Superbonus, Commercialisti: Evitare di penalizzare i contribuenti

Superbonus News. La tagliola della cessione dei crediti si sta rapidamente trasformando in una trappola per almeno 15mila condomini in tutta Italia. Il decreto 39/2024, in vigore dal 30 marzo, rischia di mandare all’aria calcoli già effettuati e delibere già approvate senza avviare i lavori. Allargando la platea degli esodati del superbonus.

Finora, infatti, moltissimi contribuenti davano per scontata la strada della cessione. Fuori dalle definizioni tecniche, significava sfruttare gli anticipi di liquidità messi a disposizione dallo Stato, attraverso la formula del credito di imposta ceduto o scontato nelle fatture dei lavori. Ora tutto questo non ci sarà più, e il carico di questi interventi dovrà essere sopportato direttamente dai soli condomini, che avranno la detrazione ma dovranno mettere la liquidità iniziale di tasca propria.

Su queste criticità è arrivata una dura presa di posizione del Consiglio nazionale dei commercialisti

Superare “alcune rilevanti criticità” presenti nel Decreto-legge n. 39 del 29.03.2024 che ha apportato “ulteriori e rilevanti modifiche in materia di bonus edilizi. In particolare per quanto attiene alle opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura che, salvo casi residuali rivolti a soggetti colpiti da eventi sismici, sono state definitivamente abrogate”. È la richiesta avanzata dal Consiglio nazionale dei commercialisti in una lettera inviata oggi al Ministro e al Viceministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo.  Criticità che secondo i commercialisti “rischiano di essere penalizzanti per i contribuenti”.

La lettera del presidente della categoria professionale Elbano de Nuccio

“Pur prendendo atto delle ragioni che hanno portato all’adozione del provvedimento normativo, evidentemente legate ad esigenze di salvaguardia dei conti pubblici, non posso esimermi dal segnalare alcune rilevanti criticità contenute nel citato Decreto. In particolare, l’articolo 2 inibisce l’applicazione della remissione in bonis relativamente alle comunicazioni da trasmettere all’Agenzia delle Entrate entro il prossimo 4 aprile per l’esercizio delle opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura. Il medesimo articolo impedisce inoltre la mera sostituzione delle comunicazioni inviate dal primo al quattro aprile 2024“.

“Le ragioni di tali previsioni sono, evidentemente, legate all’esigenza di conoscere in modo puntuale il dato aggregato dell’ammontare dei crediti ceduti e scontati. Ciò non di meno, appare di immediata evidenza che la disposizione è eccessivamente penalizzante. Crea infatti le condizioni per cui molti contribuenti perdano le agevolazioni, di cui hanno pieno diritto, per errori commessi in buona fede. Si pensi a un errore di un solo codice fiscale in un condominio di centinaia di persone. L’istituto della remissione in bonis è stato introdotto, ben dodici anni orsono, proprio per tutelare tali comportamenti in buona fede. Impedirne l’uso solo alla casistica in oggetto non appare sacrificabile a esigenze informative di contabilità pubblica”.

“E ciò è ancor più vero per le comunicazioni inviate dal primo al quattro aprile che non potranno essere sostituite utilizzando le procedure ordinariamente previste in caso di errori o di scarti in fase di trasmissione. Ciò costituisce, anche per gli iscritti che rappresento, una falcidia pericolosissima considerate le condizioni incerte e frenetiche in cui ci si trova ad operare”.

De Nuccio ricorda poi come il Decreto preveda anche, all’articolo 1, comma 5, che per la maggior parte degli interventi con titolo edilizio presentato prima del 17 febbraio 2023 (data di entrata in vigore del D.L. 11/2023) ovvero per i quali tale titolo non sia necessario, l’ulteriore requisito del sostenimento delle spese, documentate da fattura, per lavori già effettuati.

“Tale previsione porta al paradosso che cittadini e imprese, anche per interventi già avviati, magari già ultimati, per i quali hanno fatto legittimo affidamento sulla possibilità di optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura, non potranno accedere a tali opzioni in assenza di spese sostenute (cioè, pagate) e documentate da fattura alla data del 29 marzo 2024″.

“E ulteriormente paradossale appare la situazione nella quale le fatture siano già state emesse a quest’ultima data, ma non siano state ancora pagate dai beneficiari delle detrazioni. Anche in tale caso, pur comprendendo le ragioni sottostanti al provvedimento, tese a “bloccare” le operazioni per le quali altro non è stato posto in essere che la presentazione del titolo edilizio, appare necessario salvaguardare coloro che gli interventi li hanno effettivamente iniziati o, addirittura, ultimati, e che, per effetto delle novità introdotte dal Decreto, in assenza di pagamenti effettuati per fatture emesse, si vedrebbero esclusi dalla possibilità di accedere alla cessione del credito o allo sconto in fattura con conseguenze pesantissime, anche in termini di contenziosi che potrebbero sorgere con le imprese che hanno eseguito le opere”.

L’auspicio dei commercialisti è che queste criticità “possano trovare un’adeguata soluzione in sede di conversione del Decreto Legge”.

Fonte: Superbonus, Commercialisti: “Risolvere le criticità del decreto” – Press (press-magazine.it) la tagliola sul superbonus imposta da giorgetti mette nei guai 15mila condomini in tutta italia – Business (dagospia.com)

Foto di moerschy da Pixabay

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Redazione

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