Eolico e salute umana: uno studio del MIT

Il rapporto dell’eolico con i territori è spesso controverso e legato, in prima battuta per gli aspetti legati all’impatto sui paesaggi, per i quali sono cresciute autentici approcci di valutazione e di mitigazione. Inspiegabile certo, in questo specifico ambito, come passino spesso inosservate autentiche brutture come quelle costituite da concentrazioni di ripetitori di segnale fortemente incoerenti e disomogenei, assemblati un una giungla caotica, rispetto ad una certa eleganza e coerenza stilistica delle pale eoliche, ma mi rendo conto che potremo entrare in questo ambito, su questioni puramente soggettive.


Passando invece a rilievi decisamente più oggettivi, legati alla potenziale minaccia dell’eolico per la salute pubblica, delle comunità che convivono con wind farms, da segnalare uno studio del MIT(Massachusetts Institute of Technology) sul tema specifico, scaricabile in calce al post. Secondo il team dell’Istituto americano, l’eolico non rappresenta una minaccia diretta alla salute pubblica. Il gruppo di ricerca statunitense, durante lo studio, ha analizzato le possibili interazioni dei parchi eolici sull’uomo, con particolare riferimento alla risposta antropica in termini di stress, disturbi del sonno oltre ad un insieme di ulteriori malattie in alcuni casi associate, erroneamente sottolinea ANEV, all’eolico.

valutazione

I risultati hai quali sono pervenuti i ricercatori del MIT, sono scaturiti dall’analisi di precedenti studi condotti sia in Europa che negli USA, secondo i quali, le emissioni acustiche degli impianti eolici, ivi comprese quelle riguardanti l’infrasuono (link wikipedia), non impatterebbero sulla qualità della vita di coloro che abitano in prossimità o nelle immediate vicinanze di parchi eolici. Secondo ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento) (link sito), storica associazione aderente alCoordinamento FREE (link sito) si rileva come, in uno degli studi analizzati dal team del MIT, quello relativo alla Polonia del nord, i risultati peggiori in termini di qualità della vita erano al contrario riferiti a coloro che abitavano a più di un chilometro e mezzo dalle turbine. Un risultato, che ANEV si augura possa servire a placare gli allarmismi diffusi in merito, contro i quali si era già espresso un precedente studio, pubblicato lo scorso agosto da parte dei ricercatori dell’Energy and Policy Institute di Washington (link studio). In quella occasione, ad essere smentita era stata l’esistenza della cosiddetta “sindrome delle turbine eoliche”.

Sauro Secci

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