Usare il calore estivo in inverno: l’accumulo termochimico

L’accumulo termochimico! Un’idea davvero affascinante, seppure molto sfidante, quella di poter accumulare il calore estivo, con estati sempre più torride, per poterlo utilizzare nel periodo invernale.

Nella ricerca di soluzioni di adattamento e resilienza c’è chi sta studiando proprio come accumulare e rendere utile il calore estivo, impiegandolo nel riscaldamento invernale.

Si tratta di tecnologie di accumulo termochimico sulle quali sta lavorando da tempo il Fraunhofer FEP di Dresda. Un istituto impegnato nella ricerca e sviluppo dell’elettronica organica.

L’accumulo termochimico si distingue da quello termico, che richiede grandi volumi e una coibentazioni estremamente performanti, perché si basa su una via teoricamente più efficiente.

Alla base dei nuovi studi dell’istituto tedesco vi sono le zeoliti

Parliamo di silicati porosi capaci di andare incontro a disidratazione reversibile. Dei minerali che se riscaldati perdono l’acqua immagazzinata al loro interno. Mentre l’acquisiscono quando entrano in contatto con il vapore acqueo rilasciando energia termica, senza perdite significative di efficienza a lungo termine. Unica limitazione è rappresentata dalla scarsa conduttività termica, che rende più difficile il trasferimento di energia dallo scambiatore di calore al materiale e viceversa.

Come parte del progetto ZeoMet, il team di ricerca tedesco ha migliorato l’accumulo termochimico a base di zeoliti. 

Heidrun Klostermann, Project Manager presso Fraunhofer FEP

Abbiamo rivestito i pellet di zeolite con alluminio. La conduttività termica è raddoppiata dopo il primo tentativo senza influire negativamente sull’assorbimento e il desorbimento dell’acqua. Attualmente miriamo ad aumentare il fattore da cinque a dieci volte attraverso la regolazione dei rivestimenti”.

© Fraunhofer FEP Scambiatore di calore con zeolite metallizzata.

“La difficoltà principale consisteva nel rivestire i granuli facendoli rotolare e nel garantire che il rivestimento fosse applicato in modo uniforme in misura sufficiente. L’eccellente collaborazione dei nostri ingegneri, fisici e meccanici di precisione è stata la risorsa principale per raggiungere questo obiettivo”.

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La Redazione di Ecquologia

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