Monitoraggio ambientale e mobilità sostenibile urbana: la sinergia si consolida con il caso applicativo di Perugia

Nelle criticità insite nell’urbanesimo, mobilità urbana e qualità dell’aria sono strettamente legate da un filo indissolubile, con risvolti qualitativi progressivamente deterioratisi negli ultimi decenni, per la crescita indiscriminata della mobilità individuale.


Una situazione che molte municipalità urbana stanno affrontando strutturalmente nel’ultimo decennio, con iniziative diverse anche in funzione della collocazione geografica ed orografica del singolo centro urbano, molte delle quali, come quella della quale mi accingo a parlare sono andate a far parte di un network italiano di buone prassi di mobilità sostenibile (vedi post “Fare sistema sulle buone pratiche di mobilità sostenibile: nasce Civinet”).

Una delle nostre città tra le più particolari, è indubbiamente il capoluogo umbro Perugia, una delle nostre città di diffusa ed altimetricamente mossa, nell’ambito della quale è sorta una specie di “funicolare urbana”, soluzione molto adatta a questo tipo di città, un approccio di cui avevo dato diffusamente conto in un post di molti mesi fa “Una nuova frontiera per la mobilità sostenibile: le funivie urbane“.

Proprio le nuove infrastrutture leggere di trasporto come questa, come è già successo a Firenze negli anni scorsi sui minibus elettrici dell’ATAF, costituiscono un “supporto mobile” per una nuova strumentazione per il monitoraggio della qualità dell’aria e quindi dei principali inquinanti urbani, come PM10, CO, etc., utilizzati anche in un altro interessante progetto nella spendida città di Siracusa (vedi post “Siracusa città smart 2.0: anche la meravigliosa Ortigia in questo abbraccio tra un grande passato e un futuro smart”).

E’ proprio in questa direzione che si sono mossi anche nel capoluogo umbro, dal momento che, al fine di un monitoraggio più accurato dell’inquinamento atmosferico, il Comune di Perugia ha avviato PMetro, un progetto sperimentale che permette di controllare in tempo reale i livelli di polveri sottili in città. Si tratta di una sperimentazione nata dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale, l’Università di Perugia, il CNR, la Pomeranian University, l’ISPRA e l’Università di Milano Bicocca.
Le centraline per la rilevazione dei dati sono state installate sia in postazioni fisse che sui mezzi del sistema di trasporto pubblico urbano a fune Minimetrò (link sito). Si tratta di un sistema di funicolare, nel quale i mezzi scorrono 5 metri sopra il livello stradale, permettendo ai sensori di captare le variazioni delle concentrazioni di polveri sottili. Anche in questo caso, come a Firenze, l’idea importante è stata quella di montare la nuova strumentazione di monitoraggio atmosferico mobile, non già su autobus o altri vettori inquinanti, ma in una situazione mobile capace di non indurre interferenze nei dati raccolti. Le informazioni raccolte dai sensori posti sui veicoli della MiniMetrò, vengono confrontate con quelle delle postazioni fisse al suolo ed incrociate ai dati sul traffico veicolare stradale, con l’obiettivo di identificare meglio le cause principali dello smog e fornire un valido sistema di supporto alle decisioni all’amministrazione, capace di intervenire meglio e più tempestivamente con misure appropriate a tutela della salute pubblica.
Il sistema di monitoraggio PMetro, che misura in particolare, proprio le particelle di smog con un diametro più sottile, quelle più pericolose per la salute umano e capaci di insinuarsi nell’apparato respiratorio profondo, fino a giungere agli alveoli polmonari e da lì, raggiungere anche il sistema circolatorio. Nel caso specifico i sensori della nuova piattaforma di monitoraggio rileveranno:

  • il PM10: particolato grossolano di dimensioni massime pari a 10 µm;
  • il PM 2,5: particelle di diametro inferiore ai 2,5 µm;
  • ed addirittura le cosiddette UFP: le polveri ultrafini, aventi un diametro inferiore a 0,1 µm.
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Nella stagione autunnale ed invernale, quando si determinano normalmente le condizioni peggiori alla diluizione degli inquinanti urbani principali, le concentrazioni di polveri fini aumentano anche a causa dell’apporto delle emissioni degli impianti di riscaldamento, con fenomeni atmosferici particolarmente sfavorevoli alla diluizione come l’inversione termica che impediscono la dispersione dei contaminanti, spingendo le particelle al suolo. Una fase di sperimentazione in campo avviata, permette oggi ad ARPA Umbria, una prima analisi dei dati acquisiti nell’ambito del progetto PMetro, dalla quale è emerso che: I livelli di polveri in città non sono omogenei né nello spazio né nel tempo. Sono stati infatti individuati i punti critici della città lungo l’asse della città percorso dalla linea del Minimetrò. Si tratta di punti che variano nel corso delle stagioni.

Le elaborazione dei dati raccolti fanno emergere le situazioni di maggiore criticità nel tardo pomeriggio e, in particolare, durante la stagione invernale, nelle zone altimetricamente più basse della città, corrispondenti alla tratta dall’asse viario di via del Fosso fino al capolinea della MiniMetrò nella zona Cortonese. Un altro esempio di integrazione delle piattaforme di monitoraggio atmosferico, con l’ausilio di postazioni mobili di rilevazione, costituite proprio da nuove infrastrutture di mobilità sostenibile, come, nell’originale caso di Perugia, la funivia urbana elettrica.

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