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TimeRepublik e le Banche del Tempo

Se il tempo è denaro.. Le banche del tempo hanno l’obiettivo di valorizzare le competenze dei singoli e costruire legami di fiducia. Un articolo di Grazia Battiato.

«Goodbye cash, hello community»

È il pay off di uno tra i più particolari social network. Si chiama TimeRepublik, ed è la prima – e unica – banca del tempo digitale. I circa 100 mila iscritti, provenienti da oltre cento paesi, aiutano gli altri scambiandosi il tempo che diventa una vera e propria valuta, espressa in Time Coin. I coin sono utilizzati per una serie infinita di attività: dal tutoring a piccole e grandi riparazioni, dal copywriting al montaggio di documentari, fino ai consigli legali.

TimeRepublik esiste dal 2012, ma la pandemia e l’acquisizione di una grossa fetta del brand da parte di una tech company, che dopo qualche anno si tira indietro, ne hanno ibernato le attività per anni. Oggi, è pronta a ripartire. «La nostra è una piattaforma dall’architettura di un social network ma basata su dinamiche più sane», racconta da New York Gabriele Donati, founder di TimeRepublik. «A differenza dell’economia di mercato, qui lo scambio di servizi non è il fine, ma l’inizio di nuovi legami poggiati sulla fiducia. Non siamo contrari al denaro: funziona benissimo, ma per fare transazioni, di certo non per creare relazioni».

Tempo prezioso 

TimeRepublik è il primo esperimento online ma le banche del tempo fisiche esistono da molto di più. Si tratta di associazioni i cui soci sono incoraggiati allo scambio reciproco di competenze, esperienze o servizi. A differenza del volontariato, in cui il tempo viene donato, nelle banche del tempo vige la regola di una solidarietà bilaterale, in cui oltre a mettere a disposizione il mio tempo, usufruisco di quello altrui. Un processo di pura uguaglianza sociale, in cui ogni ora di azione ha lo stesso valore.

A parlarne per primo è il professore di Diritto americano Edgar Cahn, che negli anni ’80 conia il termine “Time Bank” e, nel momento in cui l’America di Reagan spinge per tagliare la spesa dei servizi sociali pubblici, promuove la pratica di scambio del tempo come una nuova forma di aiuto comunitario. La filosofia di Cahn si basa su cinque princìpi chiave che ambiscono a una ridefinizione del lavoro, volta a valorizzare anche quello non retribuito o di cura. In tempi più recenti, il Dipartimento amministrativo nazionale di statistica del governo colombiano (DANE) sta facendo leva sugli stessi princìpi. Insieme alla no profit Oxfam, ha rilasciato un simulatore con il quale è possibile calcolare tempo e contributo economico di attività che specie le donne svolgono senza retribuzione.

«L’apporto economico al PIL colombiano di queste attività sfiora il 30%», continua Donati. «Con gli esiti del simulatore abbiamo fatto un pitch al governo, chiedendo di valorizzarle attraverso l’adozione di una banca del tempo. Da quel momento stiamo lavorando insieme su diverse progettualità»... Continua a leggere gratis l’articolo su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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