“Rischio corsa al FV sui terreni agricoli”

fotovoltaico agricolo italia

DL liberalizzazioni: 12 mesi a tutti i progetti (anche sopra 1 MW). Poi blocco totale. Carfagna (Photonica) a QE: “Favore alle banche”


Roma, 23 gennaio – A una prima lettura l’art. 65 dell’ultima bozza del DL liberalizzazioni sembrerebbe un nuovo colpo agli incentivi al fotovoltaico a salvaguardia dei terreni agricoli. Da un esame più attento, però, ci si accorge che la norma rischia di scatenare una nuova corsa selvaggia nei prossimi 12 mesi, senza più i limiti previsti dal D.Lgs n.28 del 2011. L’art., inserito all’ultimo nel testo, dice infatti che gli impianti a terra su aree agricole non avranno più incentivi.
Vengono però fatti salvi i progetti già autorizzati o per i quali sia stata presentata richiesta entro la data di entrata in vigore del DL, purché l’impianto entri in funzione entro un anno.
L’aspetto più rilevante è però che la norma abroga i commi 4,5 e 6 dell’art. 10 del D.Lgs n. 28, ossia il limite di 1 MW imposto agli impianti a terra sui terreni agricoli.
“Ora si scatenerà una nuova corsa selvaggia – sottolinea a QE il Ceo di Photonica, Mario Carfagna – perché tutti quei progetti bloccati dal D.Lgs n. 28 rientreranno in gioco. Sarebbe
stato comprensibile un lasso di tempo di 3/4 mesi al massimo, ma dare ben 12 mesi per l’entrata in funzione dell’impianto ci sembra eccessivo. Viene il sospetto che si tratti di un favore alle banche, che con uno spread tra il 6,5 e il 7,5% sui leasing a 18 anni faranno affari d’oro.

Per fare un esempio, so di operatori con un giro d’affari consistente, di 80/90 milioni € annui, a cui hanno applicato un costo del denaro del 9,3%. Un’enormità”.
Insomma, secondo Carfagna la norma “da una parte non serve al fotovoltaico, perché dopo una corsa pazza si bloccherà tutto, anche quegli impianti di 200 kW che invece potrebbero
essere utili agli agricoltori. Dall’altra, anche questi ultimi saranno penalizzati dal fiorire di parchi, compresi quelli grossi, nei prossimi 12 mesi. Da questo punto di vista vorrei però sottolineare che i presunti danni del fotovoltaico ai terreni sono una bufala. Paradossalmente sono più dannose le serre, che invece dal nuovo provvedimento vengono salvaguardate”.
L’art. 65 del DL liberalizzazioni, al 3° comma recita infatti che “agli impianti i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di serre così come definite dall’articolo 20, comma 5 del decreto ministeriale 6 agosto 2010, si applica la tariffa prevista per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici”. Le serre devono però “presentare un rapporto tra la proiezione al suolo
della superficie totale dei moduli fotovoltaici installati sulla serra e la superficie totale della copertura della serra stessa non superiore al 50%”.


Riassumendo, Carfagna ricorda che il Governo potrebbe decidere di bloccare gli incentivi una volta superato il tetto dei 6 m.di € di spesa previsti dal IV conto energia “ma è una scelta
opzionale”, sottolinea. E conclude con una considerazione sul futuro del mercato FV italiano: “Ora la capacità potenziale immettibile in rete è di 24/25 GW, che potrebbe arrivare a 46 GW solo con uno sviluppo massiccio dell’auto elettrica. Attualmente siamo quasi a 14 GW e grazie anche a questa norma altri 10 GW arriveranno tutti quest’anno. In pratica avremo esaurito il potenziale. E poi?”.

Intanto, il ministero delle Politiche agricole ha annunciato che domani illustrerà alla stampa la nuova norma.

FONTE : quotidianoenergia.it

Intervista su diretta concessione di Mario Carfagna

CEO Photonica srl

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