Come rendere l’informazione ambientale un “gioco da bambini”!

L’informazione ambientale è un “gioco” da bambini. L’esperienza di Giornalisti Nell’Erba. Articolo a cura di Valeria Criseo.

I temi legati alle questioni ambientali sono spesso molto tecnici e difficili da digerire. Come risolvere questo problema e rendere l’informazione accessibile a tutti? La facciamo diventare un gioco da bambini.

Giornalisti Nell’Erba (gNe) è un progetto, un laboratorio permanente, una testata e una giovanissima redazione ambientale. Grazie alla “cassetta degli attrezzi del giornalista”, fa vestire a bambini e ragazzi i panni del giornalista, diventando al tempo stesso vettori di informazione ambientale corretta e semplificata.

Diffondere notizie efficaci dal punto di vista della capacità di assimilazione da parte dei lettori è una sfida fondamentale per la promozione di buone pratiche e l’adozione di stili di vita più sostenibili. Lo è ancora oggi, sebbene la predisposizione verso i temi legati all’ambiente sia cambiata e ci sia più sensibilità. Ma nel 2006, quasi vent’anni fa, nelle maggiori testate italiane non esistevano nemmeno le sezioni “ambiente”.

«I bambini sono biologicamente perfetti. I bambini con la loro semplice e pura curiosità, senza alcuna necessità di mettere in mostra le proprie competenze, formulano domande puntuali, alle quali gli intervistati siano essi ricercatori o politici, non possono far altro che rispondere altrettanto puntualmente e sono obbligati a un esercizio di semplificazione». Così raccontava Paola Bolaffio, giornalista ed ideatrice del progetto e direttrice della testata, scomparsa purtroppo questo luglio. Il riferimento è al grande Enzo Biagi, con il suo inconfondibile stile, il suo elenco di domande dirette e scevre dall’egocentrismo che siamo abituati a vedere nei giornalisti moderni.

Il risultato è un’informazione di qualità e accessibile a tutti. Creare informazione attraverso i giovani e giovanissimi ha molteplici effetti positivi: «Cresciamo una generazione di cittadini attivi, informati, sensibili ai temi ambientali e soprattutto dotati di una coscienza critica: sanno selezionare le notizie e riconoscere le bufale. Conoscono i meccanismi che stanno dietro alla creazione di una fake news e non ci cascano. Inoltre, un altro risultato pienamente centrato da questo progetto è la propagazione delle informazioni. I bambini e le bambine per loro natura raccontano tutto ciò che li ha incuriositi e catturati ad amici e famiglie, diventando un media molto efficace».

Radici solide

Il premio di giornalismo ambientale per bambini e ragazzi è nato diciotto anni fa a Monte Porzio Catone, in provincia di Roma, in occasione di una delle giornate dedicate alla pulizia dei parchi. Da allora, è stata fatta molta strada, raggiungendo migliaia di realtà nel territorio italiano, più di diecimila tra scuole e università. È una delle poche testate italiane ad aver seguito 5 COP, i lavori delle Conferenze ONU sul clima. Dal 2015 per COP21 a Parigi, COP22 a Marrakech, COP23 a Bonn, COP24 a Katowice e COP25 a Madrid, alla quale ha portato la più giovane reporter in sala stampa.

I reportage sono diventati materiale didattico in molte scuole. Il Metodo gNe (acronimo per Giornalisti Nell’Erba) è diventato un metodo per molti docenti che utilizzano il giornalismo come strumento di insegnamento in classe. “Il Refuso”, l’associazione di promozione sociale che fa capo al progetto gNe. Nel 2019 ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per l’educazione allo sviluppo sostenibile tramite le azioni di Giornalisti Nell’Erba, in forza proprio di questo metodo.

Negli anni, molte le partnership collezionate, tra cui l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, la Federazione Nazionale della Stampa, l’ENEA, l’INFN, l’Università Tor Vergata, l’European Space Agency, l’ASI. GNe è inoltre tra i soci fondatori di FIMA, quella che un tempo è stata la federazione italiana media ambientali… Continua a leggere gratis l’articolo su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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