Consumi inconsapevoli e oligopoli: un suicidio economico di massa

Una nuova interessante riflessione di Gianni Girotto, Coordinatore del Comitato Transizione Ecologica e digitale del M5S.

Circa un mese fa ho pubblicato un articolo (“Il suicidio di massa di noi cittadini nella gestione dei risparmi”) che ha suscitato davvero molto interesse, per cui credo sia bene completare il ragionamento, o meglio integrarlo.

Infatti nell’articolo di agosto descrivo la (surrealmente suicida) situazione relativa alla gestione dei Risparmi/Investimenti, cioè di denaro “fresco” che appunto risparmiatori/investitori “portano” nelle banche/fondi di investimento/SGR ecc., affinché tale denaro possa “crescere”, confidando cioè in una gestione positiva che apporti appunto un guadagno.

Bene (anzi male, vista la situazione), ma questo vale appunto per quella percentuale di soggetti, sempre più ristretta, che “alla fine del mese” riescono a risparmiare/guadagnare qualcosa, ed hanno quindi del denaro in più da investire. Ma sull’altro lato della bilancia vi è una percentuale di Pmi, cittadini, famiglia, liberi professionisti, agricoltori ecc. ecc. che non hanno questo “bel” problema, semplicemente perché “non arrivano a fine mese”.

L’argomento è quindi delicatissimo, e quindi premetto che la mia solidarietà verso tale massa di persone non è solo a parole, ma nei fatti, tramite il mio impegno a titolo totalmente gratuito per abbassare il costo dell’energia con migliori politiche relative alle Fonti Rinnovabili (che rimangono la soluzione, non il problema) ed efficienza energetica e in generale transizione ecologica, e dall’altra parte le mie attività di divulgazione di video didattici sugli argomenti economico/finanziari.

Ed è pertanto con grande umiltà ma altrettanta convinzione, che faccio notare che, molto, troppo spesso, i comportamenti della maggioranza delle persone sono appunto, dei (lenti) “suicidi economici” di massa. Ora iniziamo ricordando che, come spiegato nel mio suddetto precedente articolo, la maggior parte dell’economia mondiale è di proprietà di pochi ristretti oligopoli multinazionali, che si rafforzano sempre di più e come numero diminuiscono sempre di più (“pesce grande mangia pesce piccolo”).

Tali multinazionali troppo spesso fondano i loro comportamenti sulla mera ricerca del maggior guadagno possibile, e quindi troppo spesso non rispettano né i diritti delle persone con cui hanno a che fare (fornitori, dipendenti, ma spesso anche i clienti), né tantomeno l’ambiente, cioè in pratica inquinando, disboscano, cementificano ecc. Pertanto acquistare prodotti/servizi da tali soggetti, significa non solo farli sopravvivere, ma addirittura farli crescere. Cioè tanti dei nostri acquisti, quotidiani e/o occasionali, fanno crescere quei mostri che stanno distruggendo l’ambiente e non rispettano nemmeno le persone.

Ora, è chiaro che non sempre è facile trovare delle alternative che abbiano un rapporto prezzo/qualità abbastanza valido, e quindi capisco chi si trova costretto a fare la spesa leggendo il cartellino del prezzo prima ancora del contenuto del prodotto, però vorrei ricordare che, spesso, delle valide alternative esistono, e io una serie ve la riporto su questa pagina internet, ed ovviamente sono solo una piccolissima parte delle alternative esistenti.

Infine riflettiamo sul fatto che il minor prezzo a cui acquistiamo quel prodotto/servizio, viene ampiamente ribaltato dai danni ambientali/sociali che la sua produzione genera, e quindi in sostanza quello che risparmiamo all’atto dell’acquisto, lo paghiamo poi (sotto forma di tasse per lo più) per le operazioni di bonifica/pulizia/riciclo quando va bene, o quando va male in spese sanitarie o danni causati da eventi meteorologi estremi (siccità, inondazioni, tempeste) sempre più frequenti, con il doppio danno che tali eventi peggiorano non solo la nostra vita presente, ma anche e soprattutto quella delle future generazioni.

Pertanto, con grande umiltà, invito tutti a verificare se possono trovare delle alternative nei loro acquisti, in maniera che il proprio denaro finisca a soggetti “sani”, che non fanno del “massimo guadagno” la loro principale regola di vita. In questo modo “toglieremmo ossigeno” a dei “mostri”, per darlo invece a delle piccole sane creature che tanto bene potrebbero fare.

Viceversa, se il livello di oligopolio permanesse quello attuale o peggiorasse, continueremo ad avere pochissime persone che decidono il futuro dell’umanità.

Gianni Girotto

Leggi anche: Gruppi d’Acquisto Solidale: 30 anni di economia alternativa

Redazione

Articoli correlati