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Energia elettrica dalle condotte idriche: un potenziale da sfruttare

Un nuovo studio, unico nel suo genere, effettuato dai ricercatori dell’Oak Ridge National Laboratory (ORNL) ed appena pubblicato (vedi articolo), esamina il potenziale di energia che si potrebbe ricavare da generatori idroelettrici di mini e micro scala montati sulle condutture idriche esistenti.

Utilizzando sia i dati esistenti dei regolatori dell’acqua che nuove tecniche di rilevamento e telerilevamento, il team di ORNL ha fatto i primi, importanti passi verso la consapevolezza di disporre di una vera e propria fonte di energia inutilizzata sotto i nostri piedi.

Si tratta di una consapevolezza importante, come sottolinea Shih-Chieh Kao, responsabile del programma idrico di ORNL. Dal momento che, almeno negli USA, un po’ di energia idroelettrica derivante dalle condutture c’è, anche se si tratta di 530 MW a fronte di 1,41GW potenziali. Una quantità di energia che, da sola, sarebbe in grado si alimentare oltre un milione di case.

Una energia, quella idroelettrica, che sta affrontando sfide gravose. Con il cambiamento climatico che sta iniziando a creare problemi seri ai fiumi ed ai bacini in genere.

Una grande idea quella di sfruttare le condutture idriche per la produzione di energia. Anche e soprattutto perché si tratterebbe di una risorsa in forma distribuita in grado di produrre piccole quantità di energia pulita per il consumo locale.

“Il potenziale non sfruttato delle condutture rappresenta una grande opportunità per sviluppare energia idroelettrica pulita e rinnovabile”

Come scrive nello studio l’ORNL per generare energia è possibile considerare come fonte qualsiasi “convogliamento di acqua artificiale gestito per la distribuzione di acqua per il consumo agricolo, municipale o industriale”. Una maglia molto larga, che comprende anche molte microstrutture.

La maggior parte dell’energia ottenuta servirebbe per stabilizzare le reti, e per premiare il consumo “virtuoso” di energia.

Una buona occasione per cogliere due piccioni con una fava. Infatti molte nostre reti necessitano a prescindere di grandi interventi di manutenzione. Se non addirittura di sostituzione per eliminare le ingenti perdite di rete presenti. Cambiare le condutture approfittando per introdurre al loro interno anche una tecnologia idroelettrica sarebbe davvero il massimo. In un paese come il nostro che vede dispersioni medie delle reti acquedottistiche vicine al 50%.

La cosa più bella di questo approccio è che il tempo gioca a suo favore. C’è solo da capire quanta energia ancora non sfruttata potremmo ottenere con una mappatura più capillare delle condutture. Lo studio è al riguardo molto chiaro. La quantità ottenibile stimata potrebbe essere in realtà molto più grande.

L’Oak Ridge National Laboratory (ORNL) è un laboratorio nazionale di scienze interdisciplinari e tecnologia gestito dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti attraverso una società formata dall’Università del Tennessee e dal Battelle Memorial Institute.

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Redazione

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