Perché l’industria dell’eolico offshore statunitense è in crisi

I giganti dell’energia BP e la norvegese Equinor hanno registrato negli ultimi giorni svalutazioni per centinaia di milioni di dollari nei loro portafogli di energia eolica offshore negli Stati Uniti, gli ultimi esempi di un settore delle rinnovabili in fermento. Il gruppo danese Orsted, primo produttore al mondo di impianti eolici in mare, intanto ha perso in borsa il 25% in una sola seduta dopo l’annuncio di svalutazioni per 4 miliardi di euro e dello stop allo sviluppo di due nuovi “campi” nelle acque statunitensi. Ocean Wind 1 e Ocean Wind 2 avrebbero dovuto essere costruiti al largo del New Jersey.

Queste aziende sono tra le numerose imprese energetiche che stanno cercando di realizzare nuovi parchi eolici offshore negli Stati Uniti, ma stanno incontrando difficoltà, il che solleva interrogativi sul futuro di una serie di progetti che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden confida possano contribuire a contrastare il cambiamento climatico. L’amministrazione di Biden intende far sì che entro il 2030 gli Stati Uniti sviluppino 30.000 megawatt (MW) di eolico offshore, rispetto agli attuali 41 MW, una parte fondamentale del suo piano di decarbonizzazione del settore energetico e di rilancio dell’industria manifatturiera nazionale, e ha approvato lucrosi sussidi per aiutare le aziende a raggiungere questo obiettivo.

Ma anche con le norme e i sussidi in vigore, gli operatori del settore si trovano ad affrontare una nuova serie di ostacoli. Ecco quali sono:

INFLAZIONE

L’industria eolica offshore statunitense si è sviluppata molto più lentamente rispetto a quella europea perché gli Stati e il Governo Federale hanno impiegato anni per erogare sussidi e redigere norme e regolamenti, rallentando il percorso dei leasing e delle autorizzazioni.

In ogni caso, quando negli ultimi anni le politiche governative hanno iniziato ad allinearsi a favore del settore, gli sviluppatori di impianti eolici offshore hanno presentato una serie di nuove proposte di progetti, soprattutto al largo della costa orientale degli Stati Uniti.

Due piccoli progetti sono entrati in funzione: il parco eolico a cinque turbine di Block Island di Orsted al largo di Rhode Island e le prime due turbine di prova del Coastal Virginia Offshore Wind dell’azienda energetica statunitense Dominion Energy al largo della Virginia.

Poi è arrivato un intoppo.

La pandemia COVID-19 ha bloccato le catene di approvvigionamento e aumentato il costo delle attrezzature e della manodopera, rendendo i nuovi progetti molto più costosi di quanto inizialmente previsto.

“Sembra che l’industria dell’eolico offshore abbia fatto offerte aggressive per aggiudicarsi i primi progetti, al fine di prendere piede in un settore nuovo e promettente, prevedendo una forte riduzione dei costi, simile a quella registrata nell’ultimo decennio per l’eolico onshore, il solare e le batterie”. Così dichiara a Reuters Eli Rubin, analista senior del settore energetico presso la società di consulenza EBW Analytics Group.

“Invece, i forti aumenti dei costi hanno mandato in tilt il finanziamento e lo sviluppo dei progetti”, ha detto Rubin, sottolineando che molti contratti saranno probabilmente rinegoziati, dato che gli Stati cercano di decarbonizzarsi, e che i prezzi più alti finiranno per ricadere sui clienti dell’energia elettrica.

TASSI D’INTERESSE

Anche i costi di finanziamento sono aumentati vertiginosamente con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense per contenere l’inflazione.

Molti contratti per progetti eolici offshore non prevedono meccanismi di adeguamento in caso di aumento dei tassi di interesse o dei costi.

Alcuni produttori hanno pagato per uscire dai contratti piuttosto che costruirli e affrontare anni di perdite o bassi rendimenti. In Massachusetts, ad esempio, due sviluppatori di impianti eolici offshore, SouthCoast Wind e Commonwealth Wind, hanno accettato di pagare per rescindere contratti che avrebbero fornito circa 2.400 MW di energia, sufficiente ad alimentare oltre un milione di abitazioni. Anche a New York gli sviluppatori di impianti eolici offshore Equinor e BP hanno cercato di aumentare il prezzo dell’energia prodotta dai loro progetti, ma sono stati respinti.

Nel frattempo, già a giugno Orsted aveva comunicato agli enti regolatori che non sarebbe stata in grado di prendere una decisione finale di investimento per la costruzione del suo progetto Sunrise Wind da 924 MW, a meno che il contratto di acquisto di energia non fosse stato modificato per tenere conto dell’inflazione.

SUSSIDI INSUFFICIENTI

L’amministrazione di Biden ha cercato di dare un forte impulso allo sviluppo dell’energia pulita con l’approvazione dell’Inflation Reduction Act (IRA), una legge di ampio respiro che fornisce miliardi di dollari di incentivi ai progetti che combattono il cambiamento climatico.

Da quando la legge è stata approvata l’anno scorso, le aziende hanno annunciato miliardi di dollari in nuove produzioni di energia solare e di batterie per veicoli elettrici in tutti gli Stati Uniti. Ma l’industria dell’eolico offshore non è del tutto stata soddisfatta.

Gli incentivi per l’utilizzo di materiali di provenienza nazionale e per l’ubicazione dei progetti in comunità svantaggiate sono troppo difficili da ottenere, dicono gli operatori, ma sono fondamentali per far funzionare i progetti in un contesto di costi elevati.

I crediti valgono ciascuno il 10% del costo di un progetto e possono essere richiesti come bonus in aggiunta al credito di base dell’IRA del 30% per i progetti di energia rinnovabile – portando il sussidio totale di un progetto fino al 50%.

Equinor, la francese Engie, la portoghese EDP Renewables e le associazioni di categoria che rappresentano altri promotori di progetti eolici offshore negli Stati Uniti hanno dichiarato alla Reuters che stanno facendo pressioni sui funzionari affinché riscrivano i requisiti, mettendo in guardia dalla perdita di posti di lavoro e investimenti.

Fonte articolo: Why the US offshore wind industry is in the doldrums | Reuters ‍Orsted hit by up to $5.6 billion impairment on halted US projects | Reuters Energy company pulls the plug on two major offshore wind projects on East Coast | CNN

leggi anche: Capacità eolica offshore: un nuovo record (ecquologia.com)

Redazione

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