Sciopero climatico globale: una settimana di grande mobilitazione

Questa settimana è destinata a passare agli annali come la più significativa per la a difesa del clima a livello globale, dopo che da oltre un anno le giovani generazioni si sono raccolte intorno alla voce di Greta Thunberg, la ragazza svedese prima a lanciare un perentorio grido di dolore in nome di azioni urgenti a difesa della nostra casa comune. Vediamo di ripercorrere tutti passaggi che ci portano alla mobilitazione.

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Quello del prossimo venerdì 27 settembre è destinato a passare alla storia come lo sciopero climatico globale più importante, con milioni di persone che scenderanno in piazza, e che già alcuni hanno definito come la più grande azione di massa contro la crisi climatica planetaria

L’inizio della storia risale allo scorso 2018, quando Greta Thumberg ha protestato per tre settimane davanti al Parlamento svedese chiedendo al Governo del suo paese di prendere pienamente in carico nelle politiche il problema delle emissioni. La tenacia della protesta ha avuto vasta eco, arrivando prima sul palco della COP 24 sui cambiamenti climatici, in Polonia, e poi nelle stanze del Forum Economico di Davos, in Svizzera.

Una grande perseveranza quella di Greta, la quale, continuando a scioperare ogni venerdì, ha determinato la costituzione di in un movimento studentesco, il “Fridays for future”, ispirando ragazzi di tutto il mondo. Una loro attenta e documentata delegazione italiana è stata ospitata anche ad Ecofuturo Festival 2019 a Padova lo scorso giugno (vedi intervento) quando insieme abbiamo lanciato un appello congiunto (vedi articolo). Le manifestazioni locali si sono trasformate in breve tempo in globali e gli #YouthStrike4Climate e #climatestrike sono culminati lo scorso 15 marzo 2019 nello sciopero del clima, che ha riempito le piazze di oltre 123 Paesi.

La protesta in corso questa settimana, la terza a livello mondiale organizzata quest’anno, alza forte il suo grido in una immensa mobilitazione in tutte le principali città del mondo, dove ragazzi e adulti darannovita ad una serie di proteste per catalizzare l’attenzione internazionale sull’emergenza climatica.

I dati ufficiali della mobilitazioni vedono eventi in ben 150 Paesi coinvolti con manifestazioni in oltre 4.000 città, in questa occasione con il supporto di sindacati, organizzazioni religiose, del volontariato e comunità locali, con i primi scioperi già iniziati, come quello di Melbourne con oltre 150mila manifestanti ed il saluto di Greta dai social “Presto il sole sorgerà venerdì 20 settembre 2019. Buona fortuna Australia, Filippine, Giappone e tutte le isole del Pacifico. Cominciate voi!” mentre era a New York per marciare a fianco degli studenti.

Non certo casuale che la grande protesta in corso questa settimana cada in concomitanza del Summit per l’azione climatica indetto dal Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, svoltosi il 23 settembre a New York e dove i leader politici si sono incontrati circa i rispettivi impegni nazionali di decarbonizzazione (i cosiddetti NDC), visto che purtroppo la maggior parte degli interventi promessi non è in linea con l’Accordo di Parigi.

Prima del vertice lo stesso Guterres aveva affermato: “Voglio che la società faccia pressione sui governi affinché capiscano che devono muoversi più velocemente, perché stiamo perdendo la corsa”. Sullo scenario globale purtroppo le emissioni di carbonio sono salite a livelli record nel 2018, nonostante l’avvertimento dello scorso ottobre del IPCC, il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici, circa la piccola finestra d’azione rimasta al mondo, con appena 12 anni residui per ridurre la produzione di gas serra per contenere l’aumento della temperatura media terrestre entro 1,5°C.

 La Redazione di Ecquologia

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