. Dal 2005, valori letali di temperatura e umidità sono stati registrati per brevi lassi di tempo in nove diverse occasioni, in alcune zone subtropicali tra cui il Golfo Persico e il Pakistan. Oltre all’aumento della frequenza di questo fenomeno, a preoccupare gli scienziati è il triplicarsi negli ultimi quarant’anni dei valori registrati di temperatura e umidità molto vicine alla soglia di temperatura umida mortale – che ricordiamo essere stata sovrastimata in passato e che quindi potrebbe essere più bassa di quanto certi studi lascino pensare. (…)

Uno studio ha permesso di rilevare i luoghi interessati da livelli di temperatura e umidità estremi per un breve lasso di tempo, tra il 1979 e il 2017. Per quanto sia difficile determinare con certezza le zone geografiche che saranno in futuro più esposte a combinazioni letali di temperatura e umidità, i modelli climatici suggeriscono che l’Asia del sud, il Golfo Persico e il Mar Rosso potrebbero superare i valori di temperatura di bulbo umido con maggiore frequenza e per periodi più lunghi intorno al 2050. Entro il 2070 potrebbero essere interessati anche il Brasile, l’est della Cina e alcune porzioni del Sudest asiatico

Le proiezioni elaborate in passato prevedevano che l’intensità e la frequenza di questo fenomeno sarebbero aumentate verso la fine del XXI secolo. E’ questo uno dei casi in cui la rapidità degli effetti del riscaldamento climatico è stata sottostimata e che dovrebbe ancor più motivare l’urgenza di agire per evitare nuovi spiacevoli scenari, imprevisti o dati per probabili tra diverse decine di anni. (….)

Leggi l’articolo completo di Ettore Barili sul sito Duegradi – LINK

Redazione

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