Alla scoperta di “Micro. Museo dell’Oggetto Ritrovato”

Nel suggestivo borgo di Verucchio, nell’entroterra riminese, prende vita un’idea affascinante che sfida il consumismo dilagante e apre le porte a una nuova prospettiva di vita ecosostenibile. Il “Micro. Museo dell’Oggetto Ritrovato” è il primo museo in Italia interamente dedicato ai rifiuti e agli oggetti abbandonati, un’innovativa istituzione che rivela la necessità di recuperare un rapporto più intimo con le cose. L’inaugurazione dovrebbe avvenire a fine autunno.

Museo dell'Oggetto Ritrovato

In una recente intervista al sito web Artribune Gabriele Geminiani, l’artefice dell’iniziativa, ci rileva di più su questo progetto unico nel suo genere. Di seguito un estratto con i dettagli più interessanti.

Il Museo dell’Oggetto Ritrovato: un’esposizione di arte e consapevolezza ambientale

Il Museo dell’Oggetto Ritrovato è situato nel suggestivo Torrione delle Mura di San Giorgio, un’imponente torre risalente al XIV secolo che fa parte della cinta muraria malatestiana. Qui, oggetti apparentemente insignificanti, abbandonati o dimenticati, sono trasformati in opere d’arte e catalogati con cura come se fossero reperti archeologici. La visione di Geminiani è quella di mettere in luce il contrasto tra la vita effimera degli oggetti moderni e il rapporto profondo che l’umanità aveva con le cose in passato.

Un Ritorno al Passato: oggetti con un’anima

L’idea alla base del Museo dell’Oggetto Ritrovato è quella di recuperare il “vecchio” rapporto tra le persone e le cose. In un’epoca in cui gli oggetti sembrano nascere per durare poco e vengono rapidamente sostituiti da altri identici, il museo invita il pubblico a riconsiderare il valore intrinseco degli oggetti e ad affezionarcisi. Geminiani ci ricorda che in passato gli oggetti erano progettati per durare, e la loro presenza aveva un significato più profondo.

L’isipirazione dietro il Museo dell’Oggetto Ritrovato

L’ispirazione per questo straordinario progetto nasce dal lavoro di Gabriele Geminiani nell’ambito del Green Festival Montefeltro. Come patron di questo festival, Geminiani ha avuto modo di esplorare il mondo della cultura ambientale e ha notato che spesso si parla solo di raccolta differenziata, trascurando l’importanza di ridurre drasticamente l’acquisto e il consumo di beni destinati a diventare rifiuti. Il Museo dell’Oggetto Ritrovato rappresenta il suo modo di esprimere la necessità di recuperare un rapporto più sano con le cose e di promuovere uno stile di vita più sostenibile.

Il team

Gabriele Geminiani non ha portato avanti questo progetto da solo. Ha avuto il sostegno di una rete di amici e esperti appassionati. Tra questi, spiccano nomi come Roberto Vecchiarelli, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino, il professor Mario Turci, ideatore e direttore del MET di Santarcangelo, Annamaria Bernucci, critica e storica dell’arte dei Musei Comunali di Rimini, Cecilia Gianpaoli, docente all’ISIA di Urbino, e Josè Bheeme de la Fundacion del Garabato. Queste persone hanno contribuito in modo significativo a dare slancio al progetto, dimostrando un impegno straordinario nel preservare le piccole realtà museali che raccontano la storia e la cultura dei territori italiani.

Museo dell'Oggetto Ritrovato

Il Museo dell’Oggetto Ritrovato rappresenta non solo un’opportunità per esplorare l’arte nascosta nell’abbandono, ma anche un monito per tutti noi a riflettere sul nostro rapporto con le cose e a compiere scelte di vita più ecosostenibili. Con la sua dedizione e il supporto di un team esperto, Gabriele Geminiani ci offre un modello di come le piccole realtà culturali possano fare la differenza e ispirare un cambiamento positivo nella nostra società.

Leggi l’intervista di Valentina Muzi a Gabriele Geminiani Micro. Museo dell’Oggetto Ritrovato di Verucchio, a Rimini (artribune.com)

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Redazione

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