Produrre in idroponica nella propria cucina

Produrre in idroponica nella propria cucina. Un approfondimento a cura di Nereo Mariotto, consulente su nuove tecnologie energetiche ed alimentari.

L’idroponica è una tecnica di produzione di alimenti (verdure, ortaggi, frutti e funghi) fuori suolo, ovvero che non necessita di terra. Le origini risalgono ad oltre 2000 anni fa, ma è sempre stata messa in secondo piano rispetto alla coltivazione tradizionale. Era ritenuta di difficile controllo nei molteplici elementi, mentre la “tradizione” era più consolidata e tramandata di famiglia in famiglia ormai da generazioni.

Oggi, grazie alla tecnologia che consente un completo controllo del clima, della luce, delle sostanze nutritive e dell’ambiente, sta iniziando a diffondersi in varie forme.

Quella più semplice da usare è anche quella più estrema tecnologicamente. Viene chiamata Fitotrone

E’ una tecnologia in grado di controllare tutto ciò che influisce sulla crescita della pianta. Ha avuto origine nel 1949 nei laboratori di studio dei dipartimenti di biologia. Si tratta di un ambiente confinato ed isolato (a tenuta e pressione tale da inibire l’accesso dei contaminanti), dotato di sensori e dispositivi per regolare l’umidità ed il calore e di lampade a LED capaci di fornire le frequenze ideali per la crescita della pianta.

Perché la più semplice?

Perché rispetto ai primi impianti, nei quali i controlli erano gestiti manualmente, grazie ad anni di ricerche, sperimentazione e risultati, siamo arrivati ai giorni nostri con aziende che hanno know how tali da gestire tutte le necessità della pianta tramite ricette di crescita.

Oggi, si mette il seme, si imposta la ricetta e il dispositivo fa tutto in autonomia fino a quando il prodotto è pronto per essere mangiato.

Una tecnologia così evoluta ha consentito di portare l’idroponica nelle case e nelle attività di persone normali senza particolari competenze in biologia.

Fino ad una decina di anni fa l’idroponica era un settore per appassionati che provavano e riprovavano. A volte perdendo l’intero raccolto per i troppi nutrienti, i cicli irregolari, la luce inadatta, il calore ed altre cause.

Oggi, sono presenti sul mercato delle serre totalmente automatiche della dimensione di un elettrodomestico ad incasso integrabile facilmente in una qualsiasi cucina domestica oppure in colonne espositrici capaci di gestire la crescita di 4 ripiani di prodotti.

Che impatto ha l’idroponica?

I benefici, in termini di sostenibilità, sono veramente notevoli:

  • 95% di acqua in meno

L’acqua viene completamente riciclata e viene consumata esclusivamente quella assorbita dalla pianta. Si arriva a consumare fino al 95% di acqua in meno a parità di kg di prodotto realizzato in suolo. L’assenza di terra, di contaminanti derivati dallo smog e dalle piogge acide, consente di evitare il lavaggio prima della commercializzazione, che, oltre ad usare altra acqua, causa la perdita di fragranza, croccantezza e profumo del prodotto.

  • Produzione elevata

Il fatto di poter operare anche in verticale, distribuendo più ripiani di crescita uno sopra l’altro, abbinata alla rimozione della stagionalità, alla disponibilità delle condizioni ideali per la pianta in ogni momento della sua vita, consente una produzione centinaia di volte superiore a parità di metro quadrato utilizzato.

Quello che si produce in 1 metro quadrato in fitotrone in un anno richiederebbe oltre 300 mq a parità di tempo se realizzato in suolo.

  • Riparo dagli eventi climatici

Nell’era in cui dovremo fare i conti con i cambiamenti climatici (già reali ma purtroppo stimati in crescita nel futuro) la perdita di raccolti per grandine, gelate, alluvioni, siccità avrà un incidenza elevata sulla produzione alimentare. Produrre indoor azzera questi rischi restituendo e garantendo efficacia ed efficienza.

  • Garanzia di salubrità

Ciò che mangiamo è di vitale importanza per la nostra salute. È tristissimo dirlo, ma al giorno d’oggi, l’inquinamento è ovunque partendo da smog e pm 2,5 che si depositano e penetrano nella pianta che mangiamo e che contengono metalli pesanti, passando al rischio di falde inquinate. Senza tralasciare gli sversamenti e “concimazioni” effettuate da delinquenti che, pur di risparmiare, mischiano rifiuti ai fertilizzanti per poi spargerli sui campi (sono di Brescia e questa non è fantascienza horror ma realtà avvenuta). La coltivazione in ambiente controllato privo di qualunque elemento esterno, elimina il rischio di contaminazione.

  • Zero pesticidi e diserbanti

La produzione in suolo richiede l’utilizzo di pesticidi, diserbanti e fitofarmaci per combattere nemici naturali quali erbe infestanti ed insetti di vario tipo. La chimica inorganica, per la coltivazione tradizionale, la fa da padrona ma è anche la principale preoccupazione per chi desidera mangiare sano. Il glifosato, con le sue innumerevoli situazioni giudiziarie è solamente uno degli agenti utilizzati per eliminare i nemici ed aumentare la produzione, ma i danni all’organismo umano sono ormai risaputi.

Quanto vale mangiare qualcosa avendo la certezza che non ha contaminanti?

  • Zero emissioni per il trasporto

Autoprodursi gli alimenti significa produrre cibo a metri zero. Questo elimina la necessità di trasportare il prodotto con le relative emissioni di C02 per lo spostamento, ma anche per il mantenimento della catena del freddo per non far deperire il prodotto. Elimina anche la necessità di imballo (stasera mi mangio l’insalata e la raccolgo direttamente dalla mini serra in cucina) con tutti i problemi legati alla gestione dei rifiuti e delle plastiche monouso. Non per ultimo: non devo confezionare e trasportare il prodotto il che comporta la quasi totale perdita di sapore, freschezza, croccantezza e profumo. Alla fine, mi mangio una cosa che sa quasi più di plastica che del suo sapore originale.

Cosa dire di più?

In un mondo di 9 miliardi di persone, con evidenti problemi nella gestione idrica, del suolo e che farà sempre più i conti con gli eventi climatici avversi, autoprodursi gli alimenti usando una frazione dell’acqua e della superficie terrestre con la garanzia di mangiar sano è una cosa che farà bene a noi stessi.. Ma anche a tutto il pianeta.

Foto di copertina: Tomatopiu

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Redazione

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