Depurazione sostenibile: un aiuto dal biochar

I residui dell’industria agricola e forestale possono divenire potenziali materie prime per carbone vegetale attivato. Il biochar attivato è infatti un ottimo adsorbente con cui sostituire carbone minerale e cocco.

Queste due materie prime, molto utilizzate per la produzione di carbone attivo, utile per l’assorbimento dei contaminanti dalle acque reflue, sono anche molto poco sostenibili. Ed una volta saturati questi adsorbenti necessitano di rigenerazione. Un processo che richiede normalmente temperature molto elevate. Su questo aspetto le tesi di dottorato di un ricercatore dell’Università svedese di Umea evidenziano come tutto ciò possa essere fare in modo più sostenibile, utilizzando la tecnologia della cottura a pressione.

Se il carbone attivo esaurito viene spesso rigenerato essiccando prima l’adsorbente e poi utilizzando temperature superiori a 600°C per degradare gli inquinanti, la cottura a pressione offre una valida alternativa. Abbinata all’utilizzo di adsorbenti ricavati dai residui agroforestali, diventa una soluzione molto promettente. Tali tecniche sono state utilizzate dalla tesi sperimentale per verificare la capacità di adsorbire due antibiotici e caffeina. Il trattamento idrotermale per la pulizia del biochar avviene a temperature di 280 °C, meno della metà di quelle normalmente necessarie. I composti adsorbiti non sono stati rilevati sopra questa soglia, perché si sono trasformati in altri prodotti. Inoltre, quando gli adsorbenti in biochar venivano riciclati, la loro capacità di rimozione di alcuni contaminanti risulta incrementata.

Il biochar attivato drogato con ferro (iron-doped, cioè reso magnetico) ha anche dimostrato una capacità di adsorbimento di ben due volte maggiore rispetto al biochar attivato non magnetico. Osservando la degradazione dei composti adsorbiti, poi, è emerso un’ulteriore aspetto importante. Sulla superficie dei materiali si formavano nuove strutture di carbonio, che potrebbero presentare vantaggi nella fase di riciclaggio.

Nel complesso, la tesi ha verificato che l’efficienza di rigenerazione dei biochar attivati ​​supera il 50%. Dopo tre cicli di rigenerazione, l’efficienza sale al 320%. Una soluzione decisamente interessante per rendere più sostenibili i processi convenzionali di trattamento delle acque reflue.

La Redazione di Ecquologia

Fonte: Biochar Attivato: la soluzione per ripulire le acque reflue (rinnovabili.it)

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