Piero Pelizzaro

Fondi UE e PNRR: intervista a Piero Pelizzaro

Fondi UE e PNRR. Stefano Ferrio sul sito Smart Building Italia intervista Piero Pelizzaro, Direttore del settore “Europa Internazionale” al Comune di Bologna.

Altri quattro miliardi e ottocento milioni di fondi europei destinati alla rivoluzione Green e digitale. Li ha appena messi sul piatto per il 2023 la Commissione per la proposta di bilancio. Chiamando a votarne l’approvazione prima il consiglio e poi il parlamento d’Europa.

Il contesto è quello di un bilancio complessivo di 186,5 miliardi di euro. Mentre, secondo quanto riportato dai media, le finalità dei 4mila800 milioni in questione riguardano “ricerca e innovazione, doppia transizione verde e digitale, settore sanitario e tecnologie strategiche”. Che è come dire un “tutto” vagamente frastornante. Recepito con l’insopprimibile timore di scoprire il nulla dietro le cortine fumogene di annunci così onnicomprensivi.

Direttore del settore “Europa Internazionale” al Comune di Bologna, dopo essere stato Chief Resilience Officer della prima amministrazione Sala a Milano, il vicentino Piero Pelizzaro è uno dei giovani manager urbani più autorevoli fra quelli che operano in Italia.

E del nostro Paese dimostra di intendersi quando, a proposito dei nuovi fondi europei, esordisce così: “Prima che di competenze, in Italia è un problema di sistema, e di legislazioni vetuste”. “Un esempio illuminante è quello della Legge Tognoli. Parliamo di un testo approvato nel 1989 e da allora mai più superato. Nonostante i tempi siano cambiati moltissimo. In particolare, quella legge prevede la costruzione di parcheggi per ogni nuovo immobile. Nella misura di un metro quadrato di asfalto ogni dieci metri cubi di edificato”.

“Trentatré anni dopo la legge Tognoli è una palla al piede per l’Italia. Paese nelle cui aree metropolitane, soggette a elevati tassi di inquinamento da CO2, bisogna invertire totalmente la mentalità, puntando ad avere a disposizione strumenti legislativi nuovi, in grado di garantire verde urbano, orizzontale e verticale, ovunque ce ne sia la possibilità. Senza più essere obbligati a realizzare nemmeno una piazzola di parcheggio”.

Spostandoci dal verde al digitale, il quadro cambia totalmente. “Per quanto riguarda rete e connessioni viviamo in un Paese più sviluppato a livello di tecnologie e strumenti. Peccato che per ora sviluppato non equivalga sempre a emancipato. E’ uno status virtuoso che l’Italia può raggiungere a patto di avanzare in modo sistematico sul piano dell’interoperabilità”.

“A tale proposito è inammissibile per un Paese che aspira allo status di 2.0 non avere alcun collegamento strutturale fra le linee e gli orari di Trenitalia e quelli dei servizi di autolinee di ogni comune servito. Ragione per cui si parla di città intelligenti, ma soffermandosi alla superficie delle loro skyline. Un altro ambito rilevante è in tal senso quello dei dati. Che sono tanti, sempre di più. Ma non per questo motivo sono dati emancipati. Soffrono ad esempio di eccessivo maschilismo nella loro somma totale”.

“In settori come l’offerta di lavoro, dove le pari opportunità fra uomini e donne va garantita, i dati raccolti sono in gran parte fortemente orientati verso la domanda di lavoro avanzata da cittadini maschi. Con conseguente danno per l’efficienza del sistema e la sua credibilità democratica. Qui bisogna investire molto e subito”.

Fondi UE
Piero Pelizzaro Direttore Europa e Relazioni Internazionali – Comune di Bologna

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Redazione

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