Lignocellulosa

Biogas e biometano da biomasse lignocellulosiche

Versalis, società chimica di Eni, e BTS Biogas, società italiana di riferimento nel settore progettazione e realizzazione di impianti di produzione, hanno siglato un accordo per lo sviluppo e la commercializzazione di un’innovativa tecnologia per la produzione di biogas e biometano da biomasse residuali di matrice lignocellulosica.

Si tratta di una tecnologia basata sull’integrazione tra la tecnologia proprietaria Versalis per il trattamento termomeccanico delle biomasse e la tecnologia di BTS Biogas per la produzione di biogas e biometano attraverso la via fermentativa.

BTS Biogas detiene il know-how per la produzione di biogas e biometano da diverse tipologie di biomasse ed infrastrutture di ricerca e sviluppo per la valutazione su base sperimentale della relativa processabilità e resa.

Nella più complessiva strategia di decarbonizzazione di Eni, Versalis ha avviato un piano di trasformazione orientato a rendere le proprie attività e i propri prodotti sempre più diversificati orientando il proprio sviluppo tecnologico verso soluzioni industriali sempre più sostenibili.

Il vantaggio principale derivante dalla collaborazione è consentire, attraverso la nuova tecnologia, la produzione di biogas e di biometano avanzato con elevate rese a partire da biomasse lignocellulosiche residuali. Si può così contribuire allo sviluppo su larga scala della produzione di biometano avanzato con minime emissioni di gas serra e senza impatto agronomico.

Lignocellulosa

Col termine di lignocellulosa ci riferiamo agli scarti secchi derivanti da vegetali (biomassa). È il materiale grezzo maggiormente presente sulla Terra ed è per questo adoperato per la produzione di biocarburanti, in particolar modo di bioetanolo. È composta da polimeri di carboidrati (cellulosa e emicellulosa fondamentalmente) e polimeri aromatici (la lignina). Questi polimeri di carboidrati contengono vari monomeri saccaridici (a cinque o sei atomi di carbonio) e sono legati in maniera molto stretta alla lignina.

La biomassa lignocellulosica può essere largamente classificata in biomassa vergine, biomassa di scarto e colture energetiche. Quella vergine include tutte le piante terresti naturalmente presenti, come ad esempio alberi, cespugli e erba. La biomassa di scarto deriva da vari settori industriali, quali l’agricoltura (bagassa di canna da zucchero, paglia, mais..), la silivicoltura (scarti di segherie e industrie cartiere). Le colture energetiche sono, invece, campi con una alta resa di produzione di biomassa lignocellulosica adoperata come materiale grezzo specificatamente per la produzione di biocarburanti di seconda generazione.

Comunicato stampa di Versalis

Redazione

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